MENTRE ASPETTAVO regia di Omar Abusaada, testo di Mohammad Al Attar


Al Teatro Bellini di Napoli per il Napoli Teatro Festival Italia il 26 e 27 giugno 

 

Servizio di Pino Cotarelli

 

Napoli – La prima del 26 giugno al Teatro Bellini della rappresentazione di “Mentre aspettavo”, nell’ambito del Napoli Teatro Festival, ha riportato nella sua crudezza la vicenda Siriana purtroppo ancora contestuale, attraverso una storia, quella di Taim, che dopo aver attraversato uno dei numerosi ceck-point di Damasco, viene picchiato brutalmente e successivamente ricoverato in ospedale in stato comatoso. Da quello stato di “trance” Taim ripercorre la storia dei cambiamenti della sua vita e del suo paese, conducendo lo spettatore oltre che nelle difficili vicende personali e familiari sospese fra arcaica tradizione e modernità desiderata, fra le immense folle delle piazze, nell’alta tensione della protesta contro il regime, fra gli spari per le violente repressioni. L’ingresso del pubblico in platea con sipario aperto, la fredda struttura scenografica, gli attori già posizionati e immobili, annunciava l’intenzione di uno spregiudicato contatto con una realtà confinata troppo spesso nella semplice sfera mediatica e quindi sentita come lontana, se non estranea, dalla nostra quotidianità. Anche la difficoltà dei sottotitoli da seguire, perché lo spettacolo era recitato in lingua araba, non ha sminuito la resa drammatica dei bravi attori del cast: Amal Omran, Mohammad Alarashi, Nanda Mohammad, Fatina Laila, Mouiad Roumieh, Mohammad Al Refai. Un racconto che evidenziava i modi di essere prima e dopo le proteste di piazza, il bisogno di libertà da un regime troppo oppressivo, utilizzando spaccati di vita, filmati e armonie musicali, che si avvicendavano nel vari ambienti creati da una scenografia che sfruttava spazi anche in altezza e dove i vari personaggi si alternavano ora da protagonisti ora da spettatori, come ad evidenziare che quel dramma apparteneva a tutti, a chi lo viveva e a chi pensava di poterne usufruire solo come una forma di informazione-spettacolo .

Le note di regia riassumono bene quanto si percepisce dalla rappresentazione: <<come Taim il suo paese non è né vivo né morto, è in una zona grigia di speranza e disperazione».

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA 

 

Commenti