"E' tutta una farsa", scritto e diretto da Gianfranco Gallo.
Al Teatro Cilea di Napoli, dal 12 al 22 novembre 2015.
I fratelli Gallo potrebbero definirsi anche i “Petito’s brothers”, vista la loro lunga esperienza nel recitare i testi del celebre “Totonno ‘o Pazzo”, rivisti totalmente dalla riscrittura originale di Gianfranco, che riesce a motivare nuovi tagli e segmenti.
“E’ tutta una farsa” ovvero Petito’s Play, in cui i due fratelli giocano con tutta la comicità della tradizione partenopea vuole essere un ennesimo esercizio, quasi si cerchi di trovare, dopo anni, un approdo, o un nuovo traguardo scenico.
Gianfranco Gallo scrive: “La tradizione, a volte, è spacciata per immobilismo culturale e vista come un campo morto, mentre è il contrario. Tradizione deriva da trans e dare, dunque vuol dire trasmettere. Per trasmettere bisogna studiare il passato e svilupparlo nel presente, immaginando, poi, un futuro per cui chi fa tradizione non è custode di un momento né un imbalsamatore è, un medium. Da qui la voglia di reinterpretare e andare avanti nell’arte. Il mio teatro, che poi non è mio, ma di tutti, apparentemente classico, lo definisco, se mi è permesso: un teatro che viene da oltre ed è diretto oltre.“
I Gallo sono impegnati a cinema, in fiction-tv, a teatro; ruotano, soprattutto, in ruoli napoletani, ma anche non, sciorinano il loro mestiere, la loro gavetta, il loro entusiasmo plastico di scena.
La mimica, incontrollabile per chi siede lontano, e le mosse sceniche sono le chiavi su cui poggia lo spettacolo.
Le risa, incontrollate per alcuni tratti, le movenze ancora da registrare, gli assoli da riplasmare e ridefinire ci hanno fatto comprendere che a Napoli lo spettacolo è ancora in fase di rodaggio per offrire il meglio nella tappa romana.
Il secondo tempo ha due momenti d’inizio validissimi; una bella, struggente canzone e un colpo di teatro in platea con illuminazione in versione sacra.
Gianfranco e Massimiliano non deludono, lavorano, sudano, s’impegnano; quasi vessilliferi di un impegno d’antan.
Hanno seguito le orme del padre e della madre, impegnati sul palcoscenico e nell’arte.
La dinastia continua con il bravo nipote, Gianluca Di Gennaro, che si sta facendo notare in varie fiction e al Cilea è nella parte di Picchio Pellecchia mentre la figlia di Gianfranco, Bianca, nello spettacolo è Teresa.
Petito “docet” in questo caso; una figura importante del teatro napoletano dell’Ottocento, attore e drammaturgo è inseguito e investigato nelle sue potenzialità farsesche; i suoi testi furono riscoperti e rilanciati da Raffaele Viviani, ma non solo.
Rivedere Petito è rivisitare radici per allungare la memoria nel futuro; certamente, un buon servizio teatrale.
Servizio di Maurizio Vitiello
Napoli - Sino al 22 novembre 2015, al Teatro Cilea di Napoli,
Gianfranco e Massimiliano Gallo saranno
in scena con la commedia "E' tutta
una farsa! (ovvero: Petito’s Play)", in cui giocano con tutta la
comicità della tradizione partenopea spaziando dalla Commedia dell’Arte ai
fenomeni contemporanei di contaminazione.
Su questo spettacolo, scritto e diretto da Gianfranco, punta la “Famiglia
Teatrale Gallo” per questa stagione; con
i due fratelli, anche il loro
nipote Gianluca Di Gennaro, volto noto della tv, e la figlia di Gianfranco,
Bianca, dinamica, sveglia e brillante.I fratelli Gallo potrebbero definirsi anche i “Petito’s brothers”, vista la loro lunga esperienza nel recitare i testi del celebre “Totonno ‘o Pazzo”, rivisti totalmente dalla riscrittura originale di Gianfranco, che riesce a motivare nuovi tagli e segmenti.
“E’ tutta una farsa” ovvero Petito’s Play, in cui i due fratelli giocano con tutta la comicità della tradizione partenopea vuole essere un ennesimo esercizio, quasi si cerchi di trovare, dopo anni, un approdo, o un nuovo traguardo scenico.
Gianfranco Gallo scrive: “La tradizione, a volte, è spacciata per immobilismo culturale e vista come un campo morto, mentre è il contrario. Tradizione deriva da trans e dare, dunque vuol dire trasmettere. Per trasmettere bisogna studiare il passato e svilupparlo nel presente, immaginando, poi, un futuro per cui chi fa tradizione non è custode di un momento né un imbalsamatore è, un medium. Da qui la voglia di reinterpretare e andare avanti nell’arte. Il mio teatro, che poi non è mio, ma di tutti, apparentemente classico, lo definisco, se mi è permesso: un teatro che viene da oltre ed è diretto oltre.“
I Gallo sono impegnati a cinema, in fiction-tv, a teatro; ruotano, soprattutto, in ruoli napoletani, ma anche non, sciorinano il loro mestiere, la loro gavetta, il loro entusiasmo plastico di scena.
La mimica, incontrollabile per chi siede lontano, e le mosse sceniche sono le chiavi su cui poggia lo spettacolo.
Le risa, incontrollate per alcuni tratti, le movenze ancora da registrare, gli assoli da riplasmare e ridefinire ci hanno fatto comprendere che a Napoli lo spettacolo è ancora in fase di rodaggio per offrire il meglio nella tappa romana.
Il secondo tempo ha due momenti d’inizio validissimi; una bella, struggente canzone e un colpo di teatro in platea con illuminazione in versione sacra.
Gianfranco e Massimiliano non deludono, lavorano, sudano, s’impegnano; quasi vessilliferi di un impegno d’antan.
Hanno seguito le orme del padre e della madre, impegnati sul palcoscenico e nell’arte.
La dinastia continua con il bravo nipote, Gianluca Di Gennaro, che si sta facendo notare in varie fiction e al Cilea è nella parte di Picchio Pellecchia mentre la figlia di Gianfranco, Bianca, nello spettacolo è Teresa.
Petito “docet” in questo caso; una figura importante del teatro napoletano dell’Ottocento, attore e drammaturgo è inseguito e investigato nelle sue potenzialità farsesche; i suoi testi furono riscoperti e rilanciati da Raffaele Viviani, ma non solo.
Rivedere Petito è rivisitare radici per allungare la memoria nel futuro; certamente, un buon servizio teatrale.
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