Ritorna “Camerini” il format di Sky Arte condotto da Marco Baliani

Dal 26 giugno al 14 agosto con Lavia, Salemme, Orsini, Haber e altri grandi nomi del teatro italiano
Servizio di Anita Curci

Napoli - In “Camerini”, programma di Sky Arte HD, Marco Baliani entra in un posto finora inviolato, quello dove l’attore vive la sua intimità prima dello spettacolo: il camerino. La tv satellitare di Murdoch dà vita così a un nuovo modo di raccontare il teatro attraverso la voce degli artisti prima di entrare in scena. Dopo il successo riscosso lo scorso anno, la seconda stagione del format (da una co-produzione Sky Arte HD, Nuovo Teatro e Teatro della Pergola, in collaborazione con Stephen Greep) è stata presentata a Napoli dal direttore di Sky Arte, Roberto Pisoni, sulla terrazza dell’Hotel Vesuvio assieme a due protagonisti di questa nuova edizione, Gabriele Lavia e Vincenzo Salemme.
Otto puntate in prima tv da venerdì 26 giugno, ogni settimana alle 20,30 su Sky Arte HD, sveleranno il mondo segreto del dietro le quinte di grandi nomi del teatro italiano. Un programma ricco di emozioni e di appuntamenti esclusivi. Si parte dall’Elfo Puccini di Milano con Lavia in “Sei personaggi in cerca d’autore”; seguono l’appuntamento con Vittoria Puccini e Vinicio Marchioni il 3 luglio al Verdi di Salerno in “La gatta sul tetto che scotta”; con “Sogni e bisogni” e Vincenzo Salemme dal Diana di Napoli il 10 luglio; Alessandro Haber e Alessio Boni il 17 luglio dalla Pergola di Firenze con “Il visitatore” di Schmitt; dal Toniolo di Mestre con “Il giuoco delle parti” di Pirandello e Umberto Orsini il 24 luglio; mentre il 31 luglio Beppe Fiorello al Lauro Rossi di Macerata con “Penso che un sogno così”; Lella Costa il 7 agosto al Politeama Genovese con “Ferite a morte”; e, per concludere, Lillo e Greg in “La fantastica avventura di Mr. Starr” il 14 agosto all’Olimpico di Roma.
“Tradurre il teatro in televisione attraverso gli incontri presentati da Marco Baliani che è un noto attore, regista teatrale e drammaturgo, rappresenta un modo per avvicinare il pubblico alla scena secondo dinamiche che non siano la solita e statica visione del palco stando seduti in platea. E varcare la soglia dei metodi tradizionali Marco sa farlo con grande intensità”, spiega Pisone, per poi anticipare il progetto di una “piccola produzione sperimentale che contenga in sé sia il teatro sia la tv”.
“Più che intervistarli, dialogo con gli attori e so ascoltarli. Anche dopo lo spettacolo. Ciò mi permette di comprendere quanto sia faticoso questo mestiere. Assistere alle rappresentazioni non basta per capirlo”, precisa Baliani, affiancato al tavolo da un Lavia profetico: “Il teatro è destinato all’eternità, poiché si ripete e si rinnova anche e soprattutto dopo la sua morte”, esordisce l’attore-regista milanese. E continua: “La mia si può definire un’arte collettiva perché ha bisogno sempre di uno spettatore”.
Meno laconico Vincenzo Salemme che, tra una battuta e l’altra su “Camerini”, si lascia andare a qualche considerazione sul Napoli Teatro Festival Italia. A suo parere, l’evento dovrebbe portare non solo ad un maggiore coinvolgimento della città ma anche a quello dei turisti. Invece, sia l’una che l’altra restano estranee ad un Festival tanto importante da dover, anzi, sentire l’onere di rappresentare al meglio Napoli come una delle capitali del teatro in Europa.
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