Si nota all’imbrunire - solitudine da paese spopolato

Napoli Teatro Festival Italia  - Teatro  San Ferdinando    30  giugno – 1 luglio  2018  



Servizio di  Rita  Felerico


Scritto e diretto da una straordinaria  Lucia Calamaro, vincitrice di 3 premi UBU, tutto o quasi tutto  si è scritto di “Si nota all’imbrunire”, lo spettacolo nel quale Silvio Orlando non solo emerge come attore/protagonista di inaspettate sfumature attoriali, ma dove la sua ironia  va a caratterizzare una  storia che potrebbe essere di tutti. Dice la Calamaro: ”Ci piace pensare  che gli spettatori, grazie a un potenziale smottamento dell’animo dovuto speriamo a questo spettacolo, magari la sera stessa all’uscita, o magari l’indomani, chiameranno di nuovo quel padre, quella madre, quel fratello, lontano parente o amico oramai isolatosi e lo andranno a trovare, per farlo uscire di casa. O per fargli solamente un po’ di compagnia”. Giocato sul tema della solitudine  - ormai ‘male sociale’ della nostra contemporaneità – il mondo immaginario / reale del protagonista racconta del nostro allontanamento dalla realtà e dalle situazioni che ci avvolgono nel presente e della incomprensione che neppure le persone a noi più vicine – parenti, figli, amici  -riescono a scalfire, mancando un vero dialogo e un vero incontro fra gli individui.
Nel cartellone del Festival di Spoleto, del Piccolo a Milano,del Donizetti a Bergamo e del nostro Bellini in maggio, l’autrice, considerata a ragione una delle migliori nell’attuale panorama, scava con il testo nel malessere di oggi, noi anime tristi, raccontando di come la dimensione dell’umano si sia  confusa fra desideri e realtà, assumendo un livello di finta/presenza che può finanche essere non smentito da nessuno : la vita – dice la Calamaro- può essere stata esattamente come uno decide che è stata, anche se non vissuta.
Finalmente una scrittura / commedia – nel significato più connotativo e intenso   della parola- finalmente una trama di parole in grado di riportarci ai periodi più luminosi della nostra tradizione cinematografica e teatrale. Un genere che con questo spettacolo non può affatto ritenersi ‘finito’, anzi dimostra di possedere una forte forza di denuncia e di piacere di ascolto e di pensiero . Dice ancora l’autrice : “Tutti noi infatti, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno del contatto con gli altri, un bisogno che ci permette di sopravvivere. La preoccupazione insorge se si pensa che questo tipo di “solitudine estrema” si sta espandendo e continuerà a crescere nei prossimi anni, tanto che la Francia ha creato “la giornata della Solitudine“ e l’Inghilterra ha istituito, addirittura, un ministero della solitudine. Silvio Orlando è, secondo me, un attore unico. Capace di scatenare per la sua resa assoluta al palco, le empatie di ogni spettatore, e con le sue corde squisitamente tragicomiche, di suscitare riquestionamenti, emozioni ed azioni nel suo pubblico” . E a brillare sulla scena non solo lui, Silvio, ma tutti gli altri, ben coordinati e convincenti, soprattutto Roberto Nobile, il fratello, bravissimo nel suo monologo sulla’inesistenza della vita’; luminose le scene che ben ci introducono nell’atmosfera della narrazione.

di Lucia Calamaro
con Silvio Orlando
e con (in ordine alfabetico) Riccardo Goretti, Roberto Nobile, Alice Redini, Maria Laura Rondanini
scene Roberto Crea
costumi Ornella e Marina Campanale
luci Umile Vainieri
regia Lucia Calamaro
produzione Cardellino srl
in coproduzione con Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia

Spettacolo presentato nell’ambito del protocollo d’intesa tra Napoli Teatro Festival Italia e Festival dei Due Mondi di Spoleto.





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