Con i ballerini di Vertigo la danza apre la rassegna e torna protagonista
Servizio di Guerino
Caccavale
Anche quest’anno il Napoli Teatro
Festival Italia si annuncia una vetrina interessante. Ancora spazio dedicato
alla danza con ben 4 spettacoli sui trenta totali. La kermesse
internazional-napoletana partirà il 6 giugno (replica il 7) con la coreografia
di Noa Wertheim “RESHIMO”, prima assoluta della Vertigo Dance Company,
compagnia israeliana che si presenta per la terza volta consecutiva al
Festival, dopo i tanti consensi. Musiche di Ran Bagno e tanta energia da
sprigionare in un posto suggestivo quale il Museo Ferroviario Nazionale di
Pietrarsa, luogo di memoria storica che evoca il MOVIMENTO nelle sue svariate
accezioni: in questa sarà rappresentato da 8 danzatori. Sempre della Vertigo
Dance Company, “MANA”, in prima italiana, sarà rappresentato nei giorni 8 e 9
giugno a Pietrarsa nella Sala dei 500. Si tratta di un riallestimento della
coreografia presentata per la prima volta nel 2009, frutto anch'essa dell'opera
di Noa Wertheim e delle musiche di Ran Bagno per una scenografia che non sarà a
colori ma rigorosamente in bianco e nero.
Il giorno 11 sarà poi la volta di
“SHE-RA-ZADE”, in prima mondiale all'Arena di Pietrarsa. E' un'opera
sperimentale ideata e diretta da Alessandra Panzavolta che ne cura anche le
coreografie. Direttore del Corpo di ballo del Teatro di San Carlo di Napoli, la
Panzavolta dirige per l'occasione il National Ballet of Kosovo nell'ambito di
un progetto di ricostruzione culturale del Kosovo, luogo martoriato dalla
guerra che però non ha represso il suo fermento artistico. “Chiude il programma
di danza lo spettacolo in prima italiana ADDIO ALLA FINE”, che dal 13 al 15
giugno sarà inscenato alla Sala delle Locomotive sempre a Pietrarsa. La
coreografia, di Emio Greco e Peter C. Sholten è impostata sul predominio della
fisicità e dell'energia che viene trasmessa da un corpo all'altro.
Anche quest'anno quindi la danza
occupa un posto importante nel mosaico del NTFI con quattro pezzi di un puzzle
sempre diversificato e interessante nonostante il costo del Festival sia lo
stesso rispetto alla passata edizione (4 milioni di euro): ammirevole è il
fatto che è aumentato il numero di spettacoli in cartellone, a dimostrazione
che le idee non scarseggiano, anche e soprattutto nel modo di affrontare una
crisi generale che si riversa in tutti i settori, Teatro compreso.
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