LA BANDA DEGLI ONESTI

Due atti di Mario Scarpetta – regia di Franco Pinelli

al Teatro Mario Scarpetta di Ponticelli dal 17 ottobre al 2 novembre

Servizio di Antonio Tedesco

Napoli -  Si è inaugurato lo scorso tre ottobre con una sentita cerimonia, cui hanno partecipato anche i familiari più stretti dell’attore e uomo di teatro prematuramente scomparso, il nuovo spazio teatrale intitolato a Mario Scarpetta, situato nel quartiere di Ponticelli. L’iniziativa è stata voluta dall’Associazione Culturale Partenope che ha affidato la Direzione Artistica del nuovo teatro a Franco Pinelli, che di Scarpetta fu amico e stretto collaboratore. E' d’obbligo notare come questo nuovo spazio vada ad arricchire quella ideale corona di piccole ma agguerrite realtà teatrali che stanno sorgendo da alcuni anni a questa parte nelle periferie, spesso di non facile vivibilità, che circondano Napoli.  Dal TAN (Teatro Area Nord) che ormai, se pur tra mille difficoltà è una struttura consolidata da anni, al Teatro Troisi di Fuorigrotta, alla Sala Ichos di San Giovanni a Teduccio, per citarne solo qualcuno, una piccola galassia che ruota idealmente intorno ad un altro spazio coraggioso, quello del Nuovo Teatro Sanità, che pur situato nel cuore della città, non può dirsi certo in posizione socialmente comoda.  L’apertura di questa nuova sala teatrale a Ponticelli conferma quindi questa tendenza che riveste tanto più valore, in un periodo in cui il teatro, che come l’arte in generale, non è mai “stato troppo bene”, sembra doversi dibattere più che mai tra grandi difficoltà, soprattutto economiche. Non solo un meritatissimo e dovuto omaggio a Mario Scarpetta, dunque, che giunge nel decennale della sua scomparsa (avvenuta il 14 novembre del 2004) ma anche un nuovo presidio teatrale che, su iniziativa di alcuni coraggiosi privati, va a scardinare lo stato di abbandono culturale in cui spesso versano le periferie delle nostre città.

Mario Scarpetta, discendente in linea diretta di Eduardo e Vincenzo Scarpetta, è sicuramente uno dei più rappresentativi attori del recente teatro napoletano (ma al suo attivo anche molto cinema e televisione), interprete che ha saputo rendere attuale e moderna l'eredità della grande e antica tradizione di cui è stato portatore. Ma nel corso della sua carriera è stato pure regista e, seppur in misura quantitativamente minore, autore. Ed è proprio con un suo testo che, coerentemente con la scelta di intitolargli il teatro, il direttore artistico, Franco Pinelli, ha voluto inaugurare la prima stagione del neonato spazio, riportando in scena, a distanza di cinque anni da un precedente allestimento curato dalla stesso Pinelli, La banda degli onesti, la commedia in due atti che Mario Scarpetta trasse dal famoso film omonimo del 1956 interpretato, per la regia di Camillo Mastrocinque, da Totò e Peppino De Filippo.

La trama è nota, e si incentra sulle avventure di un paio di improvvisati e sprovveduti falsari (il portiere di uno stabile e un inquilino tipografo) che, venuti casualmente in possesso di matrici e carta filigranata, si illudono di poter risolvere i loro problemi economici stampando banconote false. La vicenda è complicata dal fatto che Alfredo, il figlio di Don Gennaro il portiere, arruolatosi nella Guardia di Finanza, sia stato trasferito di recente proprio a Napoli, dove conduce indagini su una banda di falsari che sta mettendo in circolazione un gran numero di biglietti falsi e, contemporaneamente, intreccia una relazione con Fiammetta, la figlia di Don Ferdinando il tipografo. Dunque c'è tutto quanto serve per innescare la girandola di equivoci, malintesi e situazioni farsesche che sono la spina dorsale di questo solido e glorioso teatro di tradizione. La regia di Pinelli, poi, contribuisce ad oleare al meglio questo meccanismo consentendo ai due atti della commedia di scorrere con veloce e preciso sincronismo. Coadiuvato in questo da un efficace gruppo di attori, tra cui lo stesso regista nel ruolo del portiere che fu di Totò nel film e di Mario Scarpetta a teatro, mentre Carlo Maratea dà la giusta misura, tra il comico e l'impacciato, a Don Ferdinando il tipografo. Con loro sulla scena, Teresa Ferrara nel ruolo di Adele, la moglie francofona di Don Gennaro, Francesca Di Martino che è Fiammetta, la figlia del tipografo, e Antonio Lippariello nei panni (o meglio nella divisa) di Alfredo. Insieme agli ugualmente bravi Antonio Imperato, Paolo Piazzesi, Luigi Albanese e Giovanni Striano.

Un buon inizio per un teatro piccolo, ma curato e accogliente cui auguriamo di cuore lunga vita.

 
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