LA CERISAIE / IL GIARDINO DEI CILIEGI di Anton Čechov traduzione André Markowicz e Françoise Morvan regia Tiago Rodrigues

Pompeii Theatrum Mundi TEATRO GRANDE – Pompei 15 - 17 luglio 2021

Servizio di Pino Cotarelli

È andata in scena a Pompei, dal 15 al 17 luglio 2021, per il Pompeii Theatrum Mundi, una eccellente versione in francese, con sopratitoli in italiano, de “Il giardino dei ciliegi”, coerente con la visione dell’autore Anton Čechov, che la concepì come commedia con elementi di farsa a supporto dei contenuti di drammaticità presenti. Merito di un progetto condiviso dall’eccellete regista Tiago Rodrigues e dalla pluripremiata attrice Isabelle Huppert, che oltre ad esaltare i caratteri dei personaggi e far emergere le loro sottili ironie, ha voluto connotare la rappresentazione con categorie da musical, accompagnate da moderne incursioni musicali, con chitarre elettriche, tastiere e percussioni, in una luminosa scenografia semovente, mossa dagli stessi attori, e scene rese dinamiche dai continui movimenti dei numerosi personaggi presenti sulla scena. Un lavoro, che pur prestandosi alla duplice natura di commedia/tragedia, ha trovato in questa versione, la giusta dose di modernità e di contestualità, senza peraltro trascurare gli essenziali caratteri di drammaticità che la contraddistinguono.

Una rappresentazione che ha raccontato bene il periodo di forte cambiamento della società russa, in cui il forte legame col passato aristocratico e con le abitudini ad esso connesse, non agevolavano il necessario adeguamento alla nuova società del XIX secolo, che vedeva la nascita della borghesia e la conseguente decadenza dell’aristocrazia, dopo l’abolizione nel 1861, del sistema feudale, in un periodo in cui anche le dinamiche del lavoro erano in forte cambiamento. L’adeguamento al cambiamento poteva ancora offrire una continuità nel benessere, ma era necessario abbandonare un mondo che ormai permaneva solo nei ricordi di chi aveva vissuto nell’opulenza, contorniato da una servitù ormai non più asservita. Una storia che percorre le vicende di un’aristocratica russa e della sua famiglia che non vuole rinunciare alla proprietà che sta per essere messe all’asta, nella quale c’è una grande coltivazione di amareni (da cui il titolo “il giardino dei ciliegi”).

Nell’esame delle varie possibilità che pure esistono, per conservare la tenuta, la famiglia non vuole rinunciare ai ricordi e non riesce a consentire soluzioni che possono consentire ancora uno stato di benessere per l’intera famiglia che alla fine è costretta a lasciare la proprietà e nell’abbandonare la tenuta non può evitare neanche l’abbattimento di quegli alberi che hanno rappresentato il baluardo dei loro ricordi oltre ad aver fruttato molto nel passato. Costruzione di lussuosi residence rappresenteranno il nuovo che avanza e non a caso il proprietario è un discendente di chi ha fatto parte della servitù di quella famiglia. Un lavoro che ha messo in luce l’ottima intesa fra gli attori, tutti bravi, a cui questa drammaturgia assegna dignitosi spazi scenici. Gigante nel suo personaggio, seppure mingherlina nel fisico, la Isabelle Huppert, una delle attrici più premiate della storia del cinema, che ha dato prova oltre che delle sue doti attoriali, delle sue capacità di raccordo con gli altri numerosi personaggi.

Note di regia:

Ho sempre pensato che Il giardino dei ciliegi trattasse della fine” scrive il regista in una sua nota.  “Prima come lettore e studente di drammaturgia e poi come attore ho sempre considerato l’ultima commedia di Čechov, come un dramma sulla fine delle cose e sugli addii. Mi sbagliavo, o meglio, credo che fossi nel posto sbagliato al momento sbagliato – come se non avessi avuto abbastanza esperienze di vita da poterla analizzare sotto la luce giusta. Oggi, dal mio punto di vista, posso affermare che Il giardino dei ciliegi tratta dell’inesorabile forza del cambiamento. Mettere in scena Il giardino dei ciliegi nel 2021 significa parlare d’un tempo di profonda ed invisibile mutazione sociale, un tempo abitato da personaggi che non capiscono che quello che loro chiamano straordinario rappresenta la nuova normalità. Mettere in scena Il giardino dei ciliegi significa parlare di uomini e donne convinti di vivere qualcosa di unico che non è mai stato vissuto prima. Significa parlare d’uno straordinario momento storico, che parla dei dolori e delle speranze d’un nuovo mondo che nessuno ha ancora pienamente studiato”.

LA CERISAIE / IL GIARDINO DEI CILIEGI di ANTON ČECHOV
traduzione ANDRÉ MARKOWICZ E FRANÇOISE MORVAN
regia TIAGO RODRIGUES
con ISABELLE HUPPERT, ISABEL ABREU, TOM ADJIBI, NADIM AHMED, SUZANNE AUBERT, MARCEL BOZONNET, OCÉANE CAIRATY, ALEX DESCAS, ADAMA DIOP, DAVID GESELSON, GRÉGOIRE MONSAINGEON, ALISON VALENCE E MANUELA AZEVEDO, HÉLDER GONÇALVES (MUSICISTI)
collaborazione artistica MAGDA BIZARRO
scene FERNANDO RIBEIRO
luci NUNO MEIRA
costumi JOSÉ ANTÓNIO TENENTE
trucco e parrucco SYLVIE CAILLER, JOCELYNE MILAZZO
musica HÉLDER GONÇALVES (COMPOSIZIONE), TIAGO RODRIGUES (PAROLE)
suono PEDRO COSTA
assistente alla messa in scena ILYAS METTIOUI
produzione FESTIVAL D’AVIGNON
coproduzione TEATRO DI NAPOLI – TEATRO NAZIONALE, FONDAZIONE CAMPANIA DEI FESTIVAL – CAMPANIA TEATRO FESTIVAL, ODÉON-THÉÂTRE DE L’EUROPE, THÉÂTRE NATIONAL DONA MARIA II, THÉÂTRE NATIONAL POPULAIRE DE VILLEURBANNE, COMÉDIE DE GENÈVE, LA COURSIVE, SCÈNE NATIONALE DE LA ROCHELLE, WIENER FESTWOCHEN, COMÉDIE DE CLERMONT FERRAND, NATIONAL TAICHUNG THEATER, THÉÂTRE DE LIÈGE, HOLLAND FESTIVAL, SOUTIEN FONDATION CALOUSTE GULBENKIAN
residenza LA FABRICA DU FESTIVAL D’AVIGNON ET À L’ODÉON – THÉÂTRE DE L’EUROPE

 

TEATRO GRANDE DI POMPEI 23, 24, 25 UGLIO ORE21.00 DURATA 2+30MIN DEBUTTO

 

 









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