IL SEME DELLA TEMPESTA - Trilogia dei Giuramenti

Napoli Teatro Festival  - Teatro Bellini





Servizio di   Rita  Felerico





Napoli – Molta  attesa per questo spettacolo  prodotto dal Teatro Valdoca, diretto da Cesare Ronconi e scritto da Mariangela Gualtieri, interpretato oltre che dagli attori del Valdoca da 12 giovani attori-  allievi del laboratorio Valdoca per il NTF, i quali hanno condiviso insieme – prima di andare in scena -  un tratto di vita in comune per fare prove, training, danzare, cantare. Una  attesa che ha in parte deluso: probabilmente se non ci fosse la presenza della Gualtieri sarebbe uno spettacolo più da sezione laboratorio; probabilmente il testo intenso e poeticamente denso ha di per sé un limite interpretativo se non è profondamente legato nei suoi tempi e connessioni fra le varie discipline espressive. 

Lo spettacolo è una trilogia; Non ancora , eppure già  introduce lo spettatore all’ascolto della parola e sono infatti  in scena il percussionista Enrico Malatesta – bravissimo -  e Attila Faravelli al suono. Efficaci nell’interpretare una difficile e articolata partitura che rivela anche una diversità di esecuzione, la musica  accompagna una sequenza di immagini  visibili su schermi posti sul palcoscenico,  proiettate con una particolare tecnica messa a punto dallo stesso Ronconi. Immagini color seppia, dal tono alquanto angosciante, animate da tre ragazze davanti ad un proiettore in platea.

La seconda parte Discorso ai vivi e ai morti, vede la poeta Mariangela Gualtieri lanciare messaggi dall’alto delle mura di una immaginaria città, attorniata da un coro. Ed è l’unico momento che può ricordare il grande Bardo.Un linguaggio poetico, testamentario, rivolto al passato e carico di incertezza per il futuro,un lamento, un grido di dolore, dentro il quale è difficile aprire spiragli. Ma i 10/15 minuti nei quali la poeta occupa la scena sono tutto lo spettacolo. Il testo infatti da lei scritto, quando è da lei anche interpretato vola senza dubbio alto sulla sensibilità e  l’ascolto. I toni, la cifra delle parole, la capacità di coinvolgimento sono elementi discriminanti per dare corpo alla trama. ”…sono un niente appeso in un docile respiro….ho un porto sepolto in me, lontano….solo ciò che hai amato rimane e si fa intreccio, linfa dell’albero che si è , ciò che amiamo fa di noi quello che siamo…”. Sono solo alcuni dei versi pronunciati come incitamento, denunzia, invettiva, suggerimento all’azione.
Ed è nella terza parte Giuramenti  che i giovani attori cercano di dare senso e vita alle parole della sacerdotessa / vate. Il loro occupare la scena è un movimento di corpi, di danze attraverso  i quali  i ragazzi  con determinatezza tentano  di superare  i loro disagi e le loro disillusioni. Interessante la giovane Liguoro che si è esibita in una danza /esercizio ginnico  con un cerchio, simbolo geometrico e filosofico di un approccio al mondo, e l’interpretazione  del monologo dedicato all’amare e al bacio :“ partorire questa è la mia rivolta.. l’amore viene senza le facce….”.
Interessante la scultura di ferro opera di Francesco Bocchini posta al centro della platea, dove le poltrone coperte da teli bianchi ricordavano le onde del mare, con gli spettatori – costipati nei palchi- a chiedersi se andare via o assistere fino alla fine.


scene, luci e regia Cesare Ronconi
testi Mariangela Gualtieri
con Mariangela Gualtieri per Discorso ai vivi e ai morti
e con Arianna Aragno, Elena Bastogi, Silvia Curreli, Elena Griggio, Rossella Guidotti, Lucia Palladino, Alessandro Percuoco, Ondina Quadri, Piero Ramella, Marcus Richter, Gianfranco Scisci, Stefania Ventura
e gli allievi del laboratorio Valdoca per NTFI18 Carmine Bianco, Margherita Kay Budillon, Francesco Dell’Accio, Chiara Di Bernardo, Germana Di Marino, Chiara Ferronato, Gaia Ginevra Giorgi, Antonella Liguoro, Sebastian Marzak, Jonas Moruzzi, Tullia Primultini, Riccardo Santalucia, Leonardo Sbabo, Francesca Somma, Emma Tramontana, Maria Teresa Vargas, Claudia Veronesi, Laura Villani, Zi Long Ying, Anna Zuppiroli
drammaturgia del movimento: Lucia Palladino
guida al canto: Elena Griggio
suono della prima parte ideato ed eseguito da: Enrico Malatesta in collaborazione con Attila Faravelli
costumi: Cristiana Suriani/Cristiana Curreli-ReeDoLab
oggetti di scena: Patrizia Izzo
proiezioni: Cesare Ronconi
macchinerie: Maurizio Bertoni,
scultura in ferro: Francesco Bocchini 
collaborazione alle luci: Stefano Cortesi
service audio: Andrea Zanella, Michele Bertoni
cura e ufficio stampa: Lorella Barlaam
amministrazione: Cronopios SAS
produzione: Teatro Valdoca
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia
con il contributo di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Cesena
per Giuramenti anche con la collaborazione di L’arboreto-Teatro Dimora di Mondaino, Teatro Petrella di Longiano e il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

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