RITRATTO DI DORA M. regia Francesco Frongia con Ginestra Paladino

Napoli Teatro Festival Italia  - Teatro  Nuovo  dal 15 al 17 giugno 2018 


Servizio di     Rita  Felerico


Napoli-  Henriette Theodora Markovitch (nota come Dora Maar) nasce in Croazia il 22 novembre 1907;  padre architetto, madre cattolica di origine francese, ama e studia  la fotografia, coltivando un talento quasi naturale. Di  rara bellezza, colta, dotata di forte spirito di indipendenza, vive intensamente la Parigi di George Bataille – di cui sarà amante - Aragon, Cocteau, Bunuel, Eluard e Pablo Picasso, il grande amore della sua vita.
Dora si definisce “una guardona nata” o, peggio ancora, “una guardona perversa” e spesso afferma: “Chi ama l’arte e insieme pretende di amare l’artista lo fa a proprio rischio e pericolo”. Parole che riflettono tutta la passionalità dell’amore verso Picasso; modella e amante per anni di uno dei geni del secolo scorso, del quale documentò fotograficamente le opere e soprattutto la creazione di Guernica, andò incontro per questo amore ad un infelice destino, che la condusse alla follia. Curata da Jaques Lacan, cercò di superare il dolore dell’abbandono attraverso l’arte e il conforto religioso, ma man mano si chiuse in una solitudine meditativa nella quale visse più di cinquant’anni e a cui nessuno fu mai ammesso.
Il testo di Fabrizio Sinisi è intenso e denso come la vita di Dora, ne coglie il senso e si inquadra  negli avvenimenti che sconvolgono in quegli anni il mondo. Ma la messa in scena non riflette con adeguata risposta la stessa passione, si snoda in una ‘lettura’  alquanto monocorde  più che in una interpretazione scandita come ci si aspetterebbe dalla variegata esistenza di Dora. 
La bravura di Ginestra Paladino – una delle attrici ne Il giovane favoloso di Mario Martone, ha lavorato con Toni Servillo (Sabato, domenica, lunedì), Enzo Moscato, Pappi Corsicato e nel cinema con Paolo Sorrentino (L’amico di famiglia ) e Giovanni Veronesi (Manuale d’amore ) e alla tv (Distretto di polizia)–   si sente vibrare insieme alla sua emozione, ma l’ espressività viene  alquanto repressa nei confini di una lettura che il regista Francesco Frongia definisce antinaturalistica, con l’obiettivo di far emergere il tono poetico, tono presente nel  testo ma non nella realizzazione dello spettacolo, un testo a vocazione musicale, ben commentato dai brani originali composti da Carlo Boccadoro. Dichiara il musicista : “ La musica descrive  tre facce, tre maschere, tre stazioni di un percorso esistenziale unico, lontano da qualsiasi tentazione di biopic e  più vicina all’idea di un melologo, in cui la musica  “dipinge”  i ritratti di una vita”.


con Ginestra Paladino
progetto a cura di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
parole di Fabrizio Sinisi
musiche originali Carlo Boccadoro
scene e costumi Erika Carretta
regia Francesco Frongia
produzione Teatro Filodrammatici di Milano
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia



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