TUTTE LE NOTTI DI UN GIORNO di Alberto Conejero lettura drammatizzata con Claudio Di Palma, Marina Sorrenti traduzioni Maria Concetta Marzullo, Marco Ottaiano a cura di Istituto Cervantes
Per
Napoli Teatro Festival Italia 2020 - Capodimonte – Casino della regina 28 luglio ore 19.00 - Prima assoluta
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Servizio di
Rita Felerico
Napoli – Capodimonte.
Una canzone leggera del 1967
di successo, seconda quell’anno a Sanremo, interpretata da Tony Renis, ironica,
una presa in giro sulla verità dell’amore; e le note di Bach, ritmate, armoniche,
a ricordare con matematica cadenza l’impossibilità di amare e di amore. Questi
i brani che accompagnano Tutte le notti
di un giorno lettura drammatizzata, più tragica che thriller, tratta da un’opera
dell’autore spagnolo Alberto Conejero, un giovane andaluso
di Jaén nato nel 1978. L’opera, tradotta per la
prima volta in italiano su commissione dell’Istituto Cervantes di Napoli, è una
prima assoluta all’interno della programmazione del NTFI20. Alberto Conejero laureato in Regia teatrale e
Drammaturgia presso la Real Escuela Superior de Arte Dramático, è autore originale
che ha già prodotto testi di successo, tra cui La piedra oscura (Premio
Ceres 2015), La extraña muerte de una cupletista contada por su perro (vincitore
del IV Certamen LAM 2010), Ushuaia (Premio Ricardo López de
Aranda 2013), Húngaros (Premio Nacional de Teatro
Universitario 2000).
È attualmente direttore del Festival de Otoño, una
importante manifestazione primaverile, di tutte le arti, che si tiene a Madrid.
È una storia complessa questa lettura, a scavare nel passato dei protagonisti,
Samuel e Silvia, che preferiscono, ognuno raggomitolato nel proprio silenzio,
non mettere a nudo tutti i segreti, ma intuirli per non gridare forte la triste
verità. Della donna, ferita da un passato di violenza familiare, dall’abbandono
del ‘suo uomo’, non resta che un labile involucro che lei stessa con metodica
ossessione lascia depredare ogni sera, da alcool e bui sconosciuti. L’unica
luce è Samuel, il giardiniere che cura la serra di famiglia, ricca di piante
rare e profumate. Ma l’amore fra i due – anche se desiderato da entrambi – non
può nascere. C’è una profonda complicità, un profondo patto di solidarietà e
comprensione: si intuiscono, si proteggono senza superare i confini
dell’amicizia e del rispetto. “Se si
vuole fare i giardinieri – dice Samuel – bisogna saper stare soli, le piante amano il silenzio, il respiro. Il tempo non serve alle piante”. E Silvia
desidera essere una pianta; conosce i nomi di tutte le rarità botaniche
coltivate nella serra e al solo nominarle si rianima, ritrova vita.
La bravura degli attori, un Claudio Di Palma molto piegato sul
personaggio, e Marina Sorrenti decisamente
Silvia, fa dimenticare la mancanza di scene, di un gioco di luci, limitato
dall’allestimento plein air; si immagina tutto lo stesso, lo spazio, gli oggetti,
il profumo delle piante, e persino il commissario – magari in trench bianco - che
interroga Samuel sulla sparizione del corpo di Silvia. “Dopo la sua sparizione ho
tappato la porta della sua stanza, perché non entrasse neppure il tempo”,
afferma dolorante Samuel. Ma l’emozione del fedele giardiniere non convince
l’indagatore che alla fine scoprirà dove è il corpo di Silvia. Si tratta di assassinio?
Non proprio. Il corpo di Silvia voleva essere radici, diventare radici e
lanciare il suo sguardo finalmente verso il cielo: “Aveva gli occhi aperti – confesserà Samuel - ma lei non c’era”. La vena drammaturgica del giovane Alberto Conejero
ricorda lo spessore di certa letteratura spagnola e le ombre che spesso la
attraversano, insieme ad una passionalità tutta mediterranea, non molto
distante dal clima della tragedia. Tutto questo lo si vive nell’atmosfera
rarefatta del Casino della Regina grazie all’ interpretazione vissuta dagli
interpreti / lettori, fino alla fine nei panni di Samuel e Silvia, anche quando
la verità si impone gettando la sfida della ‘bellezza’, nel cercare di
afferrare un briciolo di speranza fra quei fiori, anche immaginati, come il
cactus e il suo respiro di Samuele, fiori
diventati ali.
Lo spettacolo è andato in live streaming su live.napoliteatrofestival.it,
su Radio CRC, sul Canale 620 del Digitale Terrestre e sull’App ufficiale di
CRC, e sulla piattaforma Ecosistema digitale per la cultura della Regione
Campania.
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