Zona Vomero, il nuovo spazio teatrale a Napoli dove la comicità è di casa

Intervista all’attore Michele Caputo, principale promotore del piccolo teatro vomerese

Servizio di Francesco Gaudiosi



Napoli - E’ ormai routine leggere di teatri in via di fallimento, di storiche sale adibite ormai a proiezioni cinematografiche e di innumerevoli spazi artistico-culturali costretti a chiudere i battenti per la crisi. Proprio per questo fa notizia l’apertura di un nuovo spazio teatrale nel quartiere Vomero di Napoli- per l’appunto chiamato Zona Vomero- fondato e gestito dall’attore di Zelig e di Komicamente Michele Caputo.

 

Caputo, da cosa nasce l’idea di creare Zona Vomero?

Quattro anni fa costruii Komicamente- un laboratorio di cabaret- che arrivò al Teatro Diana, il quale ci diede la possibilità di fare i “mercoledì del cabaret”, e da quel momento il progetto incominciò a decollare. Attualmente abbiamo un mercoledì al mese e per ogni data riusciamo anche a fare ottocentocinquanta presenze in un giorno. Considerati i tempi di crisi del teatro è un grandissimo traguardo. Si era quindi creata la possibilità di rimettere in piedi questo locale dismesso da tanti anni, l’ho attrezzato come una sala teatrale dove si può fare cabaret e piccole rappresentazioni.

 

E’ previsto un cartellone per il 2015?

Sì, cominceremo dagli inizi di marzo con un mini-cartellone. Ora sto registrando nello spazio la trasmissione Komicamente che va in onda su Piuenne, alla fine delle registrazioni cominceremo il ciclo di rappresentazioni teatrali. Una stagione da marzo a maggio, con 5-6 spettacoli al massimo ma con nomi comunque di rilievo.

 

Come è nata l’iniziativa di mettere su Komicamente?

Komicamente era un laboratorio che io seguivo per conto di Zelig a Napoli, ma le indicazioni di Zelig erano estremamente “nordiche” allora pensai di staccarmi da loro e farne uno per conto mio. Credo che la comicità napoletana sia completamente differente da quelli che sono i ritmi e i tempi del nord, e chiaramente è difficile amalgamare Napoli e Milano da questo punto di vista; per cui mi è sembrato giusto creare un laboratorio di cabaret che vivesse di luce propria.

 

Quanta responsabilità c’è nell’aprire uno spazio teatrale a Napoli, città dove sempre più spesso la cultura e il teatro in particolare si “svendono”?

Credo che Napoli abbia attraversato un momento di decadimento culturale negli ultimi anni dovuto al fatto che c’è una staticità, vuoi per la crisi economica che non permette di mettere fuori idee e soldi, ora credo che si possa parlare di una rinascita fatta dalla cultura. Credo che la cosa migliore da fare sia proprio aver aperto un luogo di cultura. E’ con la cultura che nasce e rinasce una città. Sento che questo fermento culturale sia in atto e sono convinto che la scelta di aprire questo spazio possa contribuire all'impulso di rinascita.

 

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