“STRATIVARI” di Capone & Bungtbangt e Solis String Quartet

Per Napoli Teatro Festival Italia e per le Universiadi 2019 al Cortile d'Onore di Palazzo Reale  il 10 luglio 2019

Servizio di Rita Felerico

Napoli –  “Non bastano occhi, gambe e ragione per viaggiare attraverso una città a strati come Napoli: ci vuole la musica” e la musica unisce in linguaggi diversi l’idea che respira dietro l’immagine di una città che – si sa – è un groviglio, un coacervo, un continuo contraddittorio sovrapporsi di immagini, suoni, emozioni che si sfaldano e si uniscono, che muoiono e prendono vita l’un l’altro dialogando, scontrando, amando e amandosi nella loro singolarità e libertà di espressione. Raccontata in questo ‘modo di essere’ a più riprese nel susseguirsi dei secoli, in diversi linguaggi, teatrali, formali, letterari, di pensiero è forse con la musica, come qui, in Strativari, che prende corpo una originale lettura, mettendo in risalto il suo essere senza tempo; un’ operazione felicemente riuscita per esempio con John Turturro in Passione, ma che in Strativari – non essendoci l’obiettivo, la macchina da presa, la moviola – è resa in tutta la sua drammatica bellezza nelle note live, come parole, che dal palco avvolgono gli spettatori in un viaggio fra realtà e immaginazione, fra pensiero ed emozione, fra il proprio sé e il proprio io, fra ciò che si guarda o si vuole guardare e ciò che si nasconde, per pudore. “Non esiste logica che spieghi il mistero di questa osmosi feconda di anime favorita da legami invisibili, che vanno ben oltre la vicinanza fisica- spiega Maurizio Capone frontman dei BungtBangt -. A svelarlo, semmai, sarà una suggestione sonora che, al pari della città, non ammette categorie: non è nobile né plebea, ma forte e autentica ,sia che provenga da un violino, sia da una vecchia scopa travestita da chitarra o da una voce che seduce, culla e rapisce”.

Il progetto nasce da lontano, nel 1999, dall’idea di far incontrare la musica classica con una strumentazione ed un linguaggio diametralmente opposto come quello della scopa elettrica, delle percussaglie, dello scatolophon; nasce dalla collaudata collaborazione fra Maurizio Capone & BungtBangt e i Solis String Quartet, concordi nella loro visione ‘filosofica’ della musica. “Già avevamo avuto il piacere di collaborare con loro nel nostro brano "Case Fracassate", continua Maurizio, quindi già avevamo un buon feeling. Ma questa volta la fusione integrale dei due gruppi è spettacolare, sia musicalmente che umanamente: abbiamo lavorato come un collettivo, nel quale l'obbiettivo è creare bellezza senza anteporre personalismi”. Obiettivo centrato e armonizzato dalla interpretazione di Iaia Forte, beniamina del pubblico napoletano, esponente di una avanguardia teatrale e culturale che da Napoli ha influenzato il panorama delle scene di tutto il mondo. Con la sua appassionata voce, il timbro mai sfaldato ma determinato nel descrivere, Iaia ha condotto il viaggio, nelle viscere della città, nel percorso che dal Vesuvio porta alla profondità dell’anima, che dalle case superaffollate si apre ai colori dell’orizzonte marino, un mare che ha perso la sua identità, ma non la sua forza eversiva e unificante di diversità. Un canovaccio di parole composte in un testo che Stefano Valanzuolo, facendo riferimento a Sandor, Moscato, Pasolini, Viviani, rende attuale e chiarificatore rispetto alla realtà ‘degli strati’, una drammaturgia della parola che non si allontana per espressività da quella della musica, declinata in più modi espressivi. Non si rimane senza desiderio di movimento, senza la sensazione di far parte anche noi di quello sguardo che fin dall’inizio dello spettacolo vuole sbirciare dentro la bocca di quel vulcano che è Napoli; coordinato da Raffaele Di Florio, la partitura è divisa in 8 movimenti con un prologo e un finale e – come nella scrittura – ci sono richiami a Mozart, Bach, Viviani, Stravinsky e altri, ben fusi con le musiche originali di Capone e Di Francia. Uno degli spettacoli, fra quelli del Festival, più interessanti e coinvolgenti.

di Capone & Bungtbangt e Solis String Quartet con Iaia Forte
con Capone & Bungtbangt: Maurizio Capone (voce, scopa elettrica, percussaglie) Alessandro Paradiso (basso da Ponte, scatolophon, buatteria) Vincenzo Falco (percussaglie, tubolophon) Salvatore Zannella (buatteria, percussaglie) Solis String Quartet: Vincenzo Di Donna (violino) Luigi De Maio (violino) Gerardo Morrone (viola) Antonio Di Francia (violoncello)
e con Iaia Forte (Voce Recitante)
soggetto e testo originale Stefano Valanzuolo
musiche originali Capone & Bungtbangt
Solis String Quartet
progetto scenico e regia Raffaele Di Florio
disegno luci Francesco Adinolfi
suono Giuseppe Polito, Massimo Curcio
produzione Ssq Produzioni Srl




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