"Magazzino 18" di Simone Cristicchi e Jan Bernas – regia di Antonio Calenda

Al Teatro Bellini di Napoli dal 21 al 26 ottobre 2014

Servizio di Mario Migliaccio
 

Napoli – Al Porto vecchio di Trieste c’è un edificio in cui sono ammassati, uno sopra l’altro, tanti oggetti di uso comune. A primo impatto può sembrare una struttura del tutto normale, come uno di quei vecchi magazzini dimenticati dal mondo. Sfogliando, invece, gli archivi storici si comprende che quell’edificio, il “Magazzino 18”, è in realtà un cimitero vero e proprio. Non oggetti ma “soggetti”, quelli ammassati al suo interno: sedie, armadi, letti, materassi, tavoli, valigie… giocattoli. Tutto ciò appartiene a coloro che, dopo la seconda guerra mondiale, sono stati costretti a scappare dal suolo natio non per cercare fortuna altrove, ma per salvare la pelle. Nel maggio del 1945, a guerra ormai conclusa, un nuovo fronte di battaglia stava nascendo. Un fronte silenzioso, un fronte di cui i libri di storia hanno cominciato a parlare solo da qualche anno. I territori dell’Istria e della Dalmazia, con una cospicua presenza italiana, vengono ceduti alla Jugoslavia del Generale Tito, come prezzo da pagare per l’Italia uscita sconfitta dal conflitto. Da qui la furia di Tito si scaglia, dapprima contro i fascisti italiani poi contro l’altra Italia, quella formata da donne, vecchi e bambini. Tutti insieme, indistintamente, vengono massacrati e gettati in quelle cavità carsiche chiamate “foibe”. Ancora oggi non si ha un numero preciso di quanti non sono sopravvissuti alla pazzia di Tito. Coloro che sono riusciti a scappare hanno cercato di portare con sé tutto quello che potevano. Il “Magazzino 18” contiene tutti gli oggetti che da quei territori, dovevano essere spediti in Italia.
La triste storia di questo esodo viene raccontato in maniera impeccabile dall’eccellente Simone Cristicchi che, solo in scena, veste i panni di più personaggi: dapprima è il sig. Persichetti, un semplice contabile che si trova all'interno del magazzino per fare una specie di inventario degli oggetti. Poi entra nelle vesti di un fantasma che narra tutto ciò che è stato. “Magazzino 18” racconta la storia di Norma, Mario, Ferdinando, Tunin: persone comuni che hanno però vissuto un'esperienza fuori dal comune. Uno spettacolo coraggioso, reso unico dalla poliedricità di Cristicchi, attore, autore, narratore, cantante. Anche le musiche, originali, sono opera sua. Da apprezzare sono anche le proiezioni di video e immagini autentiche di quel periodo.

Magazzino 18 è l'immagine di un tipo di teatro moderno, un teatro che racconta la verità al di fuori di schemi antiquati. Non è una semplice rappresentazione ma un grido di protesta contro coloro che, durante tutto questo tempo, hanno voluto negare o celare l’esistenza di questo pezzo di storia.

 
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