REGINA MADRE di Manlio Santanelli – Regia di Antonello Avallone

Al Teatro Dell’Angelo di Roma dal 2 al 19 ottobre

Servizio di Maddalena Menza


Solo un’attrice della levatura di Milena Vukotic, un’artista a tutto tondo, capace sempre di mettersi in gioco , avrebbe potuto affrontare una sfida così  grande, da “far tremar le vene e i polsi”, portare in scena, per la prima volta in lingua, un testo scritto originariamente in napoletano come quello di Regina Madre, che richiede ai due attori in scena un coinvolgimento totale, un mettersi in gioco, una memoria straordinaria, per due ore e mezzo di spettacolo in cui si ride, ci si commuove, si riflette, assistendo al teso duello tra una madre inferma e suo figlio, interpretato da un bravo Antonello Avallone, che cura anche la regia dello spettacolo, e che contrappunta egregiamente l’interpretazione dell’incontenibile genitrice.
Scritta dal commediografo napoletano Manlio Santanelli, richiamando alcuni temi del teatro dell’assurdo, affronta il tema dei rapporti madre-figlio, senza falsi pietismi ma rivelando i corrosivi risvolti delle relazioni affettive soprattutto quelle più intime, meno esplorate e che non sono così zuccherose come si crede comunemente. Lo fa con una scrittura veramente potente, che riesce a far trapelare tra le sue pieghe tante cose inespresse di molti rapporti familiari.
Il figlio, giornalista cinquantenne frustrato dal fallimento del suo matrimonio e dalla consapevolezza di non aver avuto il  successo che avrebbe desiderato, si reca dalla madre, di nome Regina, per assisterla negli ultimi mesi di vita, essendo venuto a conoscenza della sua grave malattia. Grande è la sua sorpresa, quando si accorge che ad attenderlo non c’è una donna remissiva e rassegnata ma una matriarca indistruttibile,  pronta a rispondere punto per punto agli attacchi del figlio, non così disinteressato come si potrebbe credere a prima vista, dato che in realtà, si era recato dalla madre proprio per fare uno scoop giornalistico sugli ultimi giorni di vita della donna. Ma si trova a soccombere alla verve incontenibile di Regina, una Milena Vukotic invecchiata sapientemente, ma  in ottima forma.
Tradotto in 19 lingue tra cui il georgiano e rappresentato in tanti paesi, portato al successo in Italia per ultimo da Isa Danieli, addirittura recensito ai suoi esordi dal grande drammaturgo Eugene Ionesco, Regina Madre è un testo che non lascia indifferenti, pur non risultando “pesante”, visto che si ride spesso,  qualche volta con amarezza, mentre la coppia madre e figlio “combatte” sulla scena e alla fine, se pure sembra soccombere il figlio, lo spettatore  resta avvinto nelle spirali di un rapporto in cui non ci sono né vincitori né vinti, in qualcosa che resta unito, suo malgrado, per sempre.
In scena al Teatro dell’Angelo di Roma, dal 2 al 19 ottobre, è sicuramente uno spettacolo da non perdere.



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