Mastro don Gesualdo regia di Guglielmo Ferro
Teatro Bellini, dal 20 al 25 gennaio 2015
Il Mastro don
Gesualdo sarà interpretato da Enrico Guarneri, attore che ha
magistralmente superato la ‘fase popolare’ della sua carriera conquistando il
favore di un vasto pubblico ed entrando profondamente nel cuore dei catanesi.
Guarneri, dotato di una innata vis comica e tecnicamente assurto al ruolo di
attore poliedrico, si è dimostrato, nel corso di questi anni, capace di passare
dal registro drammatico a quello grottesco con grande maestria interpretando
molti dei personaggi che hanno fatto la storia della drammaturgia teatrale
siciliana ed europea. Enrico Guarneri è dotato quindi tutte le qualità fisiche
ed interpretative necessarie ad incarnare perfettamente Gesualdo Motta, il
manovale che è riuscito a 'farsi' da solo, divenendo ricco con il proprio
lavoro, odiato da tutti, trattato ora con disprezzo ora con ironia. Guarneri
come Mastro-don Gesualdo è un uomo senza riposo.
La riduzione e la
messinscena dello spettacolo sono affidate al regista Guglielmo Ferro,
figlio di Turi Ferro interprete del Mastro don Gesualdo nel 1967, che,
da anni, si dedica alla drammaturgia contemporanea adottando una tecnica
registica di respiro europeo. La sua profonda conoscenza del teatro
contemporaneo, il gusto minimalista e moderno delle sue messinscene sono
indispensabili per un’operazione culturale che mira, nel rispetto assoluto del
valore storico-letterario del testo verghiano, ad una trasposizione più attuale
del Mastro- don Gesualdo. Guglielmo Ferro intende ricontestualizzare il
‘concetto di roba’, che permea il romanzo, l’incessante e frenetica attività di
speculazione di un mondo di estremo materialismo, dove non c’è posto per i
sentimenti, in un mondo senza spazio e tempo, in cui i personaggi sono
'fotografati' come una marionetta non può fare altro che andare incontro al
proprio destino, che niente e nessuno potrà cambiare. Non c’è alcuna visione
positiva della vita, che emerge come un vicolo cieco, inesorabile
La trama: In Mastro don Gesualdo
il Verga narra le vicende di un ex muratore, che con la sua tenace laboriosità
è riuscito ad arricchirsi. Non gli basta però la potenza economica, egli mira
ad elevarsi socialmente e sposa Bianco Trao, una nobile decaduta che ha avuto
una relazione amorosa col cugino Rubiera ed è stata da lui lasciata, perché la
madre, la baronessa Rubiera, si è opposta al matrimonio riparatore. Il matrimonio
con Bianca non porta a Mastro-don Gesualdo la sperata soddisfazione, perché,
ora che è diventato "don", si sente escluso non solo dalla plebe
dalla quale proviene, ma anche dal mondo aristocratico, che lo considera un
intruso e lo tratta con distacco. Egli porta nei due titoli che precedono il
nome "Mastro-don Gesualdo" il suo dramma: per la plebe è diventato un
"don", un signore quindi, e perciò appartiene a un altro mondo; per
gli aristocratici rimane il "mastro" di sempre, e quindi è un estraneo
al loro mondo. Ma il dolore maggiore gli deriva dal non sentirsi amato né dalla
moglie né dalla figlia Isabella, che, d’altra parte, non è propriamente sua
figlia, ma è nata dalla relazione di Bianca con Ninì Rubiera. Egli, che
ignorava tutto ciò, fa educare la figlia in un collegio di nobili e la vizia
accontentandola in tutti i desideri. Ma poi si scontra con lei quando Isabella
si innamora del cugino Corrado La Gurna, e la fa sposare ad un nobile
palermitano. Mastro-don Gesualdo, che nel frattempo ha perduto la moglie, è
costretto a lasciare il paese in rivolta per i moti del ’48; poi, essendosi
ammalato di cancro, va ad abitare a Palermo nel palazzo della figlia dove
assiste allo scempio delle proprie ricchezze e muore solo e abbandonato da
tutti.
Rielaborazione drammaturgica di Micaela Miano
da Giovanni Verga
Con Ileana Rigano, Rosario Minardi, Francesca
Ferro, Vincenzo Volo, Rosario Marco Amato, Pietro Barbaro, Giovanna Centamore,
Nadia De Luca, Gianni Fontanarosa, Maddalena Longo Chiavaro
La storia del romanzo: Mastro don Gesualdo,
pubblicato nel 1889, è uno tra i più conosciuti romanzi di Giovanni Verga.
Narra la vicenda del protagonista che dà il titolo al romanzo, ed è ambientato
a Vizzini, in Sicilia, nella prima metà dell’800 in periodo risorgimentale. È
scritto in una lingua che rispecchia sapientemente la realtà che illustra.
Mastro-don Gesualdo uscì a puntate sulla
Nuova Antologia dal 1° luglio al 16 dicembre 1888, e poi in volume
presso l'editore Treves, nel 1889. Secondo romanzo del "ciclo dei
vinti", è questo il frutto di un lungo lavoro preparatorio proseguito
incessantemente per sette anni. I primi abbozzi risalgono al 1881-1882, subito
dopo la pubblicazione de I malavoglia.
La vicenda del romanzo segue tutte le tappe della vita del protagonista,
dalla sua infanzia povera all'adolescenza avventurosa, dalla maturità, appagata
dal successo economico, ma fallita sul piano degli affetti e dei rapporti
umani, fino alla morte e alla solitudine. Il romanzo è suddiviso in 4 parti per
un totale di 21 capitoli.
Nel corso degli anni il Mastro-don Gesualdo ha conosciuto magistrali
interpretazioni che hanno portato il valore del testo verghiano all’interno dei
linguaggi teatrali e televisivi.
Il Mastro don Gesualdo è stato interpretato a teatro da Turi
Ferro, e
da Enrico Maria Salerno per la riduzione televisiva di Ernesto Guida e
Giacomo Vaccari, con la regia dello stesso
Giacomo Vaccari, scenografia di Ezio Frigerio. Produzione RAI
Radiotelevisione Italiana e R.T.F. Radiodiffusion Télévision Française.
Trasmesso in sei puntate dal 2 gennaio al 6 febbraio 1964.
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