“Coppelia” – balletto in due atti con le coreografie di Roland Petit e Luigi Bonino


Musica di Léo Delibes – Direttore David Garforth

Al Teatro San Carlo di Napoli dal 31 marzo al 12 aprile

Servizio di Francesca Myriam Chiatto

Napoli – “Tu mi fai girar come fossi una bambola”: non è solo la canzone, ma lo potremmo dire anche per “Coppelia”, balletto del 1870, ma ancora fra i più rappresentati. Al San Carlo dal 31 marzo al 12 aprile, Roland Petit ha infatti coreografato una versione rivisitata del balletto classico, con la supervisione di Luigi Bonino. La musica di Léo Delibes è difretta da David Garforth. Le scene semplici realizzate con pochi elementi e i costumi, ricchi e curatissimi nei dettagli, sono di Ezio Frigerio. La storia di Swanilda, innamorata di Frantz e desiderata a sua volta dal mago Coppélius, che tenta di impedire il loro amore, crea un girotondo non solo di danze, ma anche di sguardi, di cui talvolta fa parte anche Coppelia, la bambola che il mago ha costruito a immagine e somiglianza della ragazza di cui si è invaghito e che spaccia per sua figlia. Luigi Bonino che lo interpreta, danza con la   bambola e la resa è straordinaria: grazie a dettagliati accorgimenti, Coppelia ci appare come fosse viva, danzando uno splendido e vivace valzer. Mentre tutte le giovani della città sono innamorate dei soldati della guarnigione, Swanilda, con le sue amiche entra a curiosare nella casa di Coppélius e, scoperta la bambola uguale a lei, vi si sostituisce. Sta al gioco quando, per dare vita alla bambola, il mago vuole servirsi di Frantz, che nel frattempo ha narcotizzato, riuscendo così a salvarlo e tornando a danzare felice con lui, mentre la bambola viene distrutta. Non solo balletto di repertorio, ma anche la giga, una danza spagnola ed un ironico can can dei due innamorati. Il passo a due conclude l’opera su una musica vivace. Corpo di ballo ed orchestra del teatro San Carlo, accanto a grandi ballerini come Ksenia Ryzhkova (e Anbeta Toromani) per Swanilda e, per Frantz, Alessandro Macario e Dmitry Sobolevskij, a cui va una menzione speciale per i suoi spettacolari grand jetès en tournant. Le luci sono di Jean Michel Desiré. 

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