Teatro Trianon Viviani, venerdì 12 novembre 2021 ore 21.00
Servizio di Rita Felerico
Napoli
- Già nel titolo l’incontro musicale al Trianon
Viviani di Ciccio Merolla vuole narrare
della generosa condivisione, della forza aggregante e coinvolgente che anima il
linguaggio della musica. Il live che il percussionista partenopeo ha infatti
con passione prodotto con Jesce Sole, per la regia di Raffaele Di Florio, è il
frutto della sua esperienza, del suo costante studio di pentagrammi e sonorità
che non si limita ai confini del nostro territorio. Anni fa, per esempio,
ricordo un bellissimo appuntamento: un rilassante nonché sorprendente massaggio musicale compiuto sui corpi
distesi di un gruppo di donne da Ciccio con i suoni delle campane tibetane, che
ebbe su di me un effetto di magica riflessione e distensione. Sul palco con lui,
nel teatro che si avvia ad essere luogo privilegiato di suoni per i bellissimi
concerti programmati, a confermare la solidità di un collaudato trio Pietro Condorelli alla chitarra
e Davide Afzal al
basso.
All’interpretazione in chiave “etnojazz” di brani nuovi e di quelli
divenuti ormai storici, si sono aggiunti man mano i suoi fratelli: gli interventi della flautista Valentina Crimaldi – moglie
del mai dimenticato Rino Zurzolo - il
cabarettista Antonio
D’Ausilio – immancabile ospite nei programmi di Serena Dandini, ha aperto con
un sorriso lo spettacolo - il musicista del Burkina Faso Ibrahim Drabo, lo scrittore e
rapper Lucariello e
la cantante Viviana
Novembre. Richiesto dal pubblico come bis ‘MPASTA, il brano scritto anche nel testo da
Ciccio Merolla in onore del casatiello, tipico gioiello culinario napoletano, adattamento in lingua napoletana, di
“Mustt Mustt” di Nusrat Fateh Ali
Khan, cantante e musicista pakistano, scomparso nel 1997, che detiene il record
mondiale per il maggior numero di dischi pubblicato da un artista Qawwali, la
musica religiosa tipica del sufismo del subcontinente indiano.
Un dialogo
aperto con il pubblico, con sincerità definito ‘amico’, che lo ha sostenuto
anche nei giorni più bui della pandemia.
Bravissimi tutti, vibranti gli
assoli di tutti fra i quali spiccano quello di Ciccio sull’hag e di Ibrahim sul balafon. E proprio ad Ibrahim, venuto da un altro
continente ma di cuore napoletano, abbiamo
rivolto qualche domanda per capire meglio il suo rapporto con Ciccio.
Foto di Cesare Abbate
Come
hai conosciuto Ciccio Merolla?
Ero a casa, ho sentito
suonare qualcuno le percussioni, ho scoperto che il mio vicino di casa era
Ciccio Merolla. Poi ci siamo presentati e piano piano conosciuti.
Quale
idea di ‘Musica’ vi accomuna?
Ci accomuna la musica
fatta con il cuore per dare qualcosa a chi ascolta, il piacere della musica
fatta per comunicare e fare musica che fa viaggiare facendo anche riflettere
chi ascolta.
Con
una parola descrivi l’emozione che hai provato sul palco.
Sul palco ho sentito
arrivare le emozioni di Ciccio che condivideva con me generosamente il suo
spazio, il suo tempo le sue emozion.i
Hai
un appuntamento importante domani. Sei impegnato in una masterclass. Raccontaci
con chi, come sei entrato nel progetto, dove si terrà e cosa farai
Ho iniziato quest'estate
in Cilento a far parte del progetto di formazione di due musicisti che suonano
in tutto il mondo, anche al San Carlo di Napoli: Pasquale Bardaro e Franco
Cardaropoli. Con Pasquale ho suonato tempo fa e lui mi ha cercato per far parte
della masterclass. Mi piace molto insegnare come lo fanno loro, l'incontro con
i ragazzi della masterclass di quest'estate è stato un’esperienza piena. Mi ha
riportato quando già ad otto anni i miei maestri in Africa mi facevano capire
il senso della vita, il rispetto della musica e la fatica dello studio con
tanti sacrifici che servono per andare avanti.
In Africa noi facevano anche un lavoro sul corpo e la presenza sul palco, che
doveva essere con tutto l'impegno possibile e con una pulizia d'animo.
Il
prossimo impegno?
Adesso sto lavorando e
studiando come sempre per farmi trovare pronto per i concerti di dicembre.
Che bel live Ciccio, ricco
di amore e di umanità; non dobbiamo temere di unire queste parole alla
professionalità, alla bravura. Donano valore e spessore e questo solo la
sensibilità di un musicista partenopeo come te può donarlo.
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