Al Teatro BELLINI dal 22 febbraio al 13 marzo
Servizio di Rita Felerico
Napoli – Dopo il debutto all’interno del
Napoli Teatro Festival nel luglio dello scorso anno, lo spettacolo Miracoli
Metropolitani ritorna a Napoli al Teatro Bellini, soggetto in coproduzione,
che ha già ospitato in altri anni - riscuotendo notevole successo- i lavori Animali
da Bar e Cous Cous Klan. Restando fedeli alla loro cifra
interpretativa e drammaturgica, mantenendo alta la caratteristica vena comica,
con equilibrio miscelato alla serietà degli argomenti denunciati, anche questa
volta Carrozzeria Orfeo mira giusto e coglie nel segno. Senza
intervallo, le due ore di spettacolo non pesano all’occhio e all’ attenzione
dello spettatore, letteralmente coinvolto nelle vicissitudini dei personaggi,
delineati con grande forza caratteriale dagli attori. Si muovono su un
palcoscenico magicamente e subitaneamente trasformato sotto gli occhi della
platea in alternati piani di visione: si nascondono, avanzano verso le poltrone,
si spezzettano, si illuminano o oscurano a sottolineare e dare corpo alle varie
storie che si intrecciano. Di sottofondo la descrizione di un mondo saturo di
rifiuti, tossico, ormai all’estremo, che costringe alla solitudine della
reclusione all’interno delle proprie case abitanti trasformati ormai quasi in
animali in gabbia. In primo piano l’inquietante e improbabile cucina dello chef
stellato Plinio, caduto in povertà, ricavata in una vecchia e sgangherata
carrozzeria da lui stesso riadattata. Plinio cucina e consegna a domicilio
insieme alla moglie, Clara, ex lavapiatti concentrata verso una agognata ascesa
sociale e un roboante benessere borghese, cibi per vegetariani, per celiaci
preparati con precotti cinesi. Intorno a loro la cameriera etiope – con tutti i
problemi irrisolti della immigrazione –; il figlio di Clara, accolto da Plinio
come suo, psicologicamente problematico, grande appassionato giocatore di
videogame sulla guerra; un aspirante suicida, un professore dalla vita
enigmatica; e come se non bastasse la mamma di Plinio, ex sessantottina,
imperterrita combattente contro le tirannie e i soprusi dei più deboli. Si
incastrano le loro storie e i loro problemi in un grottesco e quanto mai ‘vero’
scenario di vita, o meglio falsa vita, che con irriverenza mette sul tappeto i
limiti e le anguste sfere di libertà di un mondo e di un pensiero che non hanno
ormai quasi più nulla da dire, se non riconoscere a fatica la cruda verità di ciò
che si è e si è diventati.
“Ho scritto il testo a ottobre, prima
del Covid-19, già immaginando una società chiusa ormai in casa, perché il
pianeta le si è rivoltato contro - racconta Gabriele
Di Luca - Se in Cous Cous Klan a mancare era l’acqua,
stavolta le fogne stanno esplodendo, i trasporti sono fermi, la disoccupazione
tocca il 62%, la Messa si celebra soltanto in streaming. Il richiamo al nostro
mondo e ai suoi escrementi, reali e figurati, mi sembra chiaro, come la
metafora della solitudine sociale e interpersonale, ormai allarmante».
E parte dalla
metafora del cibo, della ‘fissa’ per l’alimentazione che compensa tutta una
serie di dolori e di alienazioni ormai incarnate nella decadenza di un
Occidente non in grado di rispondere a desideri e bisogni quasi dimenticati. “La questione ambientale,
la solitudine e la responsabilità: sono questi i temi attorno ai quali di
sviluppa il mondo di Miracoli
metropolitani. È il racconto di una solitudine sociale e personale
dove ogni uomo, ma in fondo un’intera umanità, affronta quotidianamente
quell’incolmabile vuoto che sta per travolgere la sua esistenza”, si legge nelle note di
regia. L’ictus che colpisce alla fine Plinio – dopo la scoperta di ciò che si
nascondeva dietro i comportamenti di ognuno – riesce a determinare un minimo di
responsabilità e autocoscienza, tragicamente spezzato dal gesto di
distruzione/autodistruzione che incombeva da sempre nella sua depressione.
Finalista al Premio Le
Maschere del Teatro 2021 per il testo di Gabriele Di Luca, con il quale è stato
selezionato come autore italiano nel progetto americano Italian Playwrights
Project terza edizione (2020/22), lo spettacolo racconta di “Un mondo stupido
- scrive l'autore Gabriele Di Luca - uno spettacolo dove si ride tanto, ma
dove non si sta ridendo affatto. Un'umanità alla deriva, un gruppo di perdenti
alla ricerca, ognuno, delle proprie verità nel tentativo di soddisfare i propri
desideri più profondi. Nella loro cucina sgangherata i protagonisti
devono vedersela con ricette assurde, per soddisfare le richieste del mercato
globale, il tema del cibo è la metafora di un consumismo assurdo che trasforma
tutto, anche un'esigenza primaria come il cibo, in una moda da cavalcare. Per
restituire al pubblico la concretezza delle tematiche trattate, in Miracoli
Metropolitani, si cucina davvero”.
Uno spettacolo da non perdere, perché la bravura degli attori non solo
fa emergere le caratteristiche di ogni personaggio in modo preciso e
coinvolgente, ma dove il susseguirsi delle battute e dei dialoghi più
meditativi si snoda con fluidità e trasparenza, come se fosse tutto
‘naturalmente’ vero e ci si trovasse anche noi spettatori a recitare su quel
palcoscenico divenuto, senza sofferenza ma con un post- dolore, la nostra vita.
Miracoli Metropolitani
uno spettacolo di Carrozzeria
Orfeo
drammaturgia Gabriele Di
Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
con (in o.a.) Elsa Bossi (Patty),
Ambra Chiarello (Hope), Federico Gatti (Igor), Aleph
Viola (Mosquito/Mohamed), Beatrice Schiros (Clara), Massimiliano Setti
(Cesare), Federico Vanni (Plinio)
Si ringrazia Barbara Ronchi per la voce della moglie
musiche originali Massimiliano
Setti
scenografia e luci Lucio Diana
costumi Stefania Cempini
una coproduzione Marche Teatro,
Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di
Napoli -Teatro Bellini
in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna
“L’arboreto Teatro Dimora | La Corte Ospitale”
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