Capodimonte – Giardino
Paesaggistico di Porta Miano (Porta Miano) 2 luglio
Servizio di Rita Felerico
Capodimonte – La Sezione Osservatorio ha un suo fascino e riserva
piacevoli sorprese. Come ci si può trovare così, improvvisamente, immersi in un
Tempo senza Tempo, in una dimensione onirica e quasi folle che porta l’anima a
ripercorrere, attraverso la dimensione della reincarnazione, le vite precedenti,
per annullarne il peso in vista
dell’imminente fine? È il protagonista
di Vite di Ginius a condurci
per mano, in una avventura che appare sospesa fra cielo e terra. Ginius si
allunga infatti dopo la morte, si guarda dopo la morte, a partire dallo sguardo
che tocca il corpo immobile solo per
osservarlo, quasi con distacco, per liberarsene, per liberarsi del suo peso, per
procedere in avanti oltre Caronte. Cosa accade quando il corpo, peso
abbandonato sul letto dopo la morte, rimane a testimoniare in silenzio e
nell’immobilità la propria esistenza dando voce a quell’anima che da sempre lo
ha accompagnato, seppure nella sua indifferenza?
Il linguaggio si dispiega su due livelli, che
differenziano la diversità dei racconti, spalmati nell’arco di mille anni, dai
ricordi d’infanzia all’oggi fino a quelli tramandati e custoditi nella memoria:
la poesia, in rima, in versi, in terzine dantesche del primo tratto di vita
disegna la dimensione simbolica, mentre la prosa del dopo delinea lo stato dei
fatti, la realtà degli avvenimenti. Sono queste le Vite di
Ginius, i momenti difficili delle scelte, dell’abbandono, accompagnati
dal ritmo della musica che rileva gli
istanti del distacco, perché una sola è l’anima di un morto, alla quale
tocca involare per osservarsi, anche nei
momenti di egoismo e chiusura verso l’altro – vedi la storia di Nina e della
sua morte annunciata, che il protagonista per egoistica indolenza non riesce a salvare, come la contadina al
pozzo non riesce a salvare il piccolo
Nino dalla caduta verso la morte -.
Un
monologo mai monocorde quello di Max Mazzotta dove la musica e le
immagini in video e in digitale scorrono senza subire rotture di racconto, anzi
si fanno fatti con i fatti che accadono, con i vari timbri
e toni di voce del protagonista. Si
parla dell’uomo, delle sue debolezze, dei suoi sogni e dell’ironica
impossibilità a raggiungerli. Credere non basta, oppure ci si chiede: quante
vite sono necessarie per renderli veri? E l’oscurità dei colori non attutisce
la forza di un moto di beffardo credo, per il quale alla fine si comprende perché
abbiamo un estremo bisogno di guardare al
dentro – afferma ad un certo punto il protagonista – al turbamento della carne, attraverso il quale scegliere di vivere. Un testo non facile, ma immediatamente
percepito, bravo Max Mazzotta e i responsabili delle strutture tecniche e sceniche.
Breve nota sul Max
Mazzotta
Ha iniziato a recitare in teatro nel 1990 e nel 1993 si è
diplomato alla scuola del Piccolo Teatro di Giorgio
Strehler a Milano. Nel 1995 ha esordito come regista, sempre per il teatro,
con "Il gatto e la volpe" cui sono seguiti nel 1998
"Grottesco" e "Prove aperte", nel 1999 "Follia",
nel 2000 "L'ebreo di Malta" e nel 2001 "L'Amleto".
L'esordio nel cinema risale al 1997 in "L'ultimo capodanno" di Marco
Risi. Ha lavorato anche nelle serie Tv "Ultimo II" (1999) di Michele
Soavi e "Distretto di Polizia" (2000) di Renato De Maria.
Quest'ultimo lo ha chiamato nel 2002 per interpretare uno dei personaggi
disegnati da Andrea Pazienza nel film "Paz!".
Max Mazzotta, all'anagrafe Maximilian Mazzotta,
nasce a Cosenza il 2 novembre 1968. Direttore artistico della compagnia
teatrale "Libero Teatro", opera con notevole successo nella città di
Cosenza.
VITE DI GINIUS
SCRITTO, DIRETTO E INTERPRETATO DA MAX
MAZZOTTA
ASSISTENTE ALLA REGIA ANGELA CANDREVA
RESPONSABILE TECNICO E STRUTTURA SCENICA GENNARO DOLCE
COSTUMI GIADA FALCONE/MOEMA ACADEMY
CONSOLLE LUCI e VIDEO SERAFINO SPROVIERI
CONSOLLE AUDIO FRANCESCO MALIZIA
PRODUTTORE ESECUTIVO/AMMINISTRAZIONE GIANLUIGI FABIANO
ORGANIZZAZIONE IRIS BALZANO
PRODUZIONE LIBERO TEATRO
CAPODIMONTE – GIARDINO PAESAGGISTICO DI
PORTA MIANO (PORTA MIANO)
2 LUGLIO 2021
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