“INUTILMENTEFIGA” di Elda Alvigini e Natascia Di Vito con Elda Alvigini
Teatro
Cometa Off di Roma dal 18 al 21
dicembre –dal 26 dicembre al 14 gennaio
Servizio di Maddalena Menza
Roma - Un piccolo
teatro nel cuore di Roma, a Testaccio,
ospita uno spettacolo scritto veramente bene, a quattro mani da Elda Alvigini e
da Natascia Di Vito, che è un irresistibile monologo sulla condizione umana
ed esistenziale di una donna bella e
intelligente ma “inutilmentefiga”, titolo che pare abbia suscitato le rimostranze
di alcuni giornalisti benpensanti, che l’hanno ritenuto volgare. Si tratta di
una quarantenne figlia di ex-sessantottini, che ripercorre la sua infanzia e
rievoca in chiave comica la difficoltà di non essere come gli altri. Le prime
amicizie, il guano sui capelli per combattere i pidocchi (che l’ha allontanata
dai compagni di scuola fino alla terza media), l’ambigua identità sessuale
di chi, vivendo in una comune, vedeva
circolare varie figure maschili che dovevano essere chiamate rigorosamente con il
solo nome, così che ha capito che il padre era Bruno solo da grandicella e ha appreso che suo padre era
il rilevatore di chagra.
Il rapporto con la madre, che la chiama ripetutamente al
telefonino per dispensarle “perle di saggezza” su come curare il nipotino
Giacomo di otto anni (nella realtà figlio di Natascia Di Vito) non è proprio
facile perché la nonna pretende di curarlo con metodi improbabili e spesso non
è tanto lucida per le “tante canne”. Così la figlia non la sopporta e non si
fida a farle tenere il nipotino preferendo una più rassicurante baby-sitter..
Poi c’è la politica respirata a pieni polmoni fin da
bambina dove la piccola Eldina era portata ad assistere a quattro anni a
interminabili dibattiti con i politici dell’epoca.
Si ride tanto grazie all’abilità della scrittura del
testo, che è pieno di battute travolgenti e assolutamente condivisibili dal
pubblico, non a caso per la maggior parte femminile, e grazie alla
straordinaria abilità dell’attrice Elda Alvigini , famosa per il suo ruolo
televisivo nei Cesaroni, dove ha interpretato Stefania Masetti, la moglie di
Max Tortora, una delle parti più divertenti della fiction.
L’abilità dell’attrice è veramente grande visto che
riesce a tenere la scena per un’ora e mezzo abbondante regalando attimi di
buonumore dietro i quali ci sono i temi anche importanti come la politica di
cui si fa un excursus : da Enrico Berlinguer all’era Renzi, il “sociale” con i
cambiamenti che si sono registrati in
questi anni. In una scenografia dove ci sono i simboli dell’infanzia che
galleggiano a mezz’aria e uno specchio che s’illumina quando la protagonista
deve indossare panni scomodi e dire scomode verità.
Significativo il momento in cui la protagonista si
addormenta e sogna una vita diversa dove Babbo Natale esaudisca i suoi
desideri. E poi il Natale alternativo, con il panettone di Kamut e la visione
di Deserto rosso al posto dei divertenti film di Disney che vedevano gli
altri bambini.
E i rimpianti … Lei avrebbe tanto voluto vestirsi per
Carnevale da principessa o da fatina invece che da piccolo maoista con libretto
o col poncho d’ordinanza.
La protagonista della pièce, madre –single di un bambino di otto
anni, non capisce perché nonostante la sua avvenenza e la sua disponibilità ad
avere una storia importante , dopo alcuni tentativi falliti, si ritrova
irrimediabilmente sola.
Sarà forse colpa della diversità tra il mondo maschile e
il mondo femminile che si sintetizza nella diversa accoglienza che uomini e
donne fanno di un semplice sms. Che recita così ”la PAM è aperta la domenica”.
Per l’uomo si tratta solo di un avviso, la donna ci vede dietro tutto un mondo.
Magari, lui l’ha scritto perché mi vuole invitare a pranzo e cucinare per me e
così via. E così uomini e donne rimangono su due versanti diversi, anche perché
le donne continuano a fraintendersi con la persistente abitudine di confidare
alle amiche le loro ambascie!
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Commenti
Posta un commento