Sogno di una notte di mezza sbornia di Eduardo De Filippo regia di Armando Pugliese


 al Teatro Diana di Napoli dal 15 ottobre al 2 novembre

Servizio di Francesco Gaudiosi
Napoli- Il confronto con la drammaturgia di Eduardo De Filippo presuppone sempre e comunque un rischio, un azzardo che soprattutto con il pubblico napoletano fa temere anche i grandi registi ed attori del teatro contemporaneo. Ma analizzare un testo di Eduardo, comprenderne le sfaccettature e rilevare anche in una commedia come Sogno di una notte di mezza sbornia le specifiche pulsioni drammaturgiche, permette di giungere ad una messa in scena credibile, viva e sorprendentemente riuscita. E’ il caso della regia di Armando Pugliese che, con la compagnia di teatro di Luca De Filippo, contribuisce a restituire allo spettatore esattamente ciò che viene richiesto in ogni testo di Eduardo: all’iniziale e diretto approccio comico è in realtà insito un alone di misteriosità, di oscurità e di incomprensibile realtà dell’esistenza umana. Il testo è liberamente tratto da “La fortuna si diverte” di Athos Setti, ma la riscrittura di Eduardo, fatta nel 1936, restituisce allo stato embrionale il lungo filone sviluppato, poi, nella Cantata dei Giorni Dispari: incomincia, cioè, ad affiancarsi al mero intrattenimento, ruolo effettivo della commedia napoletana agli inizi del ‘900, una consapevolezza dell' ipocrisia del genere umano, una parossistica ma terribilmente fondata sfiducia nei confronti del prossimo. La bravura di Luca De Filippo sta proprio nel sottolineare l’ambiguità del personaggio da lui interpretato, Pasquale Grifone, comico e pietoso al tempo stesso. Il sogno, la vincita al lotto, le superstizioni e le credenze popolari influiscono non poco sul carattere del personaggio e di conseguenza sui comportamenti dei suoi familiari, interpretati in maniera perfetta da valenti attori come Carolina Rosi (specialmente brillante nel secondo atto), Nicola Di Pinto e Massimo De Matteo, affiancati a loro volta da Giovanni Allocca, Carmen Annibale, Gianni Cannavacciuolo, Paola Fulciniti e Giulia Pica. Ma lodevoli sono i silenzi di Luca De Filippo, pieni della mimica del sofferente Pasquale Grifone che con esilarante disperazione attende gli ultimi (forse) istanti della sua vita: la bravura dell’attore sta proprio in questo, ben lontana dai presunti virtuosismi della maggior parte degli attori contemporanei, il volto di De Filippo vive ora di ansie, ora di agonie, ora di ubriacature, mantenendo sempre un grado di comicità perfetto e in linea con i ritmi richiesti dalla classica commedia napoletana. Particolarmente apprezzati inoltre i costumi di Silvia Polidori e le musiche del maestro Nicola Piovani. Lo spettacolo è in scena al Teatro Diana fino al 2 novembre.

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