“Un ragazzo di campagna” di Peppino De Filippo regia Luigi De Filippo ripresa da Rosario Giglio

Napoli - Teatro Sannazaro - Dal 22 al 24 Febbraio 2019


Servizio di Ciro Borrelli

Napoli - Attraverso la compagnia “La bottega di Teatro di Luigi De Filippo”, i compianti nonché straordinari artisti Peppino De Filippo e suo figlio Luigi (scomparso circa undici mesi fa) rivivono per tre serate al “Sannazaro” di Napoli. In questo teatro i tre De Filippo debuttarono l’8 ottobre 1932 con Chi è cchiù felice ’e me! di Eduardo (rap­presentata per la prima volta in quell’anno ma scritta nel 1929) e Amori e balestre di Peppino (scritta nel 1932). Il loro trionfo è testimoniato da illustri colleghi, scrit­tori, giornalisti e intellettuali, da Pirandello a Bontempelli, da Bracco a Di Giacomo fino a Croce.

La commedia in questione, rappresentata per la prima volta al “Teatro Nuovo” di Napoli nel 1931, è Un ragazzo di campagna; si tratta di una farsa in due parti composta da Peppino De Filippo nel 1931, il cui titolo originale era Tutti uniti canteremo. La pièce costituisce uno dei primi successi di Eduardo, Peppino e Titina. Siamo negli anni intorno al 1930, in un paesino di campagna nei dintorni di Napoli. Giorgio, figuro tracotante, vile e poltrone, oppresso dai debiti e con una moglie ex ballerina di varietà, capricciosa ed amante della bella vita, vuol combinare un matrimonio d’interesse tra il fratellastro Pasqualino, contadino goffo e maldestro ma pregno di sentimenti puliti, e la bella Lucia, figlia di un ricco possidente del paese. La ragazza, però, non ricambia i sentimenti del giovanotto: è ancora innamorata, infatti, del suo ex fidanzato, Enrico, il quale, proprio nel giorno delle nozze, tornerà per riprendersi la sua donna, lasciando Pasqualino solo e disperato.

La vicenda profuma di semplici ma sinceri sentimenti di un mondo perduto che appartiene al paese dell’anima che è quello della memoria. In questa opera si riconoscono  le prime tracce di quello che poi con il tempo caratterizzerà il teatro dei De Filippo, le cui commedie ven­gono ambientate soprattutto nei salotti della piccola borghesia urbana e nella provincia contadina e mettono in scena un popolo di stravaganti, di artisti in miseria, di truffaldini, di mariti ge­losi, di personaggi impegnati ad ostentare un prestigio che non posseggono e, soprattutto, di illusi incapaci di intendere la realtà che li circonda: insomma, una folla di figure fuori dall’ordinario, sedicenti, disonesti, meschini, destinati ad essere beffati, derisi e ridicolizzati da un finale amaro. ­

La compagnia è nata dalla volontà di Laura Tibaldi, vedova di Luigi De Filippo, di continuare il teatro dei De Filippo con lo stesso entusiasmo, impegno e amore profusi fino a pochi mesi fa dal marito Luigi. La regia è di Luigi De Filippo mentre la ripresa attuale è stata affidata a Rosario Giglio, che ha messo insieme tutti gli attori che hanno lavorato in passato con Luigi. Una compagnia affiatatissima, composta da Grazia Carrino, Antonio Intorcia, Pierluigi Iorio, Carmen Landolfi, Geremia Longobardo, Massimo Pagano, Ciro Ruoppo, Tina Scatola e Stefania Ventura, che ha dato vita ad uno spettacolo di una comicità effervescente, di un umorismo dal sapore agrodolce.

Gli arrangiamenti musicali sono di Francesco Citera ed i costumi di Ilaria Carannante. L’organizzazione è stata curata da Laura Tibaldi De Filippo in collaborazione con Antonio Intorcia e Pierluigi Iorio. La produzione è “I due della città del sole” in collaborazione con Solot Compagnia Stabile di Benevento, la Compagnia Stabile di Agropoli e NFT.



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