“Don Giovanni” di Moliere – regia di Alessandro Preziosi
Al
teatro Diana di Napoli dal 21 gennaio al 1° febbraio
Servizio
di Francesco Gaudiosi
Napoli- Seducente.
Ammaliante. Passionale. Contemporaneo. Quattro semplici aggettivi per
descrivere il Don Giovanni di Preziosi, che sarà pronto a “sedurre” il pubblico
del Teatro Diana di Napoli fino al primo febbraio. Il quadro che ci propone
Alessandro Preziosi, interprete e regista dello spettacolo, restituisce una
visione al contemporaneo di un capolavoro senza tempo, dove vere e proprie
cornici avvolgono la scena ricreando una visione atemporale, nella quale i
magnifici costumi d’epoca di Marta Crisolini Malatesta si fondono in perfetta simbiosi con
l’essenziale ma modernissima scenografia firmata da Fabien Iliou.
Capolavoro della prosa senza
tempo, il Don Giovanni di Moliere ha vissuto nella storia del teatro
innumerevoli rappresentazioni teatrali ma nella versione di Preziosi c’è un che
di magnetico, di così estremamente accattivante che non permette distrazione
alcuna. Niente è lasciato al caso, ogni singolo elemento della mise è costruita
con un ritmo impeccabile ed una meticolosità inaudita. Andare a cercare un
errore tecnico in questo spettacolo sarebbe come cercare un pelo in un uovo. I tempi,
le pause ed i respiri di Preziosi mostrano una precisione tecnica che non
sfocia mai in virtuosismi attoriali, e la stessa presenza scenica dell’attore
napoletano è notevole, ma ogni signore ha un suo servitore, e Don Giovanni non
sarebbe così affascinante se non ci fosse alle spalle il suo fedele servitore
Sganarello.
Nando Paone, nel ruolo
dell’irriverente servitore di Preziosi, restituisceun personaggio con
un’eccellente caratterizzazione, a
tratti divertente ma senza mai sfociare nel banale, a tratti moralista ma
sfortunatamente inerme di fronte alla dialettica affabulatoria del suo spavaldo
padrone. Il duo Preziosi- Paone regge con distinta bravura la scena, e lo
stesso Paone riesce a chiudere lo spettacolo in maniera sublime e brillante.
Le scene di Fabien Iliou,
non sono altro che pannelli scenografici bianchi sui quale vengono proiettati
immagini, colori, personaggi: lo stesso Don Giovanni si materializza sulla
scena passando dall’etereo pannello, e morirà nella sfida divina proprio
bruciando nel fuoco della sua stessa passione, stavolta smaterializzandosi dal
palcoscenico. La scenografia crea una dimensione tra vero e immaginario, tra
surreale e tangibile, tra classico e contemporaneo, lasciando letteralmente a
bocca aperta tutto il pubblico. Riuscendo, inoltre, a coesistere in perfetta armonia
con la contemporaneità delle musiche di Andrea Farri, che rendono lo spettacolo
vivo, reale e attraente, proprio come il Don Giovanni stesso. In scena, insieme
a Preziosi e Paone, anche Lucrezia Guidone, Roberto Manzi, Matteo Guma, Daniele
Paoloni, Barbara Giordano e Daniela
Vitale.
“Don Giovanni è un immagine
che compare costantemente ma non acquista mai contorni né consistenza; un
individuo che è formato costantemente ma non viene mai compiuto, e nella cui
storia non s’apprende nient’altro se non s’ascolta il fragore dei flutti”,
disse Kierkegaard, un mito senza tempo, così ostinatamente irrispettoso fino al
punto di pensare impunemente che così come la giustizia terrena, dove il Don
Giovanni, forte dei suoi privilegi, riesce ad avere la meglio, anche con quella
divina potrà trovare al momento opportuno un modo per salvarsi.
Magnifico e sontuoso il
finale, che, chiudendosi sulle note del Don
Giovanni di Mozart, restituisce una visione di condanna divina per il
protagonista, ma allo stesso tempo di mero materialismo
del servo Sganarello, per nulla dispiaciuto della dannazione del suo padrone,
bensì preoccupato di non ricevere la sua paga.
Un capolavoro senza tempo
firmato da un illustre autore, Moliere che, come Goldoni, Eduardo e Cechov, resiste
al cambiamento dei tempi, e le cui opere sono destinate a rimanere attuali in
ogni epoca.
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