“Il Contratto”, un attualissimo Eduardo alla Galleria Toledo
Con la regia di Pino Carbone
Servizio di Andrea Fiorillo
Servizio di Andrea Fiorillo
Napoli - In scena a Galleria Toledo, dal 14 al 23
febbraio, Il Contratto, con la regia di Pino Carbone, è una commedia in
tre atti di Eduardo De Filippo scritta nel 1967.
La commedia gira intorno alla figura di Geronta Sebezio,
uomo di nobile discendenza che, secondo quanto racconta, ha ricevuto
un'ingiustizia dai suoi fratelli i quali, a causa di una sua eccessiva generosità
nel dare denaro a chiunque ne avesse bisogno, lo hanno espropriato di tutte le
proprietà ricevute dal padre. Ed è appunto questa sua smania di dare che viene
sviluppata e svelata nei tre “quadri/atti” che compongono lo spettacolo.
Il racconto della “resurrezione” di
Isidoro, un novello Lazzaro, la spiegazione di come stipulare e redigere il
Contratto, le disquisizioni sul disinteressato amore che porta i defunti alla
rinascita, sono le basi dell’analisi che la sapiente regia di Pino Carbone fa
durante l’arco di questa vera e propria trilogia. Si parte appunto dall’analisi
dell’Individuo nella prima parte, con il proprio mondo che viene spiegato e
falsificato da una serie di risposte che l’intervistato Geronta da al
giornalista che cerca di svelare, senza successo, il perverso meccanismo che il
protagonista ha creato.
Gli Affetti sono, invece, al centro del
secondo atto, con gli uomini in lotta con i propri bisogni e quelli degli
altri, con i propri tempi e quelli degli altri, con le proprie parole e i
propri pensieri, sempre a contatto e in contrasto con quelli degli altri. Ed in
questo incontro/scontro che si svela la totale assenza di reale condivisione,
dove tutto è ridotto a Materia, come il corpo del povero defunto che diventa magistralmente
oggetto da possedere perché parte integrante di quella necessità che fa dell’uomo
un individuo sempre solo.
Nella terza ed ultima parte una “giostra
scenica” svela il dramma che Geronta aveva cercato di nascondere: in un gioco
in cui il protagonista si fa vero e proprio deus ex machina, tutto è mascherato
dalla finzione, un luogo dove i personaggi si muovono e sono mossi dal proprio
personale interesse che coincide o si contrasta con quello di Geronta, in uno
spazio che fa l’uomo solo, ma che dovrà necessariamente essere condiviso con
gli altri, quegli altri necessari perché senza, anche la nostra stessa
egoistica individualità non avrebbe senso di essere.
Ottima la prova di Claudio Di Palma, nella
parte del protagonista, e bravi tutti gli altri attori.
16 febbraio 2014
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