La stagione “onesta”del Napoli Est Teatro. Un nuovo passo verso la rivoluzione culturale della città.
Presentata
la stagione 2015 della nuova struttura teatrale di San Giovanni a Teduccio.
Servizio diFrancesco
Gaudiosi
Napoli - Neanche un mese fa ci
trovavamo a scrivere del nuovo spazio teatrale Zona Vomero, situato
nell’omonimo quartiere di Napoli. Proprio in questi giorni siamo venuti a
conoscenza dell’inaugurazione del nuovo cartellone teatrale del Napoli Est
Teatro (Nest), polo culturale già da tempo consolidato nel cuore di San
Giovanni a Teduccio, che è ora riuscito a centrare un nuovo importante obiettivo: quello di ospitare una stagione teatrale tutta
sua, vantando tra l’altro nomi di rilievo tra cui Antonio Latella, Carmine
Borrino, Alessandro Haber e tanti altri. Uno spazio creativo e multifunzionale
che nasce dalle ceneri di una scuola abbandonata, un luogo destinato al degrado
che Francesco Di Leva, Adriano Pantaleo e Carmine Guarino sono riusciti a
rendere un notevole - ma soprattutto lodevole- centro culturale nel cuore di
San Giovanni a Teduccio.
Il collettivo del Nest, di
cui fanno parte anche il regista Giuseppe Miale di Mauro e gli attori Giuseppe
Gaudino e Andrea Vellotti, è riuscito a creare un consolidato gruppo di artisti
che, all’interno della struttura, hanno la possibilità di confrontarsi e di crescere
vicendevolmente. Il proposito però è quello di non trascendere mai dall’idea
centrale del progetto: quello di creare un centro culturale aperto a tutti, in
particolare alle categorie sociali più
deboli (da elogiare l’idea della gratuità di ingresso agli spettacoli ai
giovani del territorio tra i 13 ed i 17 anni).
Il Nest oggi compie, quindi,
un importante e significativo passo
avanti, quello di realizzare una nuova stagione teatrale, in grado di attirare
sul territorio una molteplicità di artisti, di giornalisti ma – soprattutto- di
cittadini.
Ci veniva in questi giorni
da pensareproprio alla malinconica ma veritiera esclamazione di Eduardo, “Fuitevenne!”, e da riflettere che forse le
circostanze per rivedere questa esortazione ci sono tutte. Le possibilità
culturali a Napoli si moltiplicano di giorno in giorno. Parlando con artisti,
registi ed addetti ai lavori, troviamo sempre più nei loro discorsi queste due
parole: rivoluzione culturale. La
rivoluzione di una città che risponde con la cultura ai problemi quotidiani,
con una formazione in campo artistico che può far tornare a Napoli ad essere un polo culturale e di
spettacolo centrale nel panorama europeo. Una rivoluzione fatta con
l’educazione. Perché, come disse Mandela: “L’educazione è il grande motore
dello sviluppo personale. E’ grazie all’educazione che la figlia di un
contadino può diventare medico, o il bambino nato in una famiglia povera il
presidente di una grande nazione. Non ciò che ci viene dato, ma la capacità di
valorizzare al meglio ciò che abbiamo è ciò che distingue una persona
dall’altra”. E allora i migliori augurial
Napoli Est Teatro di siglare altri innumerevoli traguardi artistici e teatrali.
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