Assunta Spina di Salvatore Di Giacomo regia di Pino Carbone

Al Teatro San Ferdinando   – Napoli  da giovedì  7 a domenica   17  febbraio 2019

Servizio di Rita Felerico

Napoli - E’  con grande coinvolgimento emozionale che Pino Carbone, il regista, prova  a   scompigliare le carte del  destino già date, a scalfire l’immagine ieratica e tradizionale dei personaggi, apparentemente vestiti con gli abiti di scena che, invece, indossano scomposti su pantacollant e top dei nostri giorni, calzando scarpe dei nostri giorni, abiti che mettono e smettono dalle stampelle poste su stender appendiabiti posti a vista sul palcoscenico. Anche Assunta (Chiara Baffi) avvolta nel suo vestito bianco – ricorda la Francesca Bertini del famoso film muto – è integrata in questo gioco; non lo sono Michele (Claudio Di Palma ) e Federico ( Alfonso Postiglione) - il fidanzato e l’amante - uomini che sembrano così fermarsi e irrancidire nel loro tempo e nei loro stereotipi. Tutto il resto, intorno a loro, si muove, racconta, scorre all’interno della  originale,colorata scenografia di Luigi Ferrigno :  fiori che sembrano sbocciare spontanei  sul prato / palcoscenico, luci accendono lucide porte e vetri, lampadari che compaiono in scen  per creare atmosfere; tutto si agisce  in una stanza / moviola posta un po’ più su del ‘prato’ fiorito, all’interno della quale si consuma il dramma,trasformandosi ora in  corridoio o stanza di tribunale, ora nel più intimo ambiente della stireria / casa di Assunta.
Oltre la trama ( una storia che sembra nascere fra i vicoli dei Quartieri,  ottocentesca e sanguigna, il racconto di una ‘malafemmina’, di un amore trascinante, che porta tutti verso il limite di se stessi non solo lei, Assunta, e i suoi due ‘uomini’, ma tutte le donne e gli uomini che girano intorno in cerca di identità  ) c’è la musica di Marco Messina e Sacha Ricci : accompagna con il forte timbro delle percussioni e la dura armonia dei suoni la tragedia che si consuma mentre scorre la vita dei protagonisti e dei personaggi – Donna Emilia, Donna Concetta, le stiratrici - visti con l’’occhio del regista come personae, maschere di teatro che coprono e scoprono i sentimenti, le passioni, i limiti,gli inganni dell’umano. Assunta va fino in fondo al suo dolore, alla mai appagata ferita esistenziale, Michele – il fidanzato/marito- non sa sganciarsi dal suo bestiale sentire, Federico – l’amante bugiardo- dalla necessità che ha , per esistere, di percorrere la strada dell’inganno e della finzione. Gli altri non sfumano al loro confronto, sono in realtà il collante intorno al quale si sviluppano le azioni, la verità da leggere, in contrasto con quella che si proclama nell’aula del tribunale. Infatti, l’iniziale brusio, confuso, stratificato, il parlare concitato del cancelliere ben descrive l’atmosfera delle aule di giustizia, con forza  ribadisce che dove dovrebbe trionfare la verità domina invece il caos, l’intreccio arbitrario e pungente della verità costruita, della retorica, verità apparente e non quella sostanziale. Tutto è attraversato da una sottile vena ironica, per  rimettere in gioco il libero arbitrio, che risulta essere più desiderato che vissuto, per ribadire la ‘pesantezza’  di un pensiero ridondante di pregiudizi : più leggero, potrebbe comprendere con più ampia visuale e respiro la dimensione esistenziale di tutti, come si deduce dalla proposta di più finali.  Chi vuol fuggire dal preordinato gioco – come Tina, la figlia di Donna Emilia - lo deve fare cosciente di incamminarsi  sulle rotte dell’immaginario e del fantastico, slegato da ogni legame precostituito. Una Assunta Spina, produzione  del Teatro Stabile di Napoli, della quale si avranno discordanti opinioni, che dividerà il pubblico con nettezza in pareri favorevoli e no. Tutte le attrici/ attori offrono una buona prova, come Alessandra Borgia, Francesca Muoio; spiccano per la loro dimensione teatrale e interpretativa i tre protagonisti, la carnalissima Chiara Baffi, il passionale Claudio Di Palma e il tormentato Alfonso Postiglione.
ASSUNTA SPINA di Salvatore Di Giacomo
regia Pino Carbone
con Chiara Baffi, Alessandra Borgia, Anna Carla Broegg, Valentina Curatoli, Renato De Simone, Claudio Di Palma, Francesca Muoio, Alfonso Postiglione, Rita Russo
scene Luigi Ferrigno
costumi
Annamaria Morelli
luci
Cesare Accetta
musiche Marco Messina e Sacha Ricci
aiuto regia Giovanni Del Monte
assistente scene Sara Palmieri
assistente costumi Giorgia Chiavelli
direttore di scena Sandro Amatucci
macchinista Marco Di Napoli
elettricista Fulvio Mascolo
fonico Alessandro Innaro
sarta Roberta Mattera
foto di scena Marco Ghidelli
produzione Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale


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