Anna Bonaiuto in tournée con "La belle joyeuse"

Sulla figura di Cristina di Belgioioso, ruolo che aveva già ricoperto nel film di Mario Martone “Noi credevamo”
Servizio di Laura Canevali
 
Anna Bonaiuto in tournée con La belle joyeuse dichiara “Amo Cristina di Belgioioso perché una figura moderna, un personaggio complesso, che voglio diffondere perché caposaldo non riconosciuto dell’Unità d’Italia.”
Anna Bonaiuto è una delle attrici più importanti del nostro panorama artistico. Alterna lavori cinematografici a teatrali.
In quest’occasione parliamo dello spettacolo che da tempo porta in scena, “La belle joyeuse”, incentrato sulla figura di Cristina di Belgioioso, ruolo che aveva già ricoperto nel film di Mario Martone “Noi credevamo”.

 
“La belle joyeuse” su Cristina Belgioioso. Sembra essere affezionata a questo personaggio già ricoperto in passato nel film “Noi credevamo” di Mario Martone. Le era già accaduto di ricoprire due volte lo stesso ruolo?


“No, tramite il film mi sono interessata a questo personaggio che penso meriti di essere conosciuto grazie anche all’eredità che ci ha lasciato.”

 

Quali le differenze che esistono tra i due ruoli e le differenze nell’approcciarsi?

 

“Sono diversi: al cinema era un cameo di lei da vecchia, nello spettacolo si parla della sua vita dall’infanzia fino alla morte.”

 

Cristina di Belgioso è un personaggio temuto dagli Austriaci odiata dalla Chiesa eppure è una delle figure più importanti del nostro Risorgimento. Come mai allora il silenzio su questa figura?

 

“Conduceva una vita libera, era sempre dalla parte dei perdenti, malata di sifilide, ha avuto una figlia che non ha mai conosciuto il padre e non è stata invitata all’Unità d’Italia. Era una figura antimoralista se si pensa alla madre dei fratelli Cairoli, ad Anita Garibaldi.”

 

Cristina di Belgioso era una donna molto moderna per l’epoca. Lei che idea si è fatta in proposito?

 

“Mi sono fatta l'idea che non riusciremo a comprendere in fondo questa figura, nonostante i suoi numerosi scritti. E’ un personaggio con molte sfaccettature. Questo testo di Gianfranco Fiore lo descrive bene.”

 

Lo spettacolo è in scena da vari mesi. Che cosa le ha dato e cosa pensa di aver restituito?

 

“Mi ha dato tanto e il mio intento e voler continuare a far conoscere questa straordinaria donna, tirarla fuori dall’oblio in cui è stata relegata.”

 

A luglio ha vinto un premio per la migliore interpretazione teatrale. Che effetto fa ricevere un premio di questo tipo?

 

Quello era un premio alla carriera. Ne ho vinti tanti tra cui il premio Ubu per Sabato Domenica Lunedi con Toni Servillo e il Duse. Sono momenti che portano grande emozione.

 

I suoi prossimi progetti?

 

“Tra breve farò un film, continuando a dedicarmi a questo spettacolo e ad altri che per ora non voglio dire.”

 

 

10 aprile 2014
 

 

 
 
 
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