MURATORI di Edoardo Erba

Al teatro Sannazaro dal 29 al 31 ottobre 2021

Servizio di Pino Cotarelli


Napoli – Muratori, la commedia di Edoardo Erba, nella versione napoletana, conferma la sua notevole validità anche al teatro Sannazaro, dopo il successo al Campania Teatro Festival edizione 2021, dove il pubblico ancora una volta, ha sottolineato il suo gradimento con interminabili applausi, richiamando gli attori sul proscenio innumerevoli volte. Il tema, trattato con ironia nella sua drammatica realtà tuttora attuale, evidenzia la crisi dei teatri che appaiono sempre più destinati ad essere soppiantati da megastrutture commerciali, col miraggio di un bilancio fiorente in contrapposizione all’idea di una cultura che rifiuta logiche di mercato. 


Nel delicato equilibrio tra comicità e incosciente drammaticità, la perfetta resa di tre ottimi attori che hanno mostrato un notevole affiatamento con ritmi serrati nelle innumerevoli battute comiche, esaltate anche dal linguaggio provinciale dei muratori a cui fa da contraltare quello forbito di Giulia. Massimo De Matteo nel ruolo di Fiore, è il muratore che appare il più responsabile nell’impresa di costruire un muro che deve aumentare lo spazio di un supermercato a scapito del teatro adiacente, ma che finisce invece per far emergere tutte le sue fragilità nascoste dalla ferrea volontà di apparire omologato. Francesco Procopio nel ruolo di Germano, muratore socio di Fiore nella futura società di spurgo che dovrà nascere con il ricavato dell’abuso. Una personalità incerta che trova l’apparente riferimento nell’amore che appare frutto della sola sua fantasia. 


Angela De Matteo nel ruolo di Giulia, una nobile che si materializza nel teatro, prima a Germano e poi a Fiore, annunciata da improvvisi e strani suoni e luci intermittenti, spaventando i due intenti alla costruzione del muro, che rimangono sedotti dalla sua bellezza e dalle sue frasi gentili e promettenti che farfuglia come battute di un vecchio copione. Un teatro violato che sembra voler dimostrare il proprio sdegno attraverso i personaggi appartenuti alle varie drammaturgie “vivi” solo nella memoria degli spettatori. Muratori che non hanno mai frequentato teatri che si trasformano in attori/spettatori, un muro che può diventare anche un palcoscenico per Germano e Fiore, che sembrano ormai presi dalla voglia di esibirsi e accennano a battute comiche da teatranti consumati, si esibiscono in balli alla Cochi e Renato, fino ad arrivare ad abbattere quel muro da loro stessi costruito, per accedere ad un nuovo palcoscenico, dove essi stessi, come spettatori, partecipano ad una esibizione canora di Giulia, trasformata in una moderna cantante. Il teatro ha vinto? Forse….!!! Bella rappresentazione, interessante drammaturgia, ottima resa degli attori, scenografia minimale che evolve nel corso della rappresentazione ad opera degli stessi attori con costruzione progressivo di un muro, luci coerenti alle scene e musica appropriata elaborata dalle ottime doti del noto maestro Floriano Bocchino. Un lavoro che conquisterà innumerevoli platee per la certezza di successo che assicura.

Abbiamo rivolto alcune domande agli attori:


Angela De Matteo

Giulia, simbolo-pretesto per un "Teatro" che sembra ribellarsi all'abuso che si sta per commettere?

Giulia rappresenta il Teatro che resiste alla logica del consumo, del tutto e subito, della velocità, della non cultura, della mancanza totale di emozione, della diabolica ricerca del danaro a tutti costi. Il Teatro resiste seppur minato dal fasullo presupposto che sia inutile.

Incursioni quelle di Giulia che sembrano voler disorientare il lavoro dei muratori?

Le apparizioni di Giulia in due momenti diversi e con dinamiche diverse distolgono i muratori dall’ abuso che stanno attuando. Nel primo caso Giulia legge nell’animo di Germano una purezza ed ingenuità e punta ad esaltare questi due aspetti di Germano per attirarlo a sé, nel secondo caso scava nell’anima di Fiore che ormai si è allontanato dalle emozioni e con seduzione più adulta lo fa vibrare come non gli succedeva da anni. Dopo le singole apparizioni entrambi immediatamente cominciano ad avere ripensamenti sulla effettiva necessità di quel muro.

Quanto è difficoltoso ricoprire un ruolo che può e deve apparire dissonante rispetto alla storia e all'attività dei due muratori?

Interpretare questo ruolo è stato complicato soprattutto all’inizio, dissonante doveva esserlo ma nella misura giusta per poter dare comunque l’illusione ad entrambi i muratori di essere una donna in carne ed ossa nelle apparizioni.

Un confronto impari, per cultura e linguaggi fra Giulia e i muratori che vuole essere d'effetto comico?  

Registri linguistici diversi, movenze diverse…quelle di Giulia rispetto alle movenze rustiche e al gergo specifico dei muratori, beh gli spunti comici nascono di conseguenza, a questo aggiungo la grande sintonia tra noi tre, ci capiamo al volo ci sosteniamo sempre e ci divertiamo un mondo… le risate scorrono come fiumi.


Francesco Procopio

Germano, personaggio debole e dalla personalità complessa che riesce a ribellarsi anche a Fiore, pronto a far saltare anche il progetto della costruzione del muro per un sentimento amoroso anche se surreale, poi si arrende, è un debole o prevale l’amicizia e il progetto lavorativo futuro?

Germano, secondo me, non è altro che una persona semplice. Segue il suo istinto, è un ingenuo. Ma questo non significa che sia un debole, anzi: se e quando è convinto di volere una cosa, si prodiga con tutte le sue forze per ottenerla. Così ha fatto, dopo aver promesso a Giulia di partire insieme e così pure, quando, alla fine dello spettacolo, si è finalmente convinto a mettere su l’impresa con Fiore.

Una comicità molto orientata sull’ingenuità del personaggio?

Ma si… Una comicità che nasce sempre perché lo spettatore si rivede in quei dubbi, in quelle paure. Quando smetti di fumare e ti viene la tosse; quando ti arrabbi e vorresti riprendere la sigaretta; quando hai paura di intraprendere quel percorso lavorativo e forse non ti interessa neanche così tanto, ma oramai ingenuamente ti sei impegnato con il tuo amico.

L’attività da muratore svolta in scena aiuta?

Si, aiuta sicuramente. È però anche un grande ostacolo per l’attore, che deve portare avanti due lavori, uno fisico, l’altro mentale. La costruzione fisica del muro avviene contemporaneamente alla parabola evolutiva della psicologia del personaggio.

Germano personaggio preferito per le tue caratteristiche di attore o avresti preferito Fiore?

Muratori è stato replicato per diversi anni in romanesco da due meravigliosi attori: Paolo Triestino e Nicola Pistoia. Peppe Miale -il nostro regista- me ne parlava da qualche annetto. Quando finalmente sono riuscito a vederlo in una delle sue ultime repliche a Roma, al Teatro Ghione, subito mi ha preso un voglia matta di interpretare Germano. Credo sia nelle mie corde, interiormente mi somiglia. Mi piace come s’innamora. Mi piace proprio la sua purezza, la sua ingenuità.


Massimo De Matteo 

Due muratori che con la loro modesta quotidianità risultano di una simpatica comicità, forse non cercata, quasi alla maniera di Troisi?

La comicità in Teatro non dovrebbe mai essere cercata, il primo dovere di un attore è quello di seguire il testo, è il testo a suggerire e determinare comicità. riguardo al mio grande concittadino, io e Troisi siamo entrambi di San Giorgio a Cremano, è una delle tante citazioni con cui abbiamo voluto omaggiare il Teatro in tutte le sue forme e registri cercando di tenere i riferimenti sempre a servizio della storia e mai avanti ad essa. ci sono i clown, la commedia dell'arte, Totò e Peppino, Buster Keaton, autori come Beckett, Shakespeare e ovviamente Strindberg. Insomma, Massimo è in buona compagnia.

 

Fiore, il tuo personaggio, appare nascosto in una apparente maturità risultato di una necessaria omologazione sociale?

Sì, è così, soprattutto quando dice che a lui servono i soldi, perché con i soldi si campa bene. È sicuramente convinto che quella sia la strada, la soluzione alle sue frustrazioni sociali, economiche e affettive, diverso da Germano che appare sprovveduto ma in realtà ha maggiore sensibilità.

 

Nella scenografia, Il lavoro effettivo di costruzione del muro aiuta nella recitazione e nel rendere meglio i personaggi?

Senza dubbio il lavoro, l'azione, il gesto per intenderci, non solo aiuta l'attore a rendere tridimensionale il personaggio, ma soprattutto aiuta il pubblico a immergersi nella storia, ad empatizzare coi personaggi, a partecipare al fatto in maniera catartica. È necessario che il pubblico avverta anche il disagio causato da ciò che sta per accadere, la elevazione di una quarta parete reale, quella quarta parete che solo il Teatro rende invisibile. Sta per alzarsi un muro tra noi e lo spettatore.

 

I due muratori si esibiscono con ballo e canto. Un teatro violato che coinvolge chi non lo ha mai frequentato?   

Il Teatro è violato si, da una becera comicità ma anche da incompetenza, disamore, mancanza di etica, come la nostra società. il Teatro è depauperato della sua dignità e spesso si palesa proprio attraverso intellettualismi che in realtà nascondono inconsapevolezza, incompetenza, che determinano la ricerca di strade alternative. Nel Teatro la Ricerca è naturale e imprescindibile, è mestiere.

 

Note di regia (Peppe Miale)

Il testo di Edoardo Erba naviga tra rigogliosi orizzonti di concreta e raffinata comicità e, mai disdegnandole anzi sublimandole, piccole sorprendenti e sostanziali soste in acque che demandano ad un’acuta riflessione sulla condizione umana. E se nella nostra lettura, la retorica potrebbe rappresentare facile inciampo, è nostro desiderio provare a denunciare che, se è vero come è vero, che il momento pandemico in essere costringe ad una crisi della cultura (di cui il Teatro è solo fra le più alte rappresentazioni), è pur vero che l’Autore già nel 2002 ci segnalava che c’era chi desiderava che la cultura fosse murata in un supermercato. Ed è quindi sempre nostro compito provare, con umiltà, ad essere quella signorina Julie che crea le condizioni affinché i muri non si sostituiscano ai sipari.

 

MURATORI di Edoardo Erba
regia Peppe Miale

con Angela De Matteo, Massimo De Matteo, Francesco Procopio
aiuto regia Giordano Bassetti
assistente alla regia Roberta Rossi Scala
costumi Alessandra Gaudioso
scene Luigi Ferrigno
assistente scenografo Sara Palmieri
musiche Floriano Bocchino
luci Salvatore Palladino
durata 110 minuti
si ringraziano Teatro Bellini - Théâtre de Poche
una produzione Ente Teatro Cronaca Vesuvioteatro

 Foto di Anna Camerlingo

  

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