Q Academy, la Nuova Accademia Internazionale presieduta da Antonio Calenda e diretta da Alvaro Piccardi
L’Accademia, diretta da Alvaro Piccardi, è rivolta ad aspiranti
attori e attrici che intendono acquisire specifiche competenze ed abilità
nell’ambito artistico, dello spettacolo e del teatro. I corsi sono tenuti da
docenti qualificati ed esperti.
Dal 2014 la Q Academy – Impresa Sociale è
presieduta da Antonio Calenda e
beneficia di un significativo sostegno della Fondazione Roma–Arte–Musei. Al centro delle attività formative dell’Accademia
vi sono l’interprete e le componenti tecniche indispensabili per la costruzione
adeguata del personaggio e della messinscena. L’Accademia si interpone tra una
sempre più crescente domanda da parte di numerosi e appassionati giovani e
un’offerta formativa di varia complessità; ambisce inoltre a rispondere alle
necessità di una formazione efficace in riferimento alle richieste di un
mercato sempre più diversificato, superando le differenze tra la recitazione
teatrale e cinematografica.
L’Accademia, attiva dal 2011,
ha visto oltre cinquanta allievi completare il prestigioso percorso formativo e
alcuni di essi hanno già avuto l’occasione di operare nel settore teatrale, facendosi
notare per preparazione e professionalità.
Il teatro ha sempre assolto un
ruolo importante sia a livello culturale che sociale, in quanto potente strumento
capace di comprendere il mondo reale e fondere quest’ultimo con la fantasia, in
un incontro esclusivo e producendo esperienza e confronto. Il teatro riproduce
la realtà, ne interpreta i linguaggi e le forme, asseconda le sue evoluzioni,
talvolta anticipando ciò che poi avviene. Al passo con i tempi, la formazione
dell’arte scenica è interessata da una mutazione che riassume generi e forme,
sperimentazioni innovative o richiami alla tradizione. In un tale disegno, l’attore
ha il compito di incarnare queste evoluzioni definendo il concetto stesso di
professionalità in senso etico, ossia rapportando la propria arte ed il proprio
“mestiere” alle forme artistiche attuali, evitando il rischio di scadere nella
sempre più ricorrente semplificazione ed omologazione dei linguaggi.
Con queste motivazioni la Nuova Accademia Internazionale d’Arte
Drammatica persegue alcune inderogabili finalità:
-
Offrire ad aspiranti attori una adeguata
formazione rispondente agli standard europei e ai criteri di metodo,
pluridisciplinarietà, internazionalità e attività pratica;
-
Assicurare una opportunità vera e concreta a
giovani talenti;
-
Creare una coscienza artistica, culturale e sociale
in grado di interpretare le forme, le aspettative e i linguaggi della società
contemporanea.
IL SAGGIO DI GABRIELE LAVIA.
A conclusione dello scorso
Anno Accademico 2013-2014, la Q Academy ha vissuto un momento di grande
riconoscimento artistico grazie alle attività svolte dal prestigioso regista Gabriele Lavia che dal 13 al 21 giugno
2014 ha condotto gli allievi del II e del III anno nei meandri più segreti e
magici della musica mozartiana, confermando la qualità del percorso formativo e
la presenza attiva di maestri della scena teatrale internazionale. Al termine
del percorso di approfondimento specifico col regista Gabriele Lavia è stato
allestito lo spettacolo COSI’ FAN TUTTE,
tratto dall’omonimo dramma giocoso di W. A. Mozart su libretto di Da Ponte e
portato in scena da 35 giovani allievi/attori che hanno rappresentato il
paradosso del teatro buffo mozartiano, impersonato da caratteristici
Pulcinella, e il dramma talvolta crudele di personaggi tragici e seri.
“Così fan tutte di Da Ponte e Mozart, dichiara Lavia, è in questo allestimento un gioco per
allenare giovani allievi a diventare attori di teatro, mettendoci tutti in
gioco! L’azione dell’opera si svolge a Napoli ed ho immaginato di rappresentare
lo spirito partenopeo attraverso la maschera di Pulcinella. A Napoli tutto è
canzone e la folla si può permettere, celata dalla maschera, di avere la faccia
tosta di canticchiare anche le arie di Mozart, come una memoria o uno scherzo.
Un gioco, appunto!”
IL TEATRO SOCIALE
In ottemperanza a quanto
previsto dal manifesto dell’Accademia, l’anno in corso offre uno specifico indirizzo
sul Teatro Sociale. L’arte scenica ha la capacità di rielaborare tutte le forme
dell’esistenza, è vivificazione del possibile e supera con linguaggi espressivi
ed artistici tutte le barriere della diversità e della differenza, detiene in
sé la forza per riproporre in un senso assoluto e nuovo ogni forma di presenza
e di memoria.
Negli anni, il teatro e le
arti espressive hanno conquistato un posto di prim’ordine come terapie
alternative nell’ambito delle più svariate patologie, sortendo sorprendenti
quanto considerevoli esiti sui pazienti. Il potenziale espressivo del teatro
riesce a superare limiti anche gravi e stimolare le persone, seppur interessate
da patologie, verso l’elaborazione e l’esternazione delle proprie sensazioni.
Durante il corrente anno, il
filone che si è inteso definire riguarda l’affascinante tema del MISTERO DELLA MENTE, partendo dalla
emblematica figura di Dioniso, su cui si appronterà un intrigante studio, per
arrivare al Marat/Sade di Peter Weiss, passando per gli importanti studi sul
genere di Michel Foucault.
Il corso di teatro Sociale è
condotto da docenti altamente qualificati. Partner e stretto collaboratore
della Q Academy per la gestione e l’organizzazione di questo comparto è il Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi.
Il
Teatro Patologico esplora nella disabilità fisica, nella malattia, nella follia
la possibilità di scoprire l’essenza, sacra e spaventosa allo stesso tempo,
della natura umana. Constatare che c’è una linea fisiologica sottilissima fra
malattia e salute mentale, che l’umanità dentro di noi è affidata a regole
fragili e che la nostra mente risponde a codici genetico\culturali del tutto
sovvertibili, crea una frattura nella nostra percezione, squarcia la nostra
coscienza. D’Ambrosi è un’artista scomodo per i temi che tratta e per il suo
difficile rapporto con le convenzioni teatrali ed accademiche. Allo stesso
tempo racconta la scomodità di chi non si sente adeguato, di chi non sa stare
al suo posto, di chi non sa proprio qual è il suo posto e se mai ce n’è uno, e
cioè i così detti “matti”. Quello di D’Ambrosi è un teatro scomodo che mette in
difficoltà, perché provoca fino al fastidio, perché può far sentire in colpa.
Ci guarda negli occhi e comunica verità scomode senza giri di parole, senza
dizione. Ed è poi un teatro faticoso perché va fuori dagli schemi, è fuori
luogo (non a caso i suoi spettacoli sono stati messi in scena spesso in luoghi
non prettamente teatrali: macellerie, vetrine, strade), un teatro di avamposto
più che di avanguardia, un teatro combattivo e arrembante che proprio nella
faticosa ricerca di affermazione ha dato il meglio di sé. Nello psicodramma gli
individui diventano attori; si offre loro l’occasione di liberare le loro
fantasie, di rivivere situazioni il più possibile simili a quelli che essi
vivono interiormente. Il soggetto sulla scena non racconta solo se stesso, ma
deve interagire con gli altri e con l’ambiente circostante. Questo impone anche
allo spettatore la partecipazione del sé più profondo all’azione scenica e
sviluppa un processo di autocoscienza e autoconoscenza. Lo spettacolo non ha il
compito di produrre significati, ma di mettere in atto azioni e creare eventi
unici, fondendo musica, testo, arte visiva, in un’unica esibizione. L’idea del
teatro come evento rituale, il ridimensionamento del testo rispetto ad altri
fattori come il gesto, il suono, gli oggetti, l’importanza del coinvolgimento
del pubblico ed il riferimento a problemi di interesse sociale fa di D’Ambrosi
un figlio dell’avanguardia ma anche un esploratore, un viaggiatore solitario
alla ricerca di un significato artistico personale che i teatri sperimentali di
tutto il mondo (New York, Berlino, Rio De Janeiro) hanno consacrato. Il Teatro
patologico è un territorio di incontro privilegiato tra gli sperimentalismi, dove
il palcoscenico diventa luogo di grande libertà creativa. È un teatro che vive
di corpo, di voce e di colore. Un linguaggio che usa ogni aspetto comunicativo
del teatro.
Altro significativo apporto è
rappresentato dalle docenze di Jacqueline
Bulnes, già prima ballerina della Martha Graham School e ora trasferita in
Italia. Il lavoro di danza e movimento corporeo voluto dalla coreografa mira a
estrinsecare le suggestioni celate nel corpo degli allievi, sprigionando la
loro energia folle. Il lavoro su cui la danzatrice sta realizzando per il
saggio del teatro Sociale trae ispirazione dai racconti di Edgar Allan Poe e si
intitola I PAZZI.
Gli Allievi del III Anno.
Jacopo
Cinque, Cristiano Demurtas, Alessandro Di Murro, Alessio Esposito, Olimpia
Ferrara, Marta Maggio, Pamela Massi, Giulia Modica, Antonello Morelli, Alfio
Maria Motta, Elena Oliva, Laura Pannia, Elisabetta Petronio, Lida Ricci, Bruna
Sdao, Marc Laurent Tosi.
IL TEATRO QUIRINETTA
Le lezione di Q Academy si
svolgono presso il Teatro Quirinetta, situato in via Minghetti, nel centro di
Roma.
La storia del Teatro Cinema
Quirinetta comincia con la trasformazione dei palazzi Sciarra alla fine del XIX
secolo, quando il Principe Maffeo Sciarra si impegna in un piano di
riorganizzazione dell’intero isolato tra via delle Vergini, via dell’Umiltà,
via delle Muratte e via del Corso. Il Teatro viene realizzato nei sotterranei
di Palazzo Sciarra tra il 1923 e il 1926, dall’architetto Marcello Piacentini
con un progetto che prevede una sala di duecento posti, un modernissimo sistema
di areazione e un ristorante/bar collocato nelle sei salette annesse (indicate
ciascuna da nomi suggestivi dovuti alle pitture caratterizzanti, Sala etrusca,
di Venere, di Bacco, dell’Ombrello, degli Stucchi Bianchi).
La sala teatrale, dipinta da
Giulio Rosso, con sculture di Alfredo Biagini, fu inaugurata il 2 febbraio 1927
con l’intermezzo “Livetta e Tracollo” di Giovanni Battista Pergolesi e con
un’operina di Mascagni “Zanetta”, che fu diretta per l’occasione dallo stesso
Mascagni, seguite da “Furie di Arlecchino” di Lualdi, che le diresse.
La linea di programmazione del
Teatro fino agli anni Trenta fu quella di spettacoli musicali molto raffinati
(piccoli balletti, concerti di vedettes nazionali e internazionali, conferenze,
ecc.), al termine dei quali il pubblico poteva godere di un servizio ristorante
di classe in un ambiente altrettanto raffinato. Ma il Quirinetta negli anni
Trenta è anche l’unico locale cha ottenne l’autorizzazione dal Ministero della
Stampa e della Propaganda a proiettare i film in lingua originale, in
particolare i film presentati alla Mostra Internazionale di Arte
Cinematografica di Venezia, prima che essi uscissero nelle sale doppiati in
italiano. Non solo: durante gli anni della guerra il Quirinetta svolge
prevalentemente attività come sala cinematografica offrendo al pubblico romano
un’eccezionale serie di film “colossal” della produzione mondiale, presentanti
in anteprima assoluta e in edizione originale.
Nel 1946 il “Nuovo Cinema
della Quirinetta” è ristrutturato ad opera dell’architetto Clemente Busiri Vici
e destinato esclusivamente a cinema fino alla fine degli anni ‘90. I semi
dell’eccezione si rivitalizzano dopo la guerra: il Cinema Quirinetta, rinnovato
e moderno, è dedicato ai film d’essai per l’impegno di un imprenditore
illuminato, Corrado Bevilacqua, punto di riferimento di un pubblico colto laico
e poliglotta: luogo di qualità e di intrattenimento del mondo culturale romano,
che etichetta con marchio di garanzia la scelta dei suoi prodotti.
Le luci si spengono un’altra
volta agli inizi degli anni Novanta: il cammino identitario si arresta per
cedere alla tentazione, economicamente più redditizia, di entrare nel circuito
commerciale della programmazione in simultanea. La Quirinetta chiuderà le sue
porte nei primi anni del Duemila, condannando all’abbandono una struttura
urbana autentica ricchezza architettonica del patrimonio artistico nazionale.
Ma il genio del Quirinetta continua a vivere silenzioso nell’attesa di una
nuova rinascita.
Dal dicembre 2011, grazie
all’impegno di una nuova proprietà, il Teatro Quirinetta è tornato a vivere
come spazio teatrale di tendenza, salotto contemporaneo di atmosfera e lounge
bar. Lo spirito ironicamente ribelle, curioso, a vocazione internazionale e
“morbidamente” salottiero ricompare vivace nell’attività della Nuova Accademia
internazionale di Arte Drammatica, negli incontri a teatro e negli appuntamenti
con la città.
Il genio del Teatro Quirinetta
è nuovamente all’opera e ricomincia un dialogo, mai veramente interrotto, con i
suoi artisti e il suo pubblico.
LO SPONSOR: FONDAZIONE ROMA – ARTE – MUSEI
La Fondazione Roma – Arte – Musei opera in cinque aree (settori) di
intervento - Sanità, Ricerca
scientifica, Assistenza alle categorie sociali deboli, Istruzione, Arte e
Cultura - in sinergia con le Istituzioni pubbliche ed i soggetti privati
più dinamici della realtà locale, nazionale e internazionale, per promuovere lo
sviluppo integrale del territorio a cui si rivolgono le sue attività. L’obiettivo
è quello di costruire una welfare community che, ispirandosi ai principi di
solidarietà e di sussidiarietà, sappia rispondere ai bisogni di una società in
perenne evoluzione. La Fondazione Roma –
Arte – Musei negli ultimi anni ha assunto un profilo che l’ha vista
affrancarsi e differenziarsi dal ruolo storicamente svolto dalle Fondazioni di
origine bancaria e sviluppare un’autonoma capacità progettuale, nella
convinzione che, attraverso l’attivazione di energie e idee volte a proporre
soluzioni innovative, sia possibile dare risposte più efficaci alle complesse
problematiche che investono la società civile. Grazie al confronto diretto con
gli altri soggetti che compongono il tessuto sociale del territorio, chiamati a
sempre maggiori responsabilità di fronte alle oggettive e crescenti difficoltà
odierne, la Fondazione Roma – Arte –
Musei ha potuto dar vita ad interventi complessi e di lungo periodo, di
grande impatto sociale, in tutti i cinque settori prescelti come rilevanti. Essa
opera prevalentemente attraverso la realizzazione di attività proprie,
applicando il cosiddetto modello operativo, che le permette di essere un
soggetto fortemente dinamico ed anticipatore, in grado di individuare i bisogni
emergenti della società civile e di porre in essere interventi finalizzati a
dare una pronta ed efficace risposta.
Dichiarazione del
Direttore Alvaro Piccardi
Q
Academy, una nuova Accademia teatrale: una sintesi feconda fra tradizione e
ricerca. Essendo stato incaricato quattro anni fa di dirigere e di formare una
scuola di teatro, fin dall’inizio mi sono posto il problema di quale spazio la
nuova scuola avrebbe dovuto occupare di fronte al proliferarsi a Roma di scuole
di teatro. Per me si è trattato di definire la necessità oggettiva del progetto
formativo e della sua articolazione didattica. Il teatro italiano infatti è
l’inventore delle migliori tradizioni espressive che spesso proprio da noi non
sono valutate e comprese. Mi sono quindi rifatto a queste tradizioni come fonti
di ispirazione per una didattica. 1) La maschera: la commedia antica, la
commedia dell'arte, il varietà, i luoghi dei grandi segni della comunicazione e
degli archetipi 2) La lingua: il teatro colto come tensione per la creazione di
una lingua. Il teatro in versi e la
tensione al tragico. 3) Goldoni e il realismo: l'irruzione del linguaggio del mondo
nella lingua teatrale. La dialettica mondo/teatro come strumento d'analisi dei
comportamenti e di illuminazione dei linguaggi. 4) Pirandello: indagine sul
confine fra attore e personaggio, arte e vita, verità e finzione. Ma il
rapporto con la tradizione non può essere solo recupero della nostra esperienza
e della nostra storia, è necessario un ripensamento e un confronto con quanto
di meglio è stato fatto in questi anni, nel campo della ricerca di nuove
metodologie di lavoro. L'ipotesi è stata quella di una didattica che si nutra
del rapporto fecondo fra tradizione e ricerca, fra improvvisazione e tecnica,
del legame che unisce la verità misteriosa dell'interprete e l'acquisizione delle
tecniche, la costruzione dello stile e degli stili. Una scuola quindi che desse
grande spazio al lavoro di laboratorio,
favorendo la presenza fra i docenti dei grandi maestri della scena
europea e di attori e registi in attività per permettere l’acquisizione di esperienze con chi il teatro lo fa concretamente nel rapporto diretto con la scena e le sue
leggi. Credo che l’esperienza di questi tre anni di lavoro siano stati la
conferma entusiasmante di queste premesse. La scuola si è articolata con saggi
che sia alla fine del primo e secondo anno hanno dato ai giovani attori la
possibilità di misurarsi concretamente di fronte a un pubblico, mentre per gli
attori diplomandi del terzo anno l’accademia ha prodotto dei saggi- spettacolo
veri e propri. Nel 2012 Alvaro Piccardi ho curato la regia de “La pazzia di
Orlando” di Giacinto Cicognini , nel 2013 Carlo Boso ha curato la regia de
“L’opera da tre soldi” di Bertold Brecht e Kurt Weill , e nel 2014 Gabriele Lavia ha messo in scena “Cosi fan
tutte” sul libretto che Da Ponte scrisse per la musica di Mozart. Il mio
desiderio è quello che la scuola non adempia soltanto al suo compito naturale
di formazione, favorendo quindi una professionalità ineccepibile, ma introduca
i giovani attori nel mondo del teatro e delle sue leggi di mercato, e quindi
dia loro gli strumenti per favorire la nascita di progetti, di gruppi di lavoro in sostanza la nascita
di compagnie teatrali vere e proprie. Questi i desideri che in alcuni
casi sono già diventati realtà. Un grazie particolare ai miei collaboratori,
che hanno permesso la nascita e la vita dell’Accademia.
Alvaro
Piccardi
RIFERIMENTI UTILI:
SITO
INTERNET: www.qacademy.it
Contatti:
tel. 06.45437321 / e-mail segreteria@qacademy.it
Responsabile
Organizzativo: Giancarlo Guercio
Segreteria:
Leonardo Angelini
Notizie biografiche dei docenti.
ANTONIO CALENDA,
Presidente Q-Academy
Si è laureato in Filosofia del
Diritto e ha iniziato la propria attività teatrale nell'ambito del Teatro
Universitario di Roma. Nel 1965 ha fondato insieme a Virginio Gazzolo e Luigi
Proietti il Teatro Centouno che ha rappresentato per l'attività di ricerca e
sperimentazione di quegli anni uno dei primi punti di riferimento.
Successivamente ha lavorato per il Teatro di Roma e ha diretto in due riprese,
e per un periodo di nove anni, il Teatro Stabile dell'Aquila le cui produzioni
hanno circuitato all'estero, in paesi quali Australia, Francia e Canada. Ha
fondato la Compagnia Teatro d'Arte per la quale, dal 1982, ha diretto
spettacoli ospitati sovente da festival internazionali, e organizzato numerose
manifestazioni culturali in Italia. Dal novembre 2010 ha assunto anche la
carica di Sovrintendente della Fondazione Teatro lirico “Giuseppe Verdi” di
Trieste.
ALVARO PICCARDI,
Direttore dell’Accademia
Nasce a Ponte S. Pietro
(Bergamo) il 3 giugno 1941. Nel 1954 debutta in teatro come attore con la
compagnia di Ernesto Calindri. Diventa socio del Gruppo della Rocca e nel 1979
debutta nella regia. In seguito dirige numerosi spettacoli, curando anche regie
liriche. Dal 1980 insegna recitazione e improvvisazione teatrale in diverse
scuole, tra cui la Bottega teatrale di Firenze diretta da Vittorio Gassman, il
Laboratorio di esercitazioni sceniche di Roma diretto da Gigi Proietti,
l’I.N.D.A di Siracusa, l’Accademia d'Arte Drammatica della Calabria, della
quale assume la direzione artistica nel 1990. Nel 1997 diventa direttore della
Scuola di teatro "Giusto Monaco" de l'INDA. Dal 2002 è docente di
recitazione alla Scuola Nazionale Cinema. Dall’anno 2005 al 2009 è stato
direttore dell’Accademia d’arte drammatica del Teatro Bellini di Napoli. Dal
2011 al 2013 è stato direttore dell’AIAD presso il Teatro Quirinetta di Roma.
LEONARDO ANGELINI
Attratto dal teatro e dal
circo, ama scoprire, inventare e raccontare storie. Ha insegnato Storia del
Teatro a La Sapienza, ed è docente di Storia del Circo e Drammaturgia in
diverse scuole di teatro e di circo. Ha pubblicato numerosi articoli e saggi,
ha scritto alcuni testi teatrali. È componente della Commissione consultiva per
i circhi e lo spettacolo viaggiante del MiBACT. Collabora con produzioni
cinematografiche come soggettista e sceneggiatore.
SERGIO BASILE
Attore, regista e
drammaturgo. Si è diplomato in arte
drammatica presso la "Bottega Teatrale" di Firenze diretta da
Vittorio Gassman e Giorgio Albertazzi. Da trent’anni anni è attivo sulle scene
italiane come attore accanto ai più prestigiosi interpreti della scena
nazionale e internazionale. Alla professione di attore abbina quella di autore.
Inoltre è anche didatta e teorico: ha insegnato recitazione e “Tecnica della
dizione del verso” presso numerose scuole.
ALESSIO BERGAMO
Ha studiato storia del teatro
all’Università La Sapienza di Roma. Dal 1994 avvia l’attività di regista
teatrale, mettendo in scena numerosi spettacoli in diverse città dell’ex Urss e
a Roma. Dal 2001 intensifica l’attività pedagogico-teatrale, che aveva già
avviato qualche anno prima (1996) insieme al maestro russo Jurij Alschitz.
CARLO BOSO
Carlo Boso è diplomato alla
scuola del Piccolo Teatro di Milano. Ha partecipato alla realizzazione di una
cinquantina di opere teatrali dirette da diversi registi, tra i quali: Massimo
Castri, Peppino de Filippo, Dario Fo, Peter Locack, Giorgio Strehler, Ferruccio
Soleri. In qualità di drammaturgo e regista, ha scritto e diretto una
quarantina di spettacoli, che sono stati rappresentati nei principali Festival
internazionali.
JACQUELINE BULNES
Jacqueline Bulnes, nata a
Miami, Florida, comincia a danzare giovanissima nel Balletto Nazionale di Cuba.
Danza in qualità di solista con il Dance Theatre of Harlem e con la Martha
Graham Company, nella quale ricopre ruoli di protagonista. Ora Jacqueline si
sta occupando di vari progetti, in veste di Regista, per le sue Compagnie
Panini 2 Life e I Twistinkers.
ANNABELA CERLIANI
Ammessa ragazzina ai corsi
dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano, malgrado non abbia ancora l’età
richiesta dal bando, si diploma con medaglia d’oro. Presentatrice e attrice
con Tognazzi e Vianello, nello storico
“Un due tre” e poi con Dapporto, Rascel, Totò, Chiari, Dorelli. Insieme a Gigi
Proietti ha fondato il Laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Roma, dove ha
insegnato recitazione e storia dello spettacolo.
MARIA LETIZIA
COMPATANGELO
Autrice di teatro e
televisione, saggista, laureata in Storia del Teatro, ha scritto numerose
commedie rappresentate in Italia e all’estero, pubblicate in volume e su
riviste specializzate. Docente di drammaturgia
e scrittura scenica all’Università «La Sapienza» di Roma. Autrice e
consulente scientifica di programmi culturali per la televisione.
ALESSANDRO FABRIZI
Ha insegnato “Movimento &
Testo” nelle Università americane di Dartmouth, Indianapolis, Stony Brook,
Chicago, Columbia New York e presso l’Actors Centre di New York. Al cinema ha
collaborato con Anthony Minghella (Il Talento di Mr Ripley), Tom Tykwer
(Heaven, The International) e Fatih Akin (Solino) come dialect coach e
supervisore al dialogo italiano nelle fasi di pre-produzione, produzione e
post- produzione.
GIANCARLO GUERCIO
Nel 2003 si è laureato col
massimo dei voti presso l'Università di Salerno. Nel 2006 ha conseguito un master
presso l'Università Cattolica di Piacenza sulla gestione dei beni artistici e
culturali e dal 2011 è dottorando in italianistica all'Università di Salerno. È
stato fondatore e direttore artistico dell'Istituto Arti Sceniche – Salerno.
Dal 2013 è responsabile del teatro moderno e contemporaneo del Teatro Nuovo di
Salerno. Ha scritto diversi articoli e saggi e alcuni testi teatrali.
STEFANO MARCUCCI
Compone musiche fin
da giovanissimo, incidendo brani
per diverse etichette discografiche. Dopo aver conosciuto il regista Giancarlo
Sepe, si è dedicato completamente alla composizione di musiche per il teatro,
collaborando con registi come Luigi Squarzina, Franco Brusati, Giorgio
Albertazzi, Vittorio Gassman, Mariano Rigillo, Flavio Bucci, e componendo brani
per artisti come Renzo Arbore, Milva, Maurizio Micheli e per il trio
Marchesini, Lopez, Solenghi.
UGO MARIA MOROSI
Nasce a Imperia. Nel 1962
vince una borsa di studio e così si iscrive alla Accademia nazionale d’Arte
Drammatica “Silvio D'Amico” di Roma. Dal 1966 ha lavorato in decine di
spettacoli teatrali, spesso nel ruolo di protagonista. Svolge intensa attività
radiofonica e di doppiaggio. Ha infatti prestato la voce a molti attori tra i
quali: Spencer Tracy, Peter Falk, Dennis Hopper, Morgan Freeman, Billy Crystal,
John Goodman, Gerard Dépardieu. Nel corso della sua carriera è stato anche
protagonista di alcuni sceneggiati televisivi.
RENZO MUSUMECI GRECO
Diplomato all’Accademia di
Napoli, segue degnamente le orme del padre Enzo che ha inventato l’attività di
Maestro d’Armi per lo spettacolo negli anni ‘30. Dirige l' Accademia d'Armi
Musumeci Greco, a Roma, nei pressi del Pantheon, fondata nel 1878 dal bisnonno
e da allora considerata il "Tempio" della Scherma. Ha preparato
alcuni tra i più grandi Duelli dell’Opera, del Teatro, del Cinema e della TV.
GIUSEPPE ROCCA
Laureato in Lettere Moderne e
abilitato in Storia dell'Arte, si è poi diplomato in Regia (1975) all’Accademia
Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, dove oggi è titolare della cattedra
di Storia dello Spettacolo. Ha insegnato, inoltre, Storia e Tecnica della Regia
(Accademia di Belle Arti di Napoli), Letteratura Poetica e Drammatica e Arte
Scenica nei conservatori e Analisi del testo drammaturgico nel Master in
Critica giornalistica organizzato dall’ANAD “Silvio d’Amico”.
GIANCARLO SAMMARTANO
Si è laureato in Lettere
Moderne – Università “La Sapienza” di Roma – nel 1971 con Tullio Tentori,
discutendo una tesi su La figura antropologica dell’Attore. E’ stato assistente
teatrale di Vito Pandolfi, Sergio Tofano, Mario Ferrero, Franco Enriquez, Luigi
Squarzina, Giusto Monaco. Tra i fondatori del Centro Culturale Il Politecnico
di Roma, svolge dal 1973 l’attività di regista teatrale.
NICOLETTA TOSCHI
Studia danza classica in
tenera età e, dal 1975, anche mimo, Commedia dell’Arte, clownerie, movimento
scenico, tip tap; fra gli insegnanti Mimma e Stefanella Testa, Bob Curtis, Hal
Yamanouchi, Aurelio Gatti, Lindsay Kemp, Yves Le Breton, Ferruccio Soleri,
Willi e Alfredo Colombaioni. Lavora da subito come attrice collaborando con
piccoli e grandi teatri della capitale. Continua l’attività di formazione teatrale
alla scoperta di
tecniche espressive diverse
con Domenic De
Fazio, Remondi & Caporossi, Living Theatre, Alessandro Fersen.
IVAN TRUOL
Nato a Santiago del Cile, si
forma come attore alla Escuela de Teatro de la Universidad de Chile, e come
attore lavora con diverse compagnie. Nel 1982 lascia il Cile e viaggia
attraverso il Brasile e la Spagna facendo teatro di strada. Quindi si stabilisce
in Italia dove si forma come danzatore studiando varie tecniche (Graham, Limòn,
Cunningham, Release, Contact) e seguendo numerosi stages con maestri e
coreografi di danza contemporanea e non.
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