Moscato: tra i frammenti delle mie opere per scoprire una “Patria Puttana”
Il
drammaturgo alla Sala Assoli del Nuovo. Poi, a giugno, ospite del Napoli Teatro
Festival Italia
Servizio di Mario Migliaccio
Servizio di Mario Migliaccio
Napoli - “Patria Puttana” è la nuova
creazione di Enzo Moscato, autore-attore-regista che in oltre 30 anni di
esperienza si è conquistato un posto di primo piano nella drammaturgia non solo
napoletana, ma italiana. Lo spettacolo è in programma dal 25 al 30 marzo alla
Sala Assoli del Nuovo. Con lo stesso Moscato saranno in scena Cristina Donadio
e Giuseppe Affinito.
Di che
cosa tratta “Patria Puttana”?
“È una drammaturgia che
punta più sul frammentario che sul narrativo; una raccolta di frammenti di
testi miei, scritti nel corso di 34 anni. Quando metto in scena questi recital
- mi piace chiamarli così - faccio un’operazione di collage, scegliendo qua e
là brani dei miei lavori con la sola logica dell’assonanza e del ritmo, non
badando cioè alle storie che raccontano. Mi capita, così, di accostare brani
che non si assomigliano per niente, perché amo proprio quest’estetica della
contrapposizione o, come la definisce qualcuno, estetica dell’ossimoricità”.
Perché
questo titolo?
“Anch’esso è un ossimoro in
realtà, dal momento che perché metto insieme due termini opposti: patria e
puttana. Ovviamente, bisogna considerare quanto sia materna e non matrigna la
patria all’interno di storie che parlano di prostitute, assieme ai travestiti
le figure principali della mia drammaturgia. Queste storie-non storie, questi
frammenti che verranno fuori, parleranno di donne perdute, appunto come la
nostra patria”.
Avrete
altre date dopo il Nuovo?
“Purtroppo il teatro
attraverso un periodo pessimo. Per il futuro non si sa nulla di preciso. Posso
solo augurarmi di riuscire a conquistare altre repliche”.
Altri
progetti?
“Io sono sempre in fermento
creativo, anche se le condizioni economiche non sono delle migliori. Ora sto
lavorando a una pièce che sarà presente nel cartellone del Napoli Teatro
Festival Italia, a giugno”.
Se
Enzo Moscato potesse fare qualcosa per risollevare l’attuale situazione del teatro,
cosa farebbe?
“Nel mio piccolo, cerco di
tenere alta la qualità di ciò che scrivo e rappresento. Indubbiamente, la crisi
generale della società e dell’economia investe anche la drammaturgia. Ecco perché
tutti noi ci ritroviamo a vedere spettacoli imbarazzanti e improponibili che
nulla hanno a che fare con il teatro. Non sono un uomo di potere, ma se fossi ministro, darei grande attenzione
alla cultura e al teatro, perché sono convinto che il suo tasso di qualità è anche
quello della nazione che lo esprime”.
18 marzo 2014
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