“NUMERO PRIMO - Studio per un nuovo Album” - testi di Gianfranco Bettin e Marco Paolini, regia di Marco Paolini
Al Teatro Nuovo di Napoli
dal 9 al 13 novembre
Servizio
di
Francesco Gaudiosi
Napoli-
Marco Paolini torna sulle scene napoletane inaugurando un nuovo percorso
narrativo e drammaturgico che riprende quello degli Album, già affrontato dallo
stesso autore e regista tra il 1987 e il 2003, composto da un insieme di lavori
nei quali tentava un’inedita e suggestiva commistione tra il genere
autobiografico ed il ritratto generazionale. Ma,
a proposito di generazioni, Paolini apre ora le porte ad un futuro,
probabilmente prossimo ma auspicabilmente lontano, fatto di visioni, di idee,
di cambiamenti; ma più propriamente apre l’enorme discussione del rapporto tra
l’uomo e la rivoluzione tecnologica. Lo sguardo di Paolini non medita più su
storie passate, ma su quello che può accadere nel futuro, i suoi racconti sono
prototipi di vicende che si narrano con la voce di oggi e
con le idee del domani.
E’
da questo lavoro che Bettin e Paolini fanno nascere Numero Primo, Studio per
un nuovo Album, dove “Numero Primo” è il soprannome del protagonista della
storia, bambino di cinque anni- creatura, così denominata da Paolini
–nato per metà grazie al volere umano per metà attraverso le tecnologie nel
campo scientifico mediante l’interazione genomica. Un lavoro definito dallo
stesso autore e regista dello spettacolo “fantascientifico”; genere perlopiù
inedito, o poco frequentato in campo teatrale.
Parlare
di futuro significa parlare di un rapporto enigmatico con le tecnologie, poiché
l’oggetto in quanto tale acquista una “materializzazione vivente” attraverso il
quale l’umano elabora, lavora, si relazione e addirittura può dare vita ad
altri umani. Ne deriva una fondamentale riflessione a proposito della necessità
di una corretta comprensione e valutazione delle strutture tecnologiche a noi
in uso.
Ma
quella di Paolini è una storia fatta di molteplici prospettive, di cui a noi
viene narrata solamente una parte, per cui risultano comprensibili taluni
avvenimenti quanto inspiegabili degli altri. E’ in tale logica che si
giustifica il lavoro segmentato nei diversi studi all’interno dello stesso Album, che si caratterizza nel
raccontare una storia da svariante angolature per comprendere appieno la logica
generale del racconto.
Quella
che si vede al Nuovo, dal 9 al 13 novembre, non è che una parte di una storia
più grande e più complessa, di un universo futuro che si crea a mano a mano che
la vicenda si districa dalle sue insondabili domande, che tenta, più che di
fornire delle risposte su come leggere ed interpretare il futuro, di creare
degli interrogativi che solo il tempo potrà risolvere.
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