ALLA FESTA DI ROMEO E GIULIETTA di William Shakespeare, Emanuele D’Errico, Benedetto Sicca regia Benedetto Sicca assistente alla regia Sara Palmieri
Campania Teatro Festival - Capodimonte – Cisternone (Porta Miano) 11 luglio 2021 - Debutto
Sevizio di Pino Cotarelli
L’amore è un argomento
‘sempre di moda’, se ne parla, sparla, si vive, si sfugge, non si comprende, ci
fa soffrire, sognare, ci conduce nei ‘luoghi sconosciuti dell’anima’ e l’arte,
la letteratura, il teatro sono il terreno più fertile per parlarne. È quello che ci propongono Emanuele D’Errico e Benedetto Sicca con
Alla
festa di Romeo e Giulietta, fra gli ultimi spettacoli del Campania
teatro Festival. Il progetto nasce da lontano, dalla collaborazione fra Putéca
Celidònia e Benedetto Sicca, dai
cicli di residenze nell’ambito del “Cantiere
Sartoria” presso il Teatro Sannazaro,
ricordiamo “Pochos” che ha
vinto il Premio Carlo Annoni 2020 per la drammaturgia e del 2019 lo spettacolo
“Dall’altra parte2+2=?” frutto di una
residenza condotta da Emanuele D’Errico
che ha debuttato all’ultimo Napoli Teatro Festival e che sarà presentato nella stagione 20/21
della Sala Assoli . Quest’anno, la residenza all’interno di Cantiere Sartoria – coordinata da
Francesco Saponaro - si è svolta su Romeo
e Giulietta di William Shakespeare,
durante la quale non solo si è portato avanti il lavoro di traduzione e
drammaturgia da parte di Emanuele D’Errico e Benedetto Sicca, ma si è sperimentata
la possibilità di mettere in scena il grande classico in maniera che possa
continuare a parlare ai nostri contemporanei. Su questo ha puntato la
traduzione e l’analisi linguistica del testo, di tradizione e contemporaneo ben
armonizzato senza sbavature.
Il risultato è certo non solo avvincente, ma convincente: si
ritrova Shakespeare, la sua parola senza tempo, trasportandone l’immutato significato
nel tempo dell’oggi. “Lo spettacolo si
svolge in uno spazio la cui pianta è molto simile a quella tipica del teatro
elisabettiano, dove Romeo e Giulietta è stato messo in scena per la prima volta
nel 1595 - è scritto nelle note di regia - Da allora milioni di persone, per più di quattro secoli, hanno continuato
ad immedesimarsi nella vicenda di quei due innamorati separati dalla volontà
delle famiglie. Nella speranza che questo rito si ripeta anche nella nostra
versione della tragedia shakespeariana abbiamo cercato di raccontarla con gli
strumenti del teatro contemporaneo, con un dialogo schietto ed aperto con il
pubblico, mescolando in un’alternanza di fiction e non-fiction”. E le vicende, i fatti, le parole dei
personaggi classici e moderni si intrecciano in un continuo dialogo con il
pubblico e fra di loro, invitando al confronto.
L’amore seppure in modo e forme
diverse è sempre uguale nella sua forza emotiva e rivoluzionaria, lo scontro
anche violento fra ‘gruppi’ per la conquista di una donna o per l’imposizione di
un effimero potere permane, l’amicizia è vissuta come valore direi quasi
esistenziale: “agli spettatori/invitati alla festa
- si legge sempre nelle note di regia - si chiede di interrogarsi con noi sui grandi temi che il testo di
Shakespeare ci pone: l’edonismo e il nichilismo, l’odio gratuito verso chi è
diverso da noi, il valore centrale dell’amicizia come fondante dell’individuo.
E soprattutto il confronto con il repentino cambiamento delle nostre emozioni
che siamo, quotidianamente, chiamati a fronteggiare”.
Tutti bravi
gli attori in scena, rodati da un interessante e puntuale lavoro di scavo nel
personaggio da loro interpretato ben condotto dal regista Benedetto Sicca,
delineato fino ad immedesimarsi con ognuno di loro, per arrivare - in alcuni
momenti - a modificare persino la loro fisicità. Giulietta, Clara
Bocchino, il cui dolore nel momento della morte viene trasmesso non dal
viso, che non si vede, ma solo dai gesti delle braccia che compie quando è posta sul catafalco, in alto; Romeo,
Francesco
Aricò, che come un eroe vestito di bianco mostra un viso
quasi sempre mascherato da un trucco che
si scioglie; Mercuzio, Marialuisa
Diletta Bosso, che in punta
di piedi, si trasforma in ballerino e sembra volare; e poi la Balia, Teresa
Raiano, come ingessata nel suo dramma interiore, e ancora Francesco
Roccasecca, frate Lorenzo, camaleontico, iconico, affabulatore, Dario
Rea, un Tebaldo fuori dai ‘ panni’, che si impone per la sua presenza
scenica e infine Emanuele D’Errico ,
un Benvolio raffinato, estraniato in cerca del dialogo con il pubblico. Si
evince la condivisione e il coordinamento nei ritmi da dare alla vicenda da
parte di tutto il gruppo, che si avvale della partecipazione dei ragazzi del
laboratorio di teatro di Putéca Celidònia. Intense le scene di Luigi Ferrigno, gli oggetti e le luci,
a valorizzare lo spettacolo e i costumi particolari e simbolici di Giuseppe Avallone. Un particolare bravo
a Tommy Grieco, per le musiche e il
live: senza sovrapposizioni, linguaggio nel linguaggio della parola, un
equilibrio non sempre di facile acquisizione.
ALLA FESTA DI ROMEO E GIULIETTA
di WILLIAM
SHAKESPEARE, EMANUELE D’ERRICO, BENEDETTO SICCA
regia BENEDETTO SICCA
assistente alla regia SARA PALMIERI
attori FRANCESCO ARICÒ, MARIALUISA DILETTA BOSSO, CLARA
BOCCHINO, EMANUELE D’ERRICO, TERESA RAIANO, DARIO REA, FRANCESCO ROCCASECCA
e con la partecipazione dei ragazzi del laboratorio di teatro di PUTÉCA
CELIDÒNIA NEL VICOLO DELLA CULTURA
scene LUIGI FERRIGNO
assistente scenografa ROSITA VALLEFUOCO
luci LUIGI DELLA MONICA
costumi GIUSEPPE AVALLONE
assistente costumista MARIACARMEN FALANGA
musiche e live set TOMMY GRIECO
produzione TRADIZIONE E TURISMO, PUTÉCA CELIDÒNIA
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