"Il Bell'Antonio" di Vitaliano Brancati – adattamento teatrale di Antonia Brancati e Regia di Giancarlo Sepe
Al Teatro Parioli di Roma dal 12 al 22
marzo
Antonio, bramato da tutte, non è in grado di soddisfarne alcuna.
Proprio lui, così bello e aitante è incapace di dare piacere alle donne a causa della sua impotenza. Una questione pesante non solo dal punto di vista personale, ma sopratutto politico e sociale.
Servizio di Federica De Cesare
Roma - In scena dal 12 al 22 marzo al
Teatro "Parioli Peppino De Filippo" di Roma, Il Bell'Antonio,
tratto dall'omonimo romanzo del '49 di Vitaliano Brancati, interpretato da
Andrea e Luchino Giordana, Giancarlo
Zanetti ed Elena Callegari per la regia di Giancarlo Sepe. Una rappresentazione che, sebbene sia
ambientata nella Catania fascista, tocca tematiche ancora vive nel panorama
odierno. Il bell'Antonio emblema dell'uomo
forte, potente, affascinante e virile, è l'uomo che tutte le donne
desidererebbero sposare. La sua è tuttavia mera apparenza, una bellezza che
potremmo definire inefficace.
Dietro questa facciata di grandezza si
nasconde, infatti, la cruda realtà, l'essere umano con tutte le sue debolezze e
le sue fragilità.Antonio, bramato da tutte, non è in grado di soddisfarne alcuna.
Proprio lui, così bello e aitante è incapace di dare piacere alle donne a causa della sua impotenza. Una questione pesante non solo dal punto di vista personale, ma sopratutto politico e sociale.
"Il Bell'Antonio" si rivela
essere una metafora che vede racchiusa nella virilità dell'uomo l'ottusità di
una società che fa del potere carnale un valore assoluto. Una denuncia verso
una mentalità che considera la capacità sessuale al pari di quella politica e
scambia la seduzione erotica per capacità di governo. Un grande fumo che nasconde un vuoto profondo.
Riportata in auge nel '60
con Mastroianni e la Cardinale, l'opera in scena ai Parioli riesce, attraverso
un sapiente uso della scenografia, che si serve di un sipario rotante, dei
costumi e all'interazione di musiche e luci, a ricreare le giuste atmosfere e a
dare i giusti ritmi al dramma, immergendo lo spettatore nella Catania degli
anni '30-'40.
Gli attori in scena ben
riescono poi a coinvolgere il pubblico mettendolo di fronte alla cieca
ipocrisia del mondo borghese.
In scena anche Simona Celi,
Michele Dè Marchi, Natale Russo, Alessandro Romano e Giorgia
Visani.
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