“Letteratura e salti mortali” con Claudio Di Palma che cura anche la regia
Quando il Teatro si
fa poesia
Servizio di Andrea Fiorillo
26
febbraio 2014
Servizio di Andrea Fiorillo
Napoli
- Dopo aver sperimentato un percorso teatrale sui testi della Ortese lo scorso
anno, lo Stabile napoletano ospita negli spazi del Ridotto “Letteratura e salti mortali”,
quarto dei cinque spettacoli imperniati sulle opere di un altro scrittore che
tanta parte della sua produzione ha dedicato a Napoli, Raffaele La Capria.
In
scena dal 25 febbraio al 2 marzo, questo viaggio nella scrittura, nel sentimento della letteratura,
mette di fronte all'avvento di una nuova, sterminata Classe Media che ha invaso
la cultura fagocitando tutto nei suoi gerghi scientifici-burocratici. A questo
si oppone, in un atto di autodifesa, il narratore/autore che sfida queste
forzose teorizzazioni per parlare al cuore delle cose, perché è solo così che si arriva a “sentirle davvero”.
In
questo nostro mondo in cui ci si batte contro un immaginario anoressico,
monopolizzato dal nulla, dove il niente non può che produrre il niente, la Letteratura è un salto mortale
verso una possibilità diversa, una via di
uscita “senza sforzo apparente,
senza ricerca dell’effetto,
in souplesse...ed il pensiero si rivolge alla levità semplice
e solenne di un tuffo particolare, sognato e mai eseguito, il rovesciato teso,
un calcio alla luna in cui il corpo raggiunge una sospensione ferma ed
innaturale per poi precipitare nel budello azzurro della piscina.”
Questi
tuffi di La Capria, poeticamente resi dall’affabulazione
teatrale di Claudio Di Palma, raccontano di incontri immaginari con Kafka
seduto al fianco di una terrorista degli anni di piombo, con Joyce dirimpettaio
di Montale, con Camus accanto a Klaus Dibiasi e ancora con Lopachin o Petronio,
convitati immaginari sulla mensa posta al centro della scena, che si trasforma
in trampolino quando sul finale il tuffo diventa realtà e necessità. Allora, in quel momento, il maestro di un
tempo che fu, Ciccio Ferraris, tuffatore del
circolo nautico Posillipo, diventa colui che ha regalato gli strumenti per “volare in alto” e la tavola
imbandita si trasfigura in una piattaforma aerea dalla quale lanciarsi in volo,
e fare della letteratura “quel sogno guidato” di cui parlava Borges.
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