“QUESTO PAZZO PAZZO CORNA PARTY ovvero Invito a cena con il botto” scritto e diretto da Rosario Ferro
Al Teatro Il Primo di Napoli, dal 20 marzo al 4
aprile
Con la Compagnia Bianca Solazzo
Servizio di Maurizio
Vitiello
Napoli - Spettacolo “fuori stagione” con la
primavera, che non vuole arrivare; metti un Natale, un cenone da non perdere,
tredici a tavola e una moglie con l'ossessione maniacale per la scaramanzia, e
non solo.
Per il nostro
protagonista si prepara un invito a cena ... con il botto.
Lo spettacolo in cui si
impegnano Rosario Ferro, Maria Teresa Sisto, Enza
Iaccarino, Pino Pino,
Rossella Santoro, Aldo Leonardi, Pasquale Minopoli è
stato gradito dal folto pubblico, nota davvero positiva in questo scorcio di
stagione, in cui la programmazione teatrale partenopea subisce ritocchi e
improvvise rinunce.
In questo particolare momento, il teatro napoletano
sta soffrendo e ce ne accorgiamo; i talenti vanno direttamente a Roma per
vedere di trovare qualche strada alternativa e puntano al cinema.
Napoli, città sorgiva e creativa, per eccellenza,
sforna giovani promettenti, che hanno difficoltà ad emergere; non trovano
“compagnie di battaglia” per poter provare e riprovare.
Rosario Ferro riesce a coagulare attenzione e a
padroneggiare il “sentimento del riso”:
L'attore-regista ha cercato sempre di dimensionare,
nelle varie stagioni, un teatro acconcio e accorto, che si agganciasse alla
tradizione vernacolare, imprescindibile tessera del mosaico teatrale.
La regia di Rosario Ferro ben ha impostato lo
spettacolo che diverte; scene: Enrico Scudiero; musiche: Vincenzo De Dominicis;
costumi: Sartoria La Primiere.
Si punta alle caratterizzazioni, che sono motivi di
specifiche promesse di scena.
Alcuni momenti di sana ilarità sono dilaganti; gli
attori si impegnano per soddisfare una platea che insegue le battute comiche.
In scena gli artisti si muovono, nel limitato
spazio, con capacità operativa e puntano a sottolineare la caratura delle loro
caratterizzazioni con espansioni massime, talvolta sopra le righe, ma con la
convinzione che ciò trascini il pubblico al sostegno dell'applauso.
Il “feeling” c'è, comunque, tra spazio scenico e
platea gremita e la storia con momenti topici, sorretti da tempi precisi, si
dipana parallela a scorci di commedia dell'arte, in cui s'infilano motti
d'impulso e si inventano mosse, battute e ribattute.
La storia semplice inquadra tradimenti e storie
vissute, che sfilano in un corollario di situazioni per diventare teoria
ritmata di comicità.
Applausi convinti, alla fine.
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