“Eleonora Pimentel Fonseca - con civica espansione di cuore” regia di Riccardo De Luca
Al
Maschio Angioino il 27 e 28 maggio e 3 e 4 giugno
Servizio
di
Pino Cotarelli
Napoli
– Un pubblico particolarmente attento ed emozionato al Maschio Angioino, alla prima
del 27 maggio dello spettacolo “Eleonora
Pimentel Fonseca - con civica espansione di cuore”. Una bella rappresentazione
caratterizzata da una intensa recitazione da parte di tutto il cast di attori
composto da: Annalisa Renzulli, Riccardo De Luca, Gino Grossi, Salvatore Veneruso, Maria Anna
Barba, Dario Barbato, Lucrezia Delli Veneri, Francesca Rondinella, in cui è
risaltata la particolare bravura di Riccardo De Luca e l’emozionante trasporto di Annalisa
Renzulli nel ruolo di Eleonora Pimentel Fonseca, nel ripercorrere raccontando e
recitando, i fatti napoletani del 1799. La trascrizione ad opera di Riccardo De
Luca, dai romanzi “Cara Eleonora” di Maria Antonietta Macciocchi e “Il resto di
niente” di Enzo Striano, tradotti in buona parte in napoletano settecentesco, l’accurata
ricostruzione dai documenti storici tra cui “Il Monitore Napolitano” e il “Manoscritto
del processo di separazione”, hanno ben riportato quelle vicende che avrebbero potuto
dare lunga vita alla prima Repubblica
Napoletana basata su una nuova costituzione,
ispirata ai valori della rivoluzione francese, che si sono poi rivelati troppo
prematuri per una popolazione soggiogata, inerme, e non ancora pronta per gli
ideali di libertà e di
autodeterminazione.
Prodotto
da Stati Teatrali, con la regia di
Riccardo De Luca, questo spettacolo, che ha fatto già registrare notevoli
successi, riesce a dare un chiaro quadro della travagliata vita di Eleonora
Pimentel Fonseca, la coraggiosa donna che non volle mantenere quell’aristocratico
distacco che forse le sarebbe tornato utile, per amore di un ideale e del popolo
napoletano, di cui si sentiva parte integrante, nonostante fosse nata a Roma e
vissuta in Portogallo. Un popolo del quale però non condivideva la devozione rassegnata
e complice, alla tirannide Borbonica e che invano cercò di riscattare dalla
miseria e dalla ignoranza in cui era stato gettato.
Un
travaglio quello di Eleonora Pimentel Fonseca, che il sociologo Francesco Alberoni
avrebbe inquadrato come “Stato nascente”, il processo sociologico per il quale nuovi ideali
e rinate speranze uniscono individui generando movimenti di contrapposizione all’istituzione,
partendo proprio dall’interno stesso delle istituzioni. Eleonora infatti per i
Borboni, curava la biblioteca e da quell’osservatorio gli furono chiare le
ingiustizie e le miserie che scardinavano qualunque resistenza di quel popolo
napoletano che tanto amava, governato da un re ignorante e prepotente, definito
in maniera più che mai appropriata, “Lazzarone”. Una drammaturgia intensa nel racconto
recitato, cantato e mimato, che il regista Riccardo de Luca, ha voluto accompagnare
con una colonna sonora da lui curata, che ha saputo coniugare
moderno e classico, affidandosi anche alla prestigiosa voce di Francesca
Rondinella.
Emblematica
la presenza della maschera di Pulcinella come simbolo del pensiero popolano
dell’epoca, a dimostrazione della completa indisponibilità alle sollecitazioni
di Eleonora Pimentel Fonseca per una battaglia dagli ideali troppo lontani e
poco consoni alla mediocrità rassegnata di una quotidianità senza pretese. Una
coscienza civile, politica e sociale quella di Eleonora e i suoi compagni
cittadini della Repubblica partenopea che si riverberò nella sua opera di sensibilizzazione
con il “Monitore” della Repubblica di cui fu fondatrice, che gli costò la vita
insieme a molti patrioti con cui aveva condiviso il sogno della libertà che la
restaurazione dei Borboni affogò nel sangue.
Una
rappresentazione che fa rivivere gli stati d’animo di una prestigiosa realtà
patriottica napoletana a cui ancor oggi, in cui sembra smarrita l’etica, si
dovrebbe far riferimento.
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