“CHI LA FA L’ASPETTI” Testo e regia di Franco Pinelli

al Teatro “Mario Scarpetta” di Ponticelli dal 14 AL 30 ottobre 

 

Servizio di Antonio Tedesco

 

Napoli - Al via la terza stagione del teatro “Mario Scarpetta” di Ponticelli gestito dall’Associazione Culturale Partenope, per l’organizzazione di Giovanni Vigliena e la direzione artistica di Franco Pinelli. Un percorso di crescita per la Sala e per l’Associazione, che si pone anche come centro culturale polivalente, e per la Compagnia di attori che la animano. Un percorso riscontrabile anche dalle scelte via via più impegnative che di stagione in stagione vengono proposte al pubblico. Quattro gli spettacoli previsti in cartellone quest’anno: Chi la fa l’aspetti, una rielaborazione di Franco Pinelli da La cena dei cretini di Francis Veber, proposto proprio in questi giorni in apertura di stagione, a cui seguirà Natale in casa Cupiello, di Eduardo De Filippo, Medico per esigenza, tratto da un soggetto di Ray Cooney che già Garinei aveva portato in scena con grande successo anni fa per l’interpretazione di Johnny Dorelli, per concludere, infine, con Napoli milionaria, ancora di Eduardo. Come si vede, un programma impegnativo che, dopo l’esperienza del Sindaco del Rione Sanità, presentato nella precedente stagione, rilancia proprio sul nome di Eduardo confrontandosi con due veri e propri capisaldi della drammaturgia napoletana contemporanea. Ma offrendo, insieme, anche uno sguardo più ampio sulle espressioni più significative di un teatro europeo popolare, ma di qualità. Un percorso parallelo alla ricerca sulla drammaturgia napoletana, quest’ultimo, che ha visto nella scorsa stagione il buon esito di Salvatore Gargiulo 1 e 2, ispirato alla famosa commedia Taxi a due piazze, ancora di Cooney, e che quest’anno prosegue con il primo spettacolo in cartellone, appunto, Chi la fa l’aspetti, che ha debuttato lo scorso 14 ottobre per la regia dello stesso Pinelli, che ne ha anche curato la riduzione in chiave napoletana. Operazione interessante che rimanda un po’ a quella che Eduardo Scarpetta faceva con le pochade francesi. Si tratta infatti di un vero e proprio lavoro di riscrittura che, seguendo il filo della trama la adatta e la adegua ad un diverso contesto, ampliandone, allo stesso tempo la portata e rigenerandola dall’interno. Ne La cena dei cretini di Francis Veber si racconta dell’irriverente e un po’ crudele passatempo di un gruppo di facoltosi amici che una volta a settimana organizzano una cena alla quale uno di loro si impegna, a turno, a portare un personaggio con particolari caratteristiche, da mettere al centro dell’attenzione e a spese del quale divertirsi, il “cretino di turno”, insomma. Ma la scelta del “soggetto” si ritorcerà, stavolta, contro chi l’ha effettuata, attraverso una girandola di equivoci, malintesi e situazioni impreviste che dimostrano quanto complicata possa risultare, a volte, la personalità di un “cretino” e quanto risulti difficile, di conseguenza, cercare di gestirla.

Il tutto, nella versione in scena al Teatro “Mario Scarpetta”, arricchito e reso più godibile dal processo di “napoletanizzazione” cui Pinelli ha sottoposto il testo.

Alla “prima”, nella bella scenografia curata da Partenoscene, si registra la buona e volenterosa prova della Compagnia guidata dallo stesso Pinelli anche protagonista nei panni di Ubaldo Cirillo, il “soggetto” intorno a cui ruota la vicenda, così come buona ci è parsa la prova di Domenico Pinelli, nonostante qualche lieve incertezza (dovuta, probabilmente, alla concitazione del debutto), nel ruolo del benestante buontempone che pagherà caro il suo tentativo di burla. Con loro in scena, Francesca Pia Di Martino, Pino Francelli, Antonio Lippiello, Lina Pirozzi e Antonio Imperato.

 

© Riproduzione riservata

Commenti