Presentato al Bellini “Goltzius and the Pelican Company”, il nuovo film di Peter Greenaway

In programmazione dal 7 al 12 ottobre nella Sala di via Conte di Ruvo

Servizio di Francesco Gaudiosi

Napoli - Peter Greenaway è senza dubbio uno di quei registi non comuni, con una dialettica in tipico stile gallese ed una concezione della cinematografia sicuramente molto più vicina al pensiero di un regista emergente piuttosto che ad un “maestro della pellicola” come lui. E proprio al Bellini ha presentato il suo nuovo film “Goltzius and the Pelican Company”, ricevendo per l’occasione anche l’Excellence Award dal Gala del cinema e della Fiction. “Il teatro ha un effetto sul cinema e viceversa”, ha riferito Greenaway; “ Wagner voleva creare un’opera perfetta ed anche io, non lo nascondo ho questa aspirazione, ma, mentre lui si adoperava affinché  tutte le altre espressioni  d’arte supportassero la sua, io sostengo la tesi che esiste e deve esistere una stretta connessione tra il palco ed il testo e che bisogna amare tutte le forme d’arte: l’architettura in primis ma anche la retorica e la didattica non più considerate. Non a caso questo film è già stato proiettato in altri Paesi, non nelle sale di cinema ma nei musei, quali il Louvre a Parigi, il National Gallery a Londra, il Museo d’Arte Moderna in Olanda ed oggi qui a Napoli nel glorioso Teatro Bellini”. Il cinema di Greenaway, come afferma lo stesso regista, si presenta quindi come una miscellanea di varie arti, ma soprattutto come possibilità di condivisione di una conoscenza comune, nella quale il pubblico come singolo non è tenuto a capire tutti i linguaggi in uso all’interno della pellicola, ma nella totalità potrà per l’appunto condividere un determinato messaggio portato sullo schermo dall’autore del film. Si potrebbe dire che Greenaway è un postmoderno convinto, attaccato alla letteratura di Eco, Calvino e Borges ed allo stesso tempo con la radicata idea della “superficialità” che non coglie lo specifico, bensì prende in considerazione una totalità di tematiche. Preziosa, quindi, l’opportunità di vedere al Teatro Bellini, dal 7 al 12 ottobre, il lavoro di un autore cinematografico a cui vanno stretti i limiti di genere e che trova nello spazio teatrale una dimensione ideale di “condivisione” del messaggio che egli vuole trasmettere.

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