Campania Teatro Festival - Teatro Nuovo 3, 4 dicembre 2021 ore 21.00 - debutto
Servizio di Rita Felerico
Napoli – La presenza di Valeria Apicella,
semplice, essenziale, vestita e rivestita di bianco, riempie e attraversa lo
spazio del palcoscenico con i movimenti del suo corpo, posti in giusta distanza
e osservazione dalle immagini che alle sue spalle disegnano luoghi e dimensioni
immaginarie e reali. Unica protagonista di quel gioco di specchi e di riflessi,
la sua esile figura in cerca di identità si imbatte in sogni e crude realtà
nelle quali la donna che è e che
desidera rappresentare insegue al limite e sul confine della sua esistenza, in una
pienezza che non troverà mai. Frammenti di sé sono sparsi ovunque ed anche
nella comprensione di ciò che accade non riesce a ricomporre nessuna azione di
opposizione o di difesa. L’essere donna coincide con un tempo piatto dove nulla
cambia e nulla può agire, nonostante la volontà di capire e di rompere con un
destino che appare immutabile. Le immagini sono la verità e divengono verità
nelle relazioni: tutto sembra come proiettato in un film, sembra, perché le
ferite non sono sopprimibili e sono lì: perché
sei donna, ripete ossessiva una voce rifacendosi alle sfumature di un qui
ed un ora che non incide e non attraversa la sua esistenza per un vero
cambiamento. Interessante la trama che si viene a creare fra lei, Valeria, la
protagonista e le figure che si compongono alle sue spalle, una poesia digitale
di effetto che sfuma, si frantuma lasciando in solitudine il grido di aiuto,
che sosta in quel Delayer , l’istante che trascorre fra la presenza e la sua inevitabile
dissoluzione. Tutto nasce nel luglio
2020, quando «una notte – racconta
l’artista - nel silenzio, nel vuoto del
lockdown, ho iniziato a cercare attraverso i dispositivi social, “dentro”
queste finestre virtuali, come tanti di noi, me stessa. Di fronte a un grande
schermo dove si proiettavano queste finestre mi sono imbattuta in una doppia
porta immaginaria, e da lì una spirale che non faceva che riprendere il mio
movimento in un circuito chiuso e pur infinitamente aperto. Lo stato di
presenza modificato si addiziona a sé stesso. Casualmente, nel tempo della ripetizione,
si rivela altro. Delayer è un dispositivo che crea un ritardo nella
trasmissione di un segnale in un circuito.»
Breve nota biografica
Valeria Apicella nasce a Napoli e vive a Parigi dal 1996 al 2015.
Dopo una carriera internazionale di interprete di danza contemporanea per Paco
Dècina, Carolyn Carlson o Sasha Waltz, si dedica alla coreografia. Fonda nel
2005 la compagnia 3.14. Il suo lavoro, profondamente ancorato nel femminile, si
relaziona ad una diversità di mezzi: la voce, il video, la scrittura poetica,
l’istallazione. Crede nella pura presenza dei corpi, nella semplicità del
linguaggio e nell’incontro tra le discipline, in composizioni che chiama
“installazioni coreografiche”. In queste opere la geometria e la libertà si
fondono all’uso di accessori e costumi messi in scena come frammenti di un
racconto. Come in una installazione, il corpo articola il senso degli
oggetti mentre il fruitore/spettatore circola ed interagisce come in un labirinto
di segni. Valeria Apicella ha creato pièces e performances per teatri e musei
in Italia, Francia, Belgio, Germania.
DELAYER installazione coreografica di e con Valeria
Apicella
video Valeria Apicella e Cyril Béghin /
montaggio sonoro Cyril Béghin
luci Giuseppe Di Lorenzo / canto Anna
Maronna
visuals Studio Paura
assistente di produzione Sabrina
Sorrentino produzione Residenza 3.14
in coproduzione con Consultrading s.r.l.
residenza artistica Punto Zero Atelier
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RISERVATA
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