“DECAMERONE - Vizi, virtù e passioni” - Liberamente tratto dall’opera di Giovanni Boccaccio - adattamento teatrale e regia di Marco Baliani, drammaturgia di Maria Maglietta

Al Teatro Diana di Napoli dal 10 al 21 febbraio

Servizio di Francesco Gaudiosi

Napoli- Prosegue il progetto Grandi italiani di Stefano Accorsi, Marco Baliani e Marco Balsamo che, dopo aver messo in scena l’Orlando furioso di Ariosto con “Giocando con Orlando”, allestiscono ora il secondo spettacolo della triade con il Decamerone di Boccaccio, che terminerà poi con uno spettacolo sul Principe ed altre opere centrali di Machiavelli.
Lo spettacolo vede infatti un filo di continuità  con il precedente lavoro sull’Ariosto, rendendosi ancora una volta evidente la grande capacità drammaturgica di Maria Maglietta e l’audace adattamento teatrale di Marco Baliani, regista della messinscena. L'abilità della Maglietta sta proprio nel rendere la lingua del Boccaccio fruibile a tutti, pur preservando alcune locuzioni e modi classici del linguaggio del Certaldese, ma riuscendo, allo stesso tempo ad attualizzarlo riportandolo alla nostra contemporaneità. E il risultato che ne deriva è stato decisamente apprezzabile, nel suo favorire la riscoperta di un lingua desueta e nella prassi considerata come difficile, per noi, da comprendere.

L’impostazione registica di prevedere la collocazione di un camper colorato, stile “figli dei fiori” al centro del palcoscenico, risulta geniale, immaginando Baliani proprio una compagnia di attori-girovaghi costretti a lasciare Firenze perché appestata, ma di una peste non più considerata come quella del Trecento, bensì di un male incurabile della nostra società causato da una progressiva perdita del civile sentire, dal disinteresse generalizzato del nostro vivere in una comunità di individui soli ed egoisti. Nella reductio ad unitatem del camper, questo luogo diventerà proprio il palcoscenico multifunzionale dove si svolgono le azioni e le vicende delle varie storie, uno spazio unico capace di modificarsi incessantemente. Le scene di Carlo Sala, così come i costumi, restituiscono proprio quel senso di atemporalità, grazie al fatto che, se i costumi sono evidentemente medioevali, la scenografia è un ibrido che colloca la vicenda in uno spazio di azione non possibile da definire.

Da qui l’idea di una compagnia di attori che rivive le storie del Boccaccio esaltandone da un lato il suo tesoro linguistico, dall’altro quella particolare capacità  di saper divertire, parlando di un amore sempre impossibile, trasgressivo, improbabile e per questo degno di essere raccontato.  Lo spettacolo prevede, come è ovvio che sia, la messa in scena  di sette novelle del Decamerone di Boccaccio, scelte tra le più rappresentative, riuscendo tramite queste a restituire una visione complessiva dell'opera.

L’interpretazione di Stefano Accorsi, nel ruolo di Panfilo, il maestro di brigata che fa da collante nelle varie vicende, è convincente e senza sbavature. Sul palco insieme ad Accorsi, le brillanti interpretazioni di Silvia Ajelli, Salvatore Arena, Silvia Briozzo, Fonte Fantasia e Mariano Nieddu, tutti con tempi attoriali perfetti. Lo spettacolo fila via veloce per due ore regalando così uno squarcio del Decameron, frutto di un accurato lavoro sia sul testo che sul piano interpretativo. E gli applausi del pubblico, rendono evidente, alla fine, quanto tutto questo sia stato apprezzato.

Lo spettacolo resta in scena al Teatro Diana fino al 21 febbraio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

Commenti