DITEGLI SEMPRE DI SÌ di Eduardo De Filippo, regia Roberto Andò
Teatro San Ferdinando 9 - 19 dicembre 2021
Servizio di Rita Felerico
Napoli – “Il luogo dove siamo convocati – racconta il
regista Roberto Andò – è il tipico
interno piccoloborghese di Eduardo, il salottino, che subito diviene lo
specchio scheggiato della follia del protagonista, l’antro in cui la sua mente
può elaborare, manipolare e distorcere i ragionamenti e i sofismi di chi gli
viene a tiro, scardinandone la fragilità e la vanità”. Scritta in
prima versione nel 1927 con
il titolo di Chill'è pazzo! la commedia fu interpretata
da Vincenzo Scarpetta; rivisitata dal grande Eduardo agli inizi degli anni Trenta,
Ditegli
sempre di sì si tuffava
nell’atmosfera di quegli anni, che rispecchia – dopo la marcia su Roma – una
sempre maggiore repressione del senso critico, una intolleranza verso la
diversità, una galoppante ipocrisia nelle relazioni e verso se stessi. Portata
in scena al Teatro Nuovo nel 1932, Eduardo la ripropone recitando insieme ai
suoi fratelli, a Tina Pica e Dolores Palumbo.
Una edizione storica, del cuore,
che il regista Roberto Andò ha ben scolpita nella mente e nella sua sensibilità
di regista, un ricordo d’amore, una presenza di sottofondo che attraverso il
suo occhio alimenta la messa in scena odierna, senza soccombere ai ricordi o a
banali imitazioni. Anzi, il tema della follia – di rimando pirandelliano –
viene accomunato alla incapacità, tutta contemporanea, di vivere i rapporti umani
e di dialogare, purtroppo intrisi da tanta ipocrisia e finzione. Tutti i
protagonisti, tranne il matto Michele Murri
( un bravissimo Gianfelice
Imparato ) nella loro forte caratterizzazione e rigidità di ruoli esprimono
questo limite umano, come se recitassero la loro vita invece di viverla, da
Teresa – la sorella del pazzo Michele – al padrone di casa Don Giovanni
Altamura, dal poeta Luigi ad Olga, la fidanzata di Ettore, dal dottore alla
cameriera Checchina e così per tutti, come se la paura della verità , il timore
di guardarsi dentro potesse nuocere al corso degli eventi e ledere un presunto,
corretto conformismo.
Tranne Michele, il quale nella sua lucida follia osserva con
grande razionalità gli altri, riuscendo a vedere oltre i gesti e le parole che
lo e li circondano. Anzi, le parole, la giusta scelta delle parole,
l’importanza di chiamare le cose con i giusti significati, più volte sottolineata
da Michele nel corso della trama drammaturgica, determina la differenza fra ciò
che si dice e si è, fra ciò che si pensa e si esprime. Questo gioco di
contraddizioni tutti gli attori sono bravi a rendere, con eleganti prove
attoriali e soprattutto Gianfelice Imparato, nel quale lo spirito eduardiano fa
da sfondo alla sua personale forza interpretativa, lo ricorda, ma con i suoi
occhi. Bene calibrati i momenti di gioco, di farsa, di pochade con l’intensità
- per forza vissuta- di una realtà che non è quella che appare. E il teatro può
permettersi questo, dire ciò che è la verità delle cose, con toni di ironia e
satira, con toni di drammatico accento e in questa edizione di Ditegli
sempre di sì la trama dei
dialoghi ci porta a riflettere con più attenzione su cosa sia la follia, su chi sia veramente
folle, su quanto la follia anche sottilmente
determini le azioni e i pensieri del e nel sociale. In questi tempi di
pandemia, ritornare a godere della parola
di questa commedia è un suggerimento significativo e commuove rivederla al San Ferdinando, la tormentata
casa di Eduardo.
DITEGLI SEMPRE DI SÌ
di Eduardo De Filippo
regia Roberto Andò
con (in ordine di locandina) Carolina Rosi, Gianfelice
Imparato, Edoardo Sorgente, Massimo De Matteo, Federica Altamura, Andrea
Cioffi, Nicola Di Pinto, Paola Fulciniti, Viola Forestiero, Vincenzo
D’Amato, Gianni Cannavacciuolo, Boris De Paola
scene e luci Gianni Carluccio
costumi Francesca Livia Sartori
foto di scena Lia Pasqualino
produzione Elledieffe – La
Compagnia di Teatro di Luca De Filippo, Fondazione Teatro della Toscana –
Teatro Nazionale
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