“Tre donne in cerca di guai” – di J. M. Chevret – Regia di Nicasio Anzelmo con Barbara Bouchet, Corinne Clery e la partecipazione di Iva Zanicchi
Al teatro Delle Palme di
Napoli dal 4 al 7 febbraio
Servizio
di Francesca Myriam Chiatto
Napoli – Capelli e guai non
mancano mai. E’ un proverbio, ma è anche un po’ l’intreccio base di uno
spettacolo (di J.M. Chevret, regia
di Nicasio Anzelmo) in scena al
teatro Delle Palme dal 4 al 7 febbraio. Tre donne in cerca di guai,
questo il suo titolo, è una divertente, esilarante commedia, in cui le risate
sono garantite e tra colpi di scena e battute pungenti è assicurato il
divertimento. A partire dai “guai” ed i soliti problemi che ci si porta dietro
da un passato incombente, tre amiche da sempre, tre donne legate, ma anche un
po’ rivali, in fondo, fra loro, vanno a vivere insieme in una casa di Parigi
per lasciarsi alle spalle un marito traditore, un capo sfruttatore ed un lavoro
insopportabile in un villaggio vacanze. L’umorismo che Barbara Bouchet, Corinne
Clery e Iva Zanicchi portano sulla scena, è la classica definizione che ne dava
Pirandello: un’esigenza di una donna di mezz’età di vestirsi come una ventenne,
per colpa di un marito a cui non piace più o di un amore da conquistare.
Insomma quell’umorismo che poi diventa compassione. Convinte di poter ancora
affascinare ogni uomo in circolazione, le tre protagoniste decidono di mettere
“fuori uso” le loro indubbiamente femminili capacità e di escludere per sempre
dalla loro vita qualsiasi “maschio” eccetto un inquilino omosessuale ed un
provvisorio ospite, figlio di una cara vecchia amica. Ma, si sa, in quale casa
di sole donne, un bel ragazzo non ha mai portato un po’ di scompiglio? E così,
tra litigi e conquiste, risvolti inaspettati ed un finale sorprendente, stavolta
non si punta a ristabilire il precario equilibrio iniziale, perché a vincere
sono la forza e la determinazione di tre donne che si rendono conto di non aver
mai vissuto la vita che volevano e di non essere mai state, veramente, in
compagnia della persona giusta. La solitudine si rivela così un pretesto per
“risorgere” dagli errori del passato e ricreare quel terzetto di amiche che,
fra ricordi e autoironia, ha ancora voglia di rimettersi in gioco. Come disse
qualcuno: “Domani è un altro giorno”.
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