Un brutto colpo per il Teatro Bellini Classificato “Centro di Produzione” e non “Teatro di Rilevante Interesse Culturale”


Servizio di Mario Migliaccio

 

Napoli - "Non vogliamo chiudere il teatro; il Bellini non è nostro ma dei cittadini". Così Daniele Russo, intervenuto, durante la conferenza stampa tenutasi il giorno 11 marzo presso lo stesso Teatro Bellini, insieme a Gabriele e Roberta Russo, ha sintetizzato il pensiero comune sfatando alcune voci, girate in città, circa la chiusura dello storico teatro partenopeo. La polemica è nata la scorsa settimana quando sono stati pubblicati i dati relativi alle categorie dei teatri italiani. Dalla categoria dei Tric (Teatro di Rilevante Interesse Culturale), lo "spazio" della famiglia Russo è stato declassato ad una categoria inferiore, ovvero, quella dei "Centri di produzione". Un duro colpo, una notizia assurda, giunta dopo i grandi risultati ottenuti durante questi anni. La calma apparente, mostrata all'inizio della conferenza, dopo poco lascia spazio a quel sentimento di rabbia e ingiustizia che alberga negli animi dei Russo: "Non è uno spostamento in un'altra categoria, ma una bocciatura. Siamo sicuri che questa sia stata una scelta prettamente politica, qualcuno doveva pagare ed è toccato a noi. Abbiamo tutte le carte in regola per poter far parte dei Tric, ma inspiegabilmente siamo usciti da questa categoria". Nonostante tutto però, i Russo continueranno a portare avanti le loro idee innovative e culturali, promettendo di non apportare modifiche alla stagione teatrale 2015/16 già pianificata. Pronti a lanciare un ricorso contro coloro i quali  hanno preso questa "strana" decisione, i proprietari del Bellini sono disposti a risolvere la questione anche per vie legali.

Se tutto è in regola, se il teatro ha tutti i requisiti per poter far parte di una categoria d'eccellenza, allora ci si chiede: perché tutto questo? Probabilmente la risposta non ci sarà mai. Forse i successi ottenuti in questi anni hanno dato fastidio a qualcuno. Questo non lo sappiamo. L'unica cosa certa è che, in tutta questa situazione, chi ci perde è la città di Napoli. Ancora una volta, siamo stati feriti nel cuore della cultura. Se, malauguratamente, il Bellini dovesse chiudere, a perdere saremmo noi cittadini di una terra dimenticata e penalizzata dalle istituzioni...Ancora una volta.

 

 

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