I clown di Slava e l’incredibile metamorfosi nel riscoprirsi bambini
In scena al
Bellini fino al 23 marzo lo spettacolo evento “Slava’s snowshow”
Servizio di Francesco
Gaudiosi
Napoli - Prima di
andare a vedere uno spettacolo come “Slava’s snowshow”, forse la cosa migliore
è quella di non predisporsi mentalmente ad assistere ad un capolavoro teatrale,
considerato come lo spettacolo evento dell’anno. Forse è meglio non pensarci,
andare a teatro con la mente di un bambino che non sa ancora che cosa aspettarsi
da quello che sta per vedere. Così ci si prepara al meglio a godere di un’opera
teatrale di rilevanza, perché la meraviglia che lo
spettacolo può suscitare nello spettatore è impossibile da compendiare in poche
semplici righe. “Slava’s snowshow” commuove e fa ridere allo stesso tempo, fa
sorprendere ma anche riflettere. Uno spettacolo di rara fattura dove non esiste
drammaturgia di parola e dove l’unico filo logico è la sperimentazione di azioni,
di voci e di sguardi dei clown che grazie alla loro notevole bravura riescono
ad emozionare anche con piccoli gesti o particolari espressioni del viso. Da
lodare inoltre la scenografia, che proietta lo spettatore in uno spazio poetico
e suggestivo, ricordando talvolta la tecnica delle inquadrature cinematografiche.
Uno spettacolo che ha il suo tratto fondante nella partecipazione attiva del
pubblico: si potrebbe dire che la quarta parete non viene mai abbattuta dal
momento che sin dall’inizio dello spettacolo questa non esiste. I clown
giocano, scherzano, divertono e “molestano” il pubblico, che ad ogni loro
azione non può far altro che meravigliarsi e sorprendersi della fantasia delle
loro trovate. Ecco la parola chiave: fantasia. Capacità di immaginare, di
rendere reale qualcosa che proviene dal nulla, dall’iperuranio del pensato ma
mai possibilmente concretizzato. Magistrale e quanto mai degna di lode è
l’interpretazione del clown giallo, Asisyai personaggio di stampo chapliniano
che comparve sulle scene già nel lontano 1980, ai primordi dell’incredibile
successo di Slava Polunin. Nel corso della rappresentazione la sperimentazione
e la ricerca del “fattore meraviglia” coinvolgono lo spettatore in una
metamorfosi irreversibile dalla quale è impossibile uscire, culminando in un
finale dove anche gli adulti, finalmente al termine del processo di metamorfosi
che li ha resi bambini, si divertono a lanciare per tutto il teatro degli
enormi palloni colorati. E’ la forza del teatro, certo, ma per far uscire
quest’energia da uno spettacolo bisogna anche averne le capacità, e Slava le ha
decisamente tutte.
21/03/2013
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