“Magica…mente a Roma”, spettacolo musicale sul folklore romano con canti e balli
Laila
Scorcelletti porta a Napoli l’8 marzo il progetto dell’ecclettico gruppo Le
Maghe
Servizio di Anita Curci
Una rappresentazione musicale
di 90 minuti che sta raccogliendo molti consensi, ma di che si tratta e come è
nata questa iniziativa?
“E’
nata da una mia idea di costruire uno spettacolo romano che fosse completo e
culturalmente significativo senza sfociare però nella volgarità. Troppo spesso
gli artisti che propongono spettacoli sulla romanità scambiano il colore popolare
del linguaggio dialettale con la volgarità gratuita. L’allestimento è proposto
dal gruppo artistico Le Maghe che si compone di 7 eclettici elementi femminili
(Alice di Clemente, Biagina Flammini; Daniela Brandi; Daniela De Paoli,
Graciela Dorbessan Roberta Giangreco, ed io, Laila Scorcelletti) che
ricoprono i seguenti ruoli : 5 voci e 2
coriste; 1 chitarra, 1 fisarmonica, castagnette, 4 tamburelli; 4 danzatrici.
Nel testo raccolgo 15 tra le più famose e coinvolgenti canzoni popolari romane
che, interpretate e suonate dal vivo, si incastonano in un copione comico ma al
tempo stesso denso di spessore culturale. Gli arrangiamenti, curati dalle
musiciste (Brandi, di Clemente) sono impreziositi dalle coreografie originali
eseguite dalle danzatrici (Flammini; De Paoli; Giangreco; Scorcelletti). Le
esecuzioni canore, curate da Dorbessan, non inflazionano l’ascolto perché sono
su più registri vocali”.
Chi si occupa della
regia, delle scenografie e dei costumi?
“Mi
occupo io di regia, scenografia e costumi, ma ogni cosa è valutata insieme e le
decisioni maturano sempre attraverso un confronto collegiale del gruppo. L’esperienza che scaturisce da ogni data teatrale
porta poi a limature, arricchimenti e miglioramenti dettati dal vissuto scenico.
La scenografia è
semplice ma piuttosto caratteristica. La scelta degli abiti è molto accurata:
le artiste indossano un costume popolare e, nel corso dello spettacolo, si
cambiano spesso di abito per esigenze coreografiche”.
Quanta fatica c’è
dietro un progetto culturale di questo tipo?
“Ogni
progetto culturale è molto faticoso.
Bisogna crederci, programmare, pianificare, organizzare ma anche
rischiare tempo, energie e professionalità a fronte di un guadagno minimo, pur
sapendo che la mancata vendita dei biglietti può trasformarsi in una pesante
remissione. Finora ce l’abbiamo fatta. Niente è impossibile, a mio avviso e,
forse, il detto che la fortuna aiuta gli audaci, resta un proverbio valido
anche in questo tempo storico. E costruire cultura nella creazione di un
progetto teatrale completo è davvero un’ambizione audace perché gli
investimenti dello Stato italiano in questo settore sono talmente esigui da
sembrare inesistenti. Da questo punto di
vista noi, non solo “ce la cantiamo e ce la suoniamo” ma anche, in qualità di
Maghe, facciamo...magie perché ogni volta che vediamo il teatro pieno, ci
sembra proprio una magia”.
L’8 marzo sarà anche a
Napoli, cosa si aspetta dal pubblico campano?
“Il
pubblico di Napoli lo guardiamo con riverente timore, la canzone napoletana e
il teatro napoletano hanno tradizioni culturali che per noi sono sacre. Veniamo
in questa città con l’umiltà con cui si entra in un tempio di culto. Vogliamo
essere soltanto accolte con l’affetto caloroso che caratterizza il popolo
napoletano. Questo è per noi il massimo perché abbiamo molto da imparare ancora,
ma sappiamo che solo facendo il teatro s’impara a fare teatro e in questo
mestiere il pubblico, in ogni spettacolo, ti indica la strada da percorrere per
arrivare alla tappa successiva. Il pubblico, con il suo consenso e le sue
critiche, fa crescere l’artista.
Chiediamo
al pubblico di Napoli di considerare questo nostro invito a teatro come
l’occasione di commemorare in un modo originale la giornata della donna proprio
perché sia lo spettacolo che il libro, (“La principessa e il cantastorie” pubblicato
dalla Kairòs edizioni) affrontano il rapporto uomo-donna in una chiave
scherzosamente...profonda”.
Cosa ci può dire del
libro?
“Il
libro ... si colloca in un genere letterario difficile da definire: la parte
narrativa appare come una fiaba per adulti che raccorda la parte poetica
composta da 4 filoni di poesie che rappresentano delle tappe narrative (e non
voglio dire di più perchè toglierei l'effetto sorpresa al lettore). La prosa e la poesia s'intrecciano in una
trama semplice dal sapore antico che costituisce una chiave simbolica di
analisi psicodinamica, ma anche sociale, del rapporto uomo-donna. Le
illustrazioni dai vivaci colori sono della giovane e talentuosa illustratrice
Federica Messina, quelle in bianco e nero sono le mie, eseguite con una tecnica
particolare...una penna a biro nera”.
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3579057
Oppure
rivolgersi a
Antichità
– via Michelangelo Schipa 21, Napoli
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