“Exit”, dall'1 al 6 aprile al Teatro Bellini di Napoli
Il
dramma di coppia secondo Paravidino
Servizio di Federica De Cesare
Exit ha ricevuto grande consenso di pubblico. Un successo riconducibile al tema stesso dello spettacolo, riflesso di dinamiche di coppia ampiamente condivise?
Lei pone grande attenzione all'aspetto introspettivo dei personaggi, ritiene che la principale difficoltà che una coppia si trova a dover affrontare sia la capacità di crescere insieme conservando allo stesso tempo il proprio Io?
Un teatro che vuole intrattenere e divertire o un mezzo per spingere alla riflessione?
31 marzo 2014
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Servizio di Federica De Cesare
Napoli
- Al suo terzo anno di tournée nazionale Exit approda al Teatro
Bellini. La commedia dolce-amara del regista piemontese
ripercorre le dinamiche di una coppia che, dopo molti anni trascorsi
insieme, si trova a dover fare i conti con divergenze e malumori che
insidiano il rapporto.
L'aspetto
psicologico dei personaggi gioca quindi un ruolo centrale in un opera
che, anche attraverso i dialoghi, stimola la partecipazione del
pubblico.
Scenografia
semplice ed emblematica, nella quale due grandi scritte “Exit” ed
“Affari Interni” sottolineano la continua tensione tra il restare
e l'andare via, tra il continuare ad essere un'unità condivisa
piuttosto che scissa.
Exit ha ricevuto grande consenso di pubblico. Un successo riconducibile al tema stesso dello spettacolo, riflesso di dinamiche di coppia ampiamente condivise?
Di
certo si tratta di situazioni in cui tutti, almeno in parte, ci siamo
ritrovati. I personaggi in scena non hanno un vero nome, sono A, B,
C, e D; in loro è facile rivedere il proprio amante, la propria ex o
rispecchiarsi in problematiche comuni.
In
fondo la storia è quella di una coppia in crisi che subisce il peso
delle incomprensioni e che, in questo caso, decide di porne rimedio
attraverso una ricerca dell'individualità che avviene fuori dal
tetto coniugale.
Paravidino, il
suo è un occhio disincantato nei confronti dell'amore?
No, per nulla. In scena i protagonisti si amano moltissimo e ricordano
con sguardo malinconico i giorni felici vissuti insieme perché, dopo
anni, non riescono più a rivivere quei momenti. Sono bloccati in
sospesi e non detti, in ripicche e vecchie accensioni.
Lei pone grande attenzione all'aspetto introspettivo dei personaggi, ritiene che la principale difficoltà che una coppia si trova a dover affrontare sia la capacità di crescere insieme conservando allo stesso tempo il proprio Io?
Spesso
non si riesce a trovare un equilibrio, o meglio un compromesso, tra
amore totalizzante ed individualità del singolo ed ecco che sorgono
i problemi.
In
questo caso A e B sono alla ricerca di una via d'uscita rispetto ad
una vita che non calza più alle loro aspettative. La vita insieme ha
nel tempo annientato un'individualità che i protagonisti reclamano
adesso a gran voce.
In
realtà non esistono regole in amore e ognuno ricerca il tipo di
rapporto che più lo appaga: non è detto, ad esempio, che un
rapporto più centralizzante sia destinato a finire.
Tuttavia
nel momento in cui ci si inizia a rendere conto di certe insofferenze
individuali, per cui si percepisce magari la mancanza della propria
individualità o non si prova più piacere nel fare determinate cose
per amore, allora quell'intorpidimento frutto della passione sta
evidentemente venendo meno.
Un teatro che vuole intrattenere e divertire o un mezzo per spingere alla riflessione?
L'intrattenimento
non esiste, la vita stessa è intrattenimento. Lo spettacolo porta in
scena una situazione di vita reale, che rispecchia l'ironia
dolce-amara dell'esistenza stessa.
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