“La scuola” di Domenico Starnone - regia di Daniele Lucchetti

Al Teatro Diana di Napoli dal 18 al 29 marzo 2015
 

Servizio di Pino Cotarelli

Napoli - Molta attesa del pubblico del teatro Diana, per la prima del 18 marzo de “La scuola”, scritta da Domenico Starnone con la regia di Daniele Lucchetti. Una riedizione tratta da “Sottobanco” del 1992, fortemente voluta da Silvio Orlando che ne è anche produttore assieme alla moglie. “Un bilancio sulla scuola ed uno sguardo su quello che è successo poi”, afferma l’attore; ovvero, a distanza di vent’anni sarà successo qualcosa, ci chiediamo anche noi? Già dalla sua prima edizione del 1992, la scuola vista da Starnone, metteva in evidenza la fragilità di un sistema, specchio della nostra società, in cui studenti e professori si dibattono con programmi di formazione inefficaci, da modernizzare e contestualizzare.
I conflitti, prodotti da questo meccanismo obsoleto, che può certo essere ottimizzato con gli adeguati tecnicismi per rendere i programmi di formazione allineati ai tempi, permangono comunque, se le buone relazioni fra insegnanti e studenti, che poggiano troppo spesso solo sulla iniziativa dei singoli (è il caso del professore Cozzolino) non vengono messe a sistema. Infatti, come viene messo in evidenza molto bene dalla riedizione di questo lavoro di Starnone, le ottime relazioni possono favorire il buon apprendimento, ma anche la crescita dell’individuo. In fondo la scuola dovrebbe avere come principale obiettivo oltre la formazione, la ricerca di una maturità sufficiente; deve cioè fornire agli studenti, gli strumenti idonei per affrontare una società frenetica come quella moderna e non deve generare deformazioni educative che inducono al disadattamento.
Questo lavoro, non suggerisce soluzioni (non sarebbe il luogo adatto), mette in risalto proprio quei temi che ancora oggi risultano attuali, quali l’importanza del ruolo degli insegnanti, l’edilizia scolastica insufficiente (una palestra in ristrutturazione come sala riunione per i professori), il diverso modo di insegnare, il metodo educativo di un insegnante più o meno democratico. Ma non tralascia gli aspetti più umani degli insegnanti, con le loro fisime, le loro frustrazioni, i loro dispetti e le invidie che comunque finiscono per ricadere sugli studenti.
Siamo a fine anno in sede di valutazione degli scrutini, sono riuniti tutti gli insegnanti della IV D : Silvio Orlando, nel ruolo di un bravo insegnante di lettere, prof. Cozzolino, con mentalità aperta, democratica e propensa ad aiutare i ragazzi, con un debole per la nevrotica professoressa di ragioneria Boccalauro, ruolo ricoperto dalla bravissima Marina Massironi (lavora con Aldo Giovanni e Giacomo); Maria Laura Rondanini nel ruolo della egocentrica professoressa di storia dell’arte Alinovi; Vittorio Ciorcalo professore Mattozzi di religione, un prete con una insopportabile puzza addosso e un discutibile moralista; Roberto Citran, improbabile preside, Antonio Petrocelli, professor Cirrotti, di impiantistica, col pallino del viveur e Roberto Nobile professore di francese col vizio di bere. Nelle discussioni degli insegnanti, si mescolano invidie personali, irrequietezze degli studenti in classe e fuori, comprese quelle relative ad un viaggio di fine anno appena concluso, il rendimento non proprio ottimale, le singole personalità degli studenti e dei professori, ne viene fuori una miscela comica esplosiva, che fa ridere ma pone anche molte questioni su cui riflettere.

 
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