IL GABBIANO (à ma mére) da Anton Čechov, adattamento e regia di GIancarlo Sepe
Napoli – Teatro Diana – dal 13 al 24 febbraio 2019
Servizio di Pino Cotarelli
Napoli – “Il gabbiano (à ma mère)” di Anton Cechov, pietra miliare della
drammaturgia mondiale, nella rilettura di Giancarlo Sepe, che ne ha curato
l’adattamento e la regia, vede Massimo Ranieri nel ruolo di Konstantin
Gavrilovič Treplev, figlio di Irina Arcàdina, al quale viene affidato anche
il compito di evidenziare i punti deboli
della pièce, partendo da una prospettiva esterna, nella realtà e nella finzione scenica. Il ricorso alla musica del
repertorio della chanson française (rimando a Stanislavskij), appare un possibile
rimedio. Compito agevole per Massimo Ranieri per la sua nota bravura sia nella
recitazione che nel canto, che riesce a far esaltare il dramma romantico di questa versione
de “Il gabbiano”, coprodotta da Diana Or.i.s. srl e di Rama 2000 srl, per la quale il successo riscontrato poteva non essere scontato. Di sicuro
un’ottima prestazione dell’intero cast per quanto riguarda recitazione e movenze
ritmiche e maniacali richieste in questa versione del lavoro, dove il pubblico
ha mostrato apprezzamento per le prestazioni dei vari attori: l’intensa Irina Nikolaevna di Caterina Vertova, l’equilibrato tragicomico
Trigorin di Pino Tufillaro, il trasognato Konstantin di Francesco Jacopo
Provenzano, la Nina postmoderna di Federica Stefanelli, l’elegante cupezza da
dark lady della Masa di Martina Grilli. Un giusto equilibrio fra tristezza ed eleganza dei personaggi, in quella che
è l’essenzialità del teatro cechoviano, in una scenografia minimale con al
centro un enorme pianoforte suonato da Massimo Ranieri sul cui dorso si svolgono
buona parte delle scene, in una prevalente e misteriosa penombra. Una storia in
cui il regista riconosce nel personaggio Trepled, scrittore incompreso, la capacità
di una possibile contaminazione del lavoro di Cecov con la musica.
La storia si svolge nella tenuta di
campagna di due fratelli, Pëtr Sorin, magistrato in pensione e Irina Arkadina,
celebre attrice, che convive con Boris Trigorin, mediocre scrittore. Kostja
Treplev, figlio di Arkadina non si sente amato dalla madre; è un aspirante
drammaturgo a cui non piace il teatro “routinier” interpretato dalla madre,
aspira a forme nuove. Treplev mette in scena un suo monologo sul futuro
dell’umanità, nel giardino di casa, interpretato da Nina un, sua vicina di cui
è innamorato. La madre molto critica del testo, lo costringe ad interrompere lo
spettacolo. Nina aspira a fare l’attrice ed è infatuata di Trigorin, che a sua
volta subisce il suo fascino anche se legato a Arkadina. Nina così decide di fuggire
a Mosca per unirsi all’amante e cominciare la sua carriera artistica, ma non riuscendo
ad avere successo, viene abbandonata da Trigorin da cui ha avuto un figlio, morto
dopo pochi mesi ed è anche costretta ad
accettare modeste scritture. Durante una tournee fa ritorno nella villa dove
vive Treplev, che nel frattempo è diventato scrittore affermato ma insoddisfatto.
E’ nel loro ultimo incontro che Treplev, ancora innamorato di lei, le scongiura
di non ripartire, ma Nina rifiuta: vuole la libertà di quei gabbiani che
volteggiano sul lago di fronte alla villa, anche a costo di accettare le fatiche
del suo lavoro e quindi riparte. Treplev, abbandonato si spara.
Un dramma dove tutti i personaggi si
scoprono delusi della propria vita che finisce
trascinata nel grigiore e nella noia. Il gabbiano ucciso per caso da un cacciatore,
assurge a simbolo dell’inutile sacrificio della giovinezza di Nina.
IL GABBIANO (à ma mére) da Anton Čechov adattamento e regia Giancarlo Sepe
figlio di
Irina Arcàdina: Massimo Ranieri,
Irina
Arcàdina: Caterina
Vertova,
Boris Trigòrin: Pino Tufillaro,
Nina: Federica Stefanelli,
Mascia: Martina Grilli,
Kostja: Francesco Jacopo
Provenzano
musiche Harmonia Team
disegno
lci Maurizio Fabretti
scene e costumi
Umberto
Bertacca
Spettacolo coprodotto da Diana Or.i.s. srl e Rama 2000 srl.
© RIPRODUZIONE
RISERVATA
Commenti
Posta un commento