“LA TRAVIATA” musiche di Giuseppe Verdi libretto di Francesco Maria Piave
Al Teatro San Carlo di Napoli dal 3 al 13 novembre
2015
Servizio
di Pino Cotarelli
Napoli – Al teatro San Carlo molto
attesa e seguita “La Traviata”, un’opera che trae la sua forza da una parte,
dalla composizione musicale capace di evocare le vicende del racconto e dall’altra,
dai particolari virtuosismi canori che vengono richiesti al tenore, Alfredo Germont (il 6 novembre il ruolo è
stato ricoperto da un bravo Stefan Pope), ed ancor di più alla soprano, Violetta Valéry (il 6 novembre il ruolo è
stato ricoperto da una bravissima Cinzia Forte). L’effetto scatenante è un
coinvolgimento ed una partecipazione interiore che emoziona e fa percepire il
sensibile messaggio che il grande maestro Giuseppe Verdi ha voluto sintetizzare
in ogni spettatore. La novità, un video iniziale come prologo che precede il
primo atto, in cui compare Violetta
Valery in movimenti al rallentatore in camice sporco di sangue che evidenzia
la sofferenza procurata dalla tisi che le darà la morte. Si è notata una
perfezione nella regia quasi cinematografica che il grande e pluripremiato
regista Ferzan Ozpetek è riuscito ad ottenere inserendo elementi orientaleggianti
nelle scenografie del bravissimo Dante Ferretti e che al primo atto mostrano un
salone rosso della casa di Parigi di Valéry dove drappeggi, poltrone ed opulenza,
fanno da contorno al famoso “libiamo ne’
lieti calici”, mentre nel secondo atto troviamo prima il giardino della
villa Valéry con tavolino, poi, l’esterno della stessa villa con una lunga
scalinata che si perde nel fondo; in questo esterno si svolge, tra le altre un
bellissimo balletto fra zingare e toreri, fra uomini in smoking e donne
eleganti; al terzo atto la novità di un letto su uno sfondo buio sul quale si
visualizzano gli incubi di Violetta in preda alla tisi. Il maestro Nello Santi
ha saputo accentuare i vari passaggi più delicati, alternandoli con i crescendo
trionfali di cui è piena l’opera, non trascurando la direzione degli stessi cantanti
lirici negli attacchi e negli assoli ed in particolare nel passaggio di solo
recitazione della Valéry, quando legge la lettera del suo Alfredo nel letto in
cui è costretta dalla malattia; una lettura recitata e sottolineata da uno
straziante assolo di violino. L’opera che fa parte della trilogia assieme a “Rigoletto” ed “Il Trovatore”, ha una storia semplice, quella di una famosa mondana
di Parigi Violetta Valéry che vive a
Parigi nella metà del XVIII° secolo e alla quale viene presentato Alfredo da un suo amico nobile Gastone
(Massimiliano Chiarolla), questa conoscenza non piace al suo amante Duphol (il
6 novembre il ruolo è stato ricoperto dal buon baritono Fernando PIqueras), Infatti
Alfredo confessa a Violetta di amarla e Violetta ricambia ritrovandosi per la
prima volta innamorata ed i due decidono di vivere insieme nella villa di
campagna di Violetta. Ma necessitano denari e Violetta decide di vendere di nascosto i
mobili di casa. Alfredo lo scopre dalla cameriera Annina (il 6 novembre ruolo
ricoperto dalla ottima soprano Marta Calcaterra) e parte alla volta di Parigi per aiutare la
donna a risolvere le difficoltà economiche. Ma si presenta a casa di Violetta
il padre di Alfredo, il barone Germont (il 6 novembre il ruolo è stato
ricoperto da un ottimo ed indiscusso baritono: Giovanni Meoni) che in un primo momento
accusa Violetta di sfruttare economicamente il figlio Alfredo, e quando questa
gli mostra la lista dei mobili che vuole vendere per mantenere il figlio,
l’uomo pentito delle accuse le chiede comunque
di far tornare Alfredo alla casa paterna per agevolare il matrimonio della
figlia che rischia di compromettersi raccomandando alla donna di dimenticarlo
per sempre. Lei decide di accontentare il padre di Alfredo suscitando, però, la
gelosia di quest’ultimo che non capendo il perché di tale scelta tratterà
Violetta da prostituta nel bel mezzo di una festa, davanti a tutti gli invitati.
Ma la donna è ferma nel non rivelargli il colloquio con il padre. Intanto la sua
salute peggiora e mentre ancora ci riesce, legge dal suo letto da cui non
riesce più ad alzarsi, una lettera che gli è pervenuta da Germont che
finalmente vuole svelare tutto ad Alfredo ed ha paura di non riuscire ad
aspettare l’uomo che ama. Alla fine Alfredo non potrà far altro che assistere
alla sua fine nel profondo pentimento suo e del padre appena giunto. Una storia
forte, dunque, caposaldo della tradizione del melodramma, che, qui, oltre alle
celeberrime musiche, viene arricchita da una messa in scena di assoluto valore
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