ARNOLDO FOA´: SE NE VA UN ARTISTA POLIEDRICO
LA GRANDE MEMORIA DEL NOVECENTO
Servizio di Guerino Caccavale
Roma - Sabato pomeriggio è venuto a mancare Arnoldo Foà, un monumento dell´arte nelle sue svariate accezioni. Attore per il cinema e il teatro, sceneggiatore, regista, doppiatore, pittore, giornalista, scultore, scrittore ma soprattutto una grande memoria del Novecento, Foà lascia un immenso testamento artistico. Nato a Ferrara nel 1916 da una famiglia di origine ebraica, aveva cominciato ad interessarsi di teatro durante il periodo universitario frequentando la scuola di recitazione "Luigi Rasi" sotto la direzione di Raffaello Melani. Ben presto però interrompe gli studi e si trasferisce a Roma dove inizia a frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia che deve abbandonare nel 1938 per via della emanazione delle leggi razziali fasciste. Le sue origini ebraiche non gli consentono di lavorare e per farlo è costretto ad utilizzare nomignoli fittizi: a volte svolge il ruolo del sostituto di attori malati riuscendo ad inserirsi in compagnie prestigiose. Fuggito da Roma, nel 1943 giunge a Napoli dove nel frattempo erano arrivati gli alleati.
Qui diviene capo annunciatore e autore per la radio alleata PWB: è colui che annuncia l´armistizio dell´otto settembre del 1943. Finita la guerra, può finalmente lavorare in teatro con il suo vero nome in compagnie quali Ferrati-Cortese-Scelzo, Cervi-Morelli-Stoppa sotto la guida di Visconti, la Compagnia del Teatro Nazionale diretta da Guido Salvini. La sua carriera di attore è stata intensa, passionale e frutto di studi precisi: diretto, tra i tanti, da grandi registi quali Luigi Squarzina, Gassman, Menotti, Strehler, ha interpretato opere sia di autori classici che contemporanei distinguendosi per uno stile classicamente fine e duttile. Come regista ha messo in scena spettacoli di prosa (La Pace di Aristofane, Diana e la Tuda di Luigi Pirandello, I Masteroidi di Marcel Aymè, tra i tanti) e di lirica (tra cui, Otello di Giuseppe Verdi, Histoire du soldat di Stravinskij). Come autore teatrale ha esordito nel 1957 con Signori buonasera, da lui stesso diretto, e ha proseguito con Il testimone, La corda a tre capi, Amphytrion Toujours, Oggi. E´ stato anche molto attivo in televisione partecipando a celeberrimi sceneggiati della RAI come Piccole donne, Capitan Fracassa, La Freccia nera, Nostromo, diventando così uno dei primi divi del piccolo schermo. Vasta anche la sua filmografia cinematografica con oltre cento titoli all´attivo tra cui si ricordano il film d´esordio Crispino e la comare (1938), Totò sceicco (1950), Il processo, diretto da Orson Welles nel 1962, Il giocattolo, di Giuliano Montaldo (1978), Cento giorni a Palermo (1984), Gente di Roma (2003) di Ettore Scola. Da ricordare poi le sue registrazioni di dizioni poetiche prima su vinile poi anche su CD e le lezioni pubbliche in recital di grande interesse: Dante, Lucrezio, Carducci, Leopardi, Garcia Lorca,solo per citarne alcuni. Importante anche la sua produzione letteraria: ha pubblicato infatti romanzi come La costituzione di Prinz, Le pompe di Satana, Joanna Luzmarina, e la sua Autobiografia di un artista burbero, come amava definirsi. Intensa anche la sua attività di doppiatore: Anthony Quinn, Peter Ustinov, John Wayne sono solo alcuni tra gli attori a cui saltuariamente Foà ha prestato la sua voce. E´ quasi impossibile scrivere e dire tutto ciò che questo immenso artista ha fatto, resta solo da dire che il grande bagaglio culturale e artistico che ci ha dato dovrà essere usato come promemoria da chiunque voglia avvicinarsi all´Arte e intraprendere la strada del teatro.
13 gennaio 2014
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