Pompeii Theatrum Mundi TEATRO GRANDE – Pompei 15 - 17 luglio 2021
Servizio di Pino Cotarelli
È andata in scena a Pompei, dal 15 al 17 luglio 2021,
per il Pompeii Theatrum Mundi, una
eccellente versione in francese, con sopratitoli in italiano, de “Il giardino
dei ciliegi”, coerente con la visione dell’autore Anton
Čechov, che la concepì come commedia con elementi di farsa a supporto
dei contenuti di drammaticità presenti. Merito di un progetto condiviso dall’eccellete
regista Tiago Rodrigues e dalla pluripremiata attrice Isabelle Huppert, che
oltre ad esaltare i caratteri dei personaggi e far emergere le loro sottili ironie, ha voluto connotare la rappresentazione con
categorie da musical, accompagnate da moderne incursioni musicali, con
chitarre elettriche, tastiere e percussioni, in una luminosa scenografia
semovente, mossa dagli stessi attori, e scene rese dinamiche dai continui
movimenti dei numerosi personaggi presenti sulla scena. Un lavoro, che pur
prestandosi alla duplice natura di commedia/tragedia, ha trovato in questa
versione, la giusta dose di modernità e di contestualità, senza peraltro trascurare
gli essenziali caratteri di drammaticità che la contraddistinguono.
Una rappresentazione che ha raccontato bene il periodo di
forte cambiamento della società russa, in cui il forte legame col passato
aristocratico e con le abitudini ad esso connesse, non agevolavano il
necessario adeguamento alla nuova società del XIX secolo, che vedeva la nascita
della borghesia e la conseguente decadenza dell’aristocrazia, dopo l’abolizione
nel 1861, del sistema feudale, in un periodo in cui anche le dinamiche del
lavoro erano in forte cambiamento. L’adeguamento al cambiamento poteva ancora offrire
una continuità nel benessere, ma era necessario abbandonare un mondo che ormai
permaneva solo nei ricordi di chi aveva vissuto nell’opulenza, contorniato da una
servitù ormai non più asservita. Una storia che percorre le vicende di un’aristocratica
russa e della sua famiglia che non vuole rinunciare alla proprietà che sta per essere
messe all’asta, nella quale c’è una grande coltivazione di amareni (da cui il
titolo “il giardino dei ciliegi”).
Nell’esame delle varie possibilità che pure esistono, per
conservare la tenuta, la famiglia non vuole rinunciare ai ricordi e non riesce
a consentire soluzioni che possono consentire ancora uno stato di benessere per
l’intera famiglia che alla fine è costretta a lasciare la proprietà e nell’abbandonare
la tenuta non può evitare neanche l’abbattimento di quegli alberi che hanno rappresentato
il baluardo dei loro ricordi oltre ad aver fruttato molto nel passato.
Costruzione di lussuosi residence rappresenteranno il nuovo che avanza e
non a caso il proprietario è un discendente di chi ha fatto parte della servitù
di quella famiglia. Un lavoro che ha messo in luce l’ottima intesa fra gli
attori, tutti bravi, a cui questa drammaturgia assegna dignitosi spazi scenici.
Gigante nel suo personaggio, seppure mingherlina nel fisico, la Isabelle
Huppert, una delle attrici più premiate della storia del cinema, che ha dato
prova oltre che delle sue doti attoriali, delle sue capacità di raccordo con gli
altri numerosi personaggi.
Note di regia:
“Ho sempre pensato che Il giardino dei ciliegi trattasse della
fine” scrive il regista in una sua nota. “Prima come lettore e
studente di drammaturgia e poi come attore ho sempre considerato l’ultima
commedia di Čechov, come un dramma sulla fine delle cose e sugli addii. Mi
sbagliavo, o meglio, credo che fossi nel posto sbagliato al momento sbagliato –
come se non avessi avuto abbastanza esperienze di vita da poterla analizzare
sotto la luce giusta. Oggi, dal mio punto di vista, posso affermare che Il
giardino dei ciliegi tratta dell’inesorabile forza del cambiamento.
Mettere in scena Il giardino dei ciliegi nel 2021 significa parlare
d’un tempo di profonda ed invisibile mutazione sociale, un tempo abitato da
personaggi che non capiscono che quello che loro chiamano straordinario
rappresenta la nuova normalità. Mettere in scena Il giardino dei ciliegi significa
parlare di uomini e donne convinti di vivere qualcosa di unico che non è mai
stato vissuto prima. Significa parlare d’uno straordinario momento storico, che
parla dei dolori e delle speranze d’un nuovo mondo che nessuno ha ancora
pienamente studiato”.
LA CERISAIE / IL GIARDINO DEI CILIEGI di ANTON ČECHOV
traduzione ANDRÉ MARKOWICZ E FRANÇOISE
MORVAN
regia TIAGO RODRIGUES
con ISABELLE HUPPERT, ISABEL ABREU, TOM ADJIBI, NADIM AHMED,
SUZANNE AUBERT, MARCEL BOZONNET, OCÉANE CAIRATY, ALEX DESCAS, ADAMA DIOP, DAVID
GESELSON, GRÉGOIRE MONSAINGEON, ALISON VALENCE E MANUELA AZEVEDO, HÉLDER
GONÇALVES (MUSICISTI)
collaborazione artistica MAGDA BIZARRO
scene FERNANDO RIBEIRO
luci NUNO MEIRA
costumi JOSÉ ANTÓNIO TENENTE
trucco e parrucco SYLVIE CAILLER, JOCELYNE MILAZZO
musica HÉLDER GONÇALVES (COMPOSIZIONE), TIAGO
RODRIGUES (PAROLE)
suono PEDRO COSTA
assistente alla messa in scena ILYAS METTIOUI
produzione FESTIVAL D’AVIGNON
coproduzione TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE, FONDAZIONE
CAMPANIA DEI FESTIVAL – CAMPANIA TEATRO FESTIVAL, ODÉON-THÉÂTRE DE L’EUROPE,
THÉÂTRE NATIONAL DONA MARIA II, THÉÂTRE NATIONAL POPULAIRE DE VILLEURBANNE,
COMÉDIE DE GENÈVE, LA COURSIVE, SCÈNE NATIONALE DE LA ROCHELLE, WIENER
FESTWOCHEN, COMÉDIE DE CLERMONT FERRAND, NATIONAL TAICHUNG THEATER, THÉÂTRE DE
LIÈGE, HOLLAND FESTIVAL, SOUTIEN FONDATION CALOUSTE GULBENKIAN
residenza LA FABRICA DU FESTIVAL D’AVIGNON ET À L’ODÉON –
THÉÂTRE DE L’EUROPE
TEATRO GRANDE DI POMPEI 23,
24, 25 UGLIO ORE21.00 DURATA 2+30MIN DEBUTTO
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